4 Perché? (un desiderio pericoloso)

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L'auto grigio metallizzato percorreva a velocità moderata la careggiata infangata dalla pioggia. Con la presa ben salda sul volante, l'agente Morris, iniziò a studiare di sottecchi il giovanotto che gli sedeva accanto. L'osservava con la coda dell'occhio dallo specchietto retrovisore. Sotto il cappellino grigio di lana che gli scaldava la testa, sbucavano ciocche castane arricciate alle punte. Aveva il viso pallido e le scocche arrossate che, causa climatizzatore spiccavano. Alex si sistemò il cappello portandolo verso dietro e allungando un braccio, iniziò a schiacciare i pulsanti presenti sul cruscotto. Aveva un delicatissimo naso all'insù, la bocca carnosa e occhi grandi a mandorla, così belli e particolari da sembrare quasi finti. Quando rumori, frusci e voci sconnesse giunsero alle orecchie di Ryan, l'agente fece un espressione di disappunto. Lo stereo dell'auto sulla quale si trovavano non trasmetteva musica ma era settato per ricevere tutte le frequenze di radio emergenza. Morris colpì la mano di Alex che testardo e curioso continuava a pigiare tutti quei pulsanti colorati. Non era stato facile convincerlo, il ragazzo aveva la testa dura, ma alla fine, Ryan ci era riuscito. Alex non aveva lasciato la sua "auto-casa" di buon grado ma, le promesse fattogli da Ryan, lo fecero riflettere, dopotutto non era cosa di tutti i giorni trovarsi davanti un poliziotto sexy che ti offre protezione. Alex una volta dentro l'automezzo, aveva iniziato a perlustrarlo con interesse. Quando erano iniziate le domande come: "A cosa serve questo? Cos'è questo? C'è anche la sirena?", l'agente Morris aveva iniziato a pentirsi della sua offerta di protezione. Alex era alto più di 1,90 ma alle volte pareva un marmocchio nella piena fase dei perché. Il ragazzo si voltò verso i sedili posteriori, Ryan l'osservò interdetto...

- Che diavolo fai? – gli domandò.

- Una vera auto di polizia non dovrebbe avere delle sbarre? Una sorta di prigione mobile? E' uno dei miei sogni erotici ricorrenti scopare là dietro. – ammiccò sfacciato.

Era così giovane, Ryan non sapeva con esattezza quanti anni avesse, ma dalla sua pelle liscia e candida doveva essere un adolescente. Quando il giovane si sporse e guardò fuori dal finestrino, il sangue gli si gelò nelle vene, si trovavano difatti davanti alla fabbrica abbandonata, proprio dove era stato rinvenuto il terzo corpo e, dove i due, si erano incontrati per la prima volta. Morris spense il motore dell'auto ed Alex si fece serio, spalancando le narici serrò la mascella, "io aiuto te tu aiuti me", questo era il patto. O almeno questo era quello che aveva promesso al ragazzo, ma c'era dell'altro... Ryan aveva intuito che il giovane sapesse qualcosa sui delitti, e voleva scoprirlo a tutti i costi. In quel breve tragitto in cui erano stati insieme si era reso conto che non era facile farlo parlare riguardo il caso, difatti Alex sviava il discorso con altre domande o chiudendosi in un assordante silenzio. Alex Scese dall'auto emulando Ryan che indicava la strada fino all'ingresso della fabbrica con il fascio di luce di una torcia. L'agente doveva aver iniziato a parlare ma lui non ci aveva badato, dovette dedicargli la sua attenzione quando lo puntò diritto in viso con la luce della torcia. Si coprì gli occhi con le grandi mani riparandosi da quella luce artificiale che lo stava accecando.

- Non hai ascoltato neppure una parola di quello che ho detto non è vero? – gli chiese Ryan.

- Cosa? – fece Alex intontito.

- Dimmi ciò che sai. Eri qui no?

- Si, ma, gradirei che la smettessi di puntarmi con quell'affare! – esclamò il ragazzo.

- Credevo ti piacesse essere puntato con degli affari...

- Ahah, divertente. Davvero divertente. Allusioni sessuali nel bel mezzo del nulla. Aspetta – fece una pausa – non vorrai farlo qui? Non sarai mica uno di quei pervertiti a cui piace farlo in posti strani?!

Ryan si avvicinò a lui e, fermandosi ad una spanna dal suo viso gli sussurrò ad un pelo dalle labbra:

- Ti piacerebbe.

Run to another lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora