L'auto si fermò davanti ad un palazzo di mattoni rossi dalle grandi vetrate bianche e i tetti spioventi. Alex interdetto guardò la struttura elegante. Non vedeva da tempo un posto così fenomenale. Era lì che viveva Ryan? Silenziosamente lo seguì giù dall'auto, dentro l'edifico e su per le lunghe scale, arrivati davanti ad una grande porta di legno smaltata di bianco Ryan si arrestò e prendendo le chiavi dalla tasca interna della giacca ed aprì. Quello che apparve davanti agli occhi di Alex fu esaltante. Una rivista di interior design ben dettagliata. Toni bianchi e grigi facevano da padrone, le pareti alte dai tetti a volta, le mura dipinte di bianco in perfetto contrasto con quelle in pietra. I lampadari moderni in ferro battuto, il grande bancone della cucina in marmo, il divano immenso in tessuto grigio. Quel luogo era ben curato in ogni minimo dettaglio. Alex si voltò a guardare Ryan che aveva richiuso la porta alle sue spalle e si stava sfilando la giacca.
- Puoi permetterti tutto questo? – gli domandò girando su se stesso, ammirò la perfezione dell'arredo e la cura nei dettagli. Ryan fece un sorrisetto mentre si sbottonava i polsini della camicia bianca che aveva indosso. Faceva caldo lì dentro, Alex si sollevò la felpa e tirandola via portò con se parte della canotta bianca che indossava al di sotto. Questo fece si che la sua pancia piatta con sottili muscoli addominali accennati restasse scoperta per qualche istante. Ryan continuò a guardarlo con la coda dell'occhio.
- Puoi dormire sul divano. – disse. – In frigo c'è n po' di frutta e del succo se hai fame.
Mentre Ryan parlava, Alex era andato a buttarsi sul divano, profumava! Vaniglia forse? Afferrò un cuscino d'ornamento e se lo mise sulle cosce stringendolo con le braccia. Non curante che i suoi anfibi stessero strofinando con la seduta.
- Gradirei che mantenessi in ordine. – fece Ryan – è un divano italiano fatto su misura quindi gentilmente, togli quelle scarpe sudice da lì.
Alex si mise composto e sistemò il cuscino dandogli dei colpetti. Ryan portò gli occhi al cielo e raggiungendolo lo sistemò a suo modo.
- Sei uno di quelli ossessionati per la pulizia? Tipo malati di pulito? – gli chiese Alex.
- Tipo che?
- Il programma...
Ryan scosse il capo, di che diamine stava parlando quel moccioso? Non poteva restarsene lì zitto senza dare fastidio? Si sbottonò completamente la camicia e il suo busto scolpito nei dettagli fu scoperto. Alex restò di sasso a fissarlo mentre lui si allontanava. Seguirlo con lo sguardo fino alla camera da letto fu facile poiché questa era situata pochi metri più avanti su degli scalini, circondata da spesse vetrate opache. Alex non aveva mai visto nulla del genere prima di allora. Si alzò dal divano e, silenzioso come un felino, fece qualche passo in avanti, incerto salì gli scalini continuando a tenere i suoi occhi fissi su Ryan come ipnotizzato. L'agente si spogliò retando in slip bianchi, il giovane ammirò il suo corpo in silenzio e l'agente lo lasciò fare poi, si gettò a peso morto sul letto rimbalzando restò con la faccia rivolta in su.
- Se vuoi usare il bagno è da quella parte. – Ryan indicò con il braccio sulla destra oltre un grande armadio. Alex alzò lo sguardo, sul letto enormi specchi a forma di triangolo allungato con la punta più lunga all'insù si univano formando un gioco di luci, certo, la posizione era un po' strana, ma l'effetto, era magnifico. Avanzò verso il bagno, era una stanza molto ampia, le pareti come i pavimenti così, come nel resto della casa, erano rivestiti da marmo ma anziché bianco era nero con all'interno dalle venature bianche, la doccia era gigantesca come la jacuzzi posta in un angolo coperta, evidentemente Ryan non la usava molto, Alex si sentiva invece, come un ragazzino al parco giochi. C'erano due lavabi in ceramica bianca dai rubinetti color oro e uno specchio rettangolare gigante sopra ad essi, Ryan doveva amare specchiarsi. Alex aprì lo sportello in vetro della doccia e fece scorrere l'acqua, era calda, sorrise spogliandosi. Non faceva una doccia che potesse definirsi tale da... beh da molto tempo. Denudatosi si infilò sotto al getto fluido dell'acqua, chiuse gli occhi accogliendo quel piacevole tepore sul corpo. Le goccioline accarezzavano la sua pelle liscia percorrendo ogni muscolo per andare a morire poi nello scarico. Mentre era lì pensò a Ryan, al suo profumo, alla sua voce così calda, ai suoi occhi, ai suoi capelli, alla sua bocca, alle sue mani... Ed eccolo lì, con indosso solo degli slip bianchi che lasciavano ben poco all'immaginazione. Se avesse osato avvicinarlo, cosa sarebbe successo? Lo avrebbe lasciato fare oppure... Il ragazzo aprì gli occhi e uscì dalla doccia, gocciolando sul pavimento si rese conto di non avere un asciugamano quindi si strofinò i capelli con le dita e ancora grondante si diresse in camera da letto. Completamente nudo, restò immobile mentre Ryan, con gli occhiali da lettura sul naso, alzava la testa dal libro che stava leggendo per guardarlo.
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Run to another life
Misterio / SuspensoRyan Morris è un agente di polizia bello da togliere il fiato, lui non crede nell'amore, è convinto che sia solo un invenzione per i creduloni, tutti prima o poi resteranno segnati indelebilmente dal suo passaggio. Ecco perché frequenta bar notturni...