Non fu facile per il commissario Lavinia Cooper, rintracciare l'imprenditore Edward Harris. All'inizio pareva come essersi dissolto nel nulla, eppure, era un essere umano come chiunque altro, fatto di carne ed ossa. Potente, terribilmente potente, così tanto che persino il commissario ne aveva una sorta di timore. Possedeva una tempra ineguagliabile, macabra e sinistra. Era stata uccisa la moglie eppure, lui, a quanto pareva, se ne stava su un isola tropicale in "riunione", queste le parole del suo portavoce. Solo quarantotto ore dopo, aveva fatto ritorno a Seattle. Si era presentato la mattina in centrale di sua spontanea volontà con indosso un completo elegante blu scuro, i capelli pettinati all'indietro stretti in un piccolo codino ed il sigaro tra le labbra. Aveva un aria così calma e pacifica che pareva impossibile che la moglie fosse morta solo poche ore prima. Una volta in centrale, Harris fu accompagnato dall'agente Rosalez fino allo studio della Cooper, Ramona se ne era rimasta con lo sguardo basso per tutto il tragitto, il profumo del dopobarba di Harris gli scavava le narici tanto fosse penetrante. Quando l'uomo scomparve oltre la porta dello studio del commissario, Ramona si sedette alla sua scrivania, strinse i pugni sopraffatta dalla rabbia. Quel viscido schifoso aveva fatto del male ad Alex e a chissà quanti altri ragazzi innocenti e quel pensiero, gli mandava il sangue al cervello, non poteva passarla liscia, non più.
La Cooper restò sorpresa dalla visita spontanea del noto imprenditore. L'uomo si accomodò nel suo studio accavallando la gamba in modo signorile.
- Signor Harris, abbiamo provato numerose volte a metterci in contatto con lei ma, a quanto pare, non è cosa facile. – gli disse il commissario.
Lui fece mezzo sorriso sistemandosi con le spalle contro lo schienale della seduta.
- Vede, commissario. - disse garbato - Essendo un uomo d'affari sono estremamente impegnato. Ciò non toglie che io sia qui oggi per aiutarvi quanto più possibile nelle ricerche sull'omicida della mia defunta consorte.
- Crede sia stata uccisa quindi...
- Oh, ne sono certo. - estrasse dalla tasca della giacca una pendrive. – vede, qualcuno si è intrufolato nel sistema di sicurezza del club, ma sono riuscito a recuperare un video fatto dalle telecamere di sorveglianza quella notte. Come potrà vedere, nonostante il buio, si distingue chiaramente una figura incappucciata.
Il commissario afferrò la pendrive e la inserì subito nel suo computer. Visionando i video, non poté che dargli ragione. La figura scura di qualcuno era nitida, quel qualcuno tuttavia, era incappucciato ed il buio nello stabile, non favoriva con la sua identificazione.
- Le assicuro che troveremo questa persona. – lo rassicurò il commissario Lavinia Cooper dando la sua parola.
- Non chiedo nient'altro. – disse lui in risposta con gli occhi acquosi che pregustavano l'inizio del caos.
Quel venerdì, quando Ramona rincasò, ebbe per tutto il tempo la testa tra le nuvole. Dopo cena, si fermò ad osservare Alex intento a giocare con le sue piccole, era così giovane eppure aveva visto cose che, un ragazzo della sua età, non avrebbe mai dovuto vedere. Quel ragazzo in sei mesi, si era fatto strada nel cuore di tutti, era impossibile non affezionarsi a lui, a quel sorriso furbo e sornione, a quello sguardo perso e implorante d'affetto. Non si poteva non amare. Doveva fare qualcosa, era così stanca, il ragazzo era diventato parte della sua famiglia e in qualche modo, si sentiva come una madre per lui.
- Vieni con me. – pronunciò seria, il giovane la guardò e la seguì al piano superiore. Adesso rinchiusi nella sua stanza, Alex le domandò:
- Che succede?
- Tu la scorsa sera sei uscito di casa. – disse Mona – sei stato al club. – Alex alzò le mani e le scosse per aria. – oggi Edward Harris è venuto in centrale. – lo informò – avrei tanto voluto spaccargli la faccia, quel bastardo se ne va in giro come nulla fosse... Deve pagare per ciò che ti ha fatto.
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Run to another life
Bí ẩn / Giật gânRyan Morris è un agente di polizia bello da togliere il fiato, lui non crede nell'amore, è convinto che sia solo un invenzione per i creduloni, tutti prima o poi resteranno segnati indelebilmente dal suo passaggio. Ecco perché frequenta bar notturni...