Chapter six

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{non siate mai lettori silenziosi}
❝ ❆⊶⊷⊶⊷✵⊶⊷⊶⊷❆ ❞

{non siate mai lettori silenziosi}❝ ❆⊶⊷⊶⊷✵⊶⊷⊶⊷❆ ❞

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Erano le 17.00 in punto quando, dalle viscere del castello, la giovane Cassiopea si era recata nei giardini, proprio accanto alla capanna di Hagrid come era stato richiesto dal suo adulatore.
Ci aveva riflettuto molto prima di sbrigarsi a infilare il suo mantello nero, segnato da quello stemma verde-argento che tracciava la sua parte alta, e incamminarsi verso l'esterno.

A differenza del ragazzo, che stranamente a quanto pensavano i suoi compari, non si era preparato per qualche appuntamento con le solite ragazze del castello che gironzolavano attorno al belloccio.
<<Impossibile! Infattibile! Irrealizzabile!>>
Borbottava Peter mentre l'amico aggiustava la sua folta chioma, in remoto silenzio per non pronunciare nemmeno una delle parole che avrebbero potuto scatenare strane idee nelle menti degli amici.
<<Peter te lo assicuro, non è nessun appuntamento.>>
<<E allora perché ti aggiusti così tanto? Cosa stai andando a fare mh? Tieni all'oscuro i tuoi migliori amici adesso?>>
Drammaticamente Peter arrivava a conclusioni affrettate e inutili, secondo il parere degli altri componenti del gruppo.
La voce nasale gli donava un'aria malconcia è un po' odiosa, quel tono sudicio rappresentava quella figura un po' sporca e disgustevole,
D'altronde gli altri due, Remus e James, sapevano meglio dell'ABC che insistere nel chiedere cosa avrebbe fatto il ragazzo avrebbe solo portato a grossi inconvenienti.
Perciò lo lasciavano fare, coscienti che la sera stessa tornando dal suo impegno avrebbe raccontato loro tutto ciò che gli passava per la testa.
<<Avanti Peter smettila, sembri quasi una mogliettina convinta del tradimento del marito!>>
Sbuffò Remus, chiudendo di scatto il libro che aveva in mano, ormai stanco di sentir bofonchiare il ragazzo.
<<Ma..Siamo i suoi migliori amici!>>

Un bambino senza caramelle avrebbe fatto meno capricci in quel momento forse..

<<A sta sera compari!>>
Enunciò Sirius lasciando i suoi amici in camera, scappando in fretta e furia verso l'esterno, immaginando già la figura alta e riccioluta della ragazza che lo aspettava.

Corse, corse tantissimo, rimanendo sempre con uno splendido sorriso in volto pronto ad accogliere la ragazza che immaginava già sotto le calde luci di quel pomeriggio!
E tra una sgomitata e qualche scusa di troppo, il ragazzo riuscí finalmente ad arrivare alla capanna di Hagrid trovando la sua serpentina ad aspettarlo.
La trovò seduta sui gradini della capanna, vuota date le luci spente.

<<Eccoti qui serpentina.Sei riuscita a scappare dalla tua teca di vetro a quanto vedo!>>
Il ragazzo la raggiunse sugli scalini, sedendosi per sbaglio sul mantello della ragazza.
<<Attento, cane! Il mio mantello non è la tua nuova poltrona.>>
Disse guardandolo in malo modo mentre acchiappava il suo mantello da sotto al sedere del ragazzo.
<<Perchè mi chiami cane? Sbavo e abbaio per caso?>>
Domandò sottolineando quelle piccole rughette che si formavano sul suo viso quando un piccolo sorriso gli faceva visita.
<<Beh perchè assomigli ad un cane.. Sí ecco tu sbavi dietro le ragazze, rincorri i tuoi giochini preferiti come le ossa, e poi beh puzzi come un cane sì.
E sei anche fastidioso come un cane.>>
Le braccia si incrociarono sotto al suo mantello, pronte a riscaldarsi sentendo il vento pronto a soffiare sul suo corpo.
Settembre portava con se un gelido autunno pronto a riscaldare solo le foglie degli alberi ormai spogli, denudati da quel vento passionale che rubava le proli di quelle radici nascoste.
<<Anche tu assomigli a un serpente, sei velenosa ma affascinante.>>
Ridacchiarono entrambi, punti dallo stesso umorismo che contraddistingueva i loro caratteri.
<<Velenosa io?>>
Domandò fintamente offesa, quasi in maniera drammatica, non volendo affatto udire la parola che accompagnava quel primo aggettivo; fece finta di non averla udita, quasi volesse dimenticarsene per non sentirsi in imbarazzo.
<<Assolutamente sí!>>
Risero di gusto, trovandosi quasi in imbarazzo a riflettere sul fatto di stare entrambi l'uno accanto all'altro senza tirarsi pietre addosso.
Era buffo non essere in guerra, fin troppo tranquillo per i gusti esplosivi dei due.
<<Quindi? Perchè mi volevi qui?>>
Chiese la riccioluta di punto in bianco, lasciando non affatto sorpreso il ragazzo accanto a sè.
<<Eri al quanto turbata questa mattina o sbaglio?>>
La ragazza sbuffò: tutti quanti con la stessa domanda, tutti con il solito naso ficcato nelle faccende altrui, e lei la solita diffidente che cacciava via domande del genere, anche se dettate magari da un vero interesse.
<<Tu e tuo fratello andate per caso in simbiosi?>>
Chiese alzandosi e incominciando a passeggiare sul prato verde, che tante sfocate immagini le faceva venire in mente, perdendo per qualche attimo la concentrazione sulla situazione presente.
<<Vorrà dire che a entrambi interessa la tua incolumità.>>
Sirius la seguì senza dettar legge, senza proliferar altra parola e in attesa di una risposta da parte della ragazza.
<<Ma cosa vi prende? Chiedete queste cose a una sconosciuta?
Ma che diavolo! Vostra madre non vi ha insegnato a farvi gli affaracci vostri? >>

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