Quando Ryan raggiunse il suo loft, trovò ad attenderlo, la porta d'ingresso socchiusa. Non era armato, quindi avanzò cauto. Spinse quest'ultima che si aprì solo per metà, ad impedirgli di aprirsi completamente, vi era il mobile dell'ingresso che era stato scaraventato per terra, così come i cuscini del divano, il tavolino di vetro era in frantumi, gli sgabelli della cucina giacevano uno sopra il piano e l'altro al centro del tavolino in vetro ai piedi del divano. Gli sportelli della erano stati tutti aperti ed ogni cosa rovesciata per terra. Ryan grazie al suo iper sesto senso capì che chiunque fosse entrato ormai non c'era più, di conseguenza avanzo calpestando i cocci sotto le suole delle scarpe e camminò dritto fino alla camera da letto. Anche lì vi trovò tutto sottosopra. Il materasso era assente, i cuscini così come le coperte, erano gettati alla rinfusa. Proseguì fino al bagno, l'ultima stanza da ispezionare, nulla era mutato, tranne per il fatto, che il materasso era all'interno della doccia. Lo avevano trovato. Afferrò il cellulare e chiamò Eddie. Nel giro di pochi minuti lui raggiunse il loft, Ryan si era già rimboccato le maniche per mettere a posto. Avanzando l'agente Hill fece un fischio.
- Ma che diamine è successo? – domandò accomodandosi. Ryan aprì le braccia. – Sei stato tu? – scosse il capo biondo – Si può sapere che sta succedendo?
- Sapevano che ero al club. Che io era al club. – gli disse indicandosi il petto, Eddie sbiancò di colpo a quella rivelazione.
- Com'è possibile? – gli chiese farfugliando.
- Harris, quel bastardo sa ogni cosa. Non mi stupirei di certo se ci fosse proprio lui dietro gli omicidi. – rispose. – odio il disordine! Porca puttana, mi dà su i nervi. – esclamò irritato da tutto quel trambusto.
- Non ci resti qui! – continuò l'agente Hill.
- Non ho altro posto dove andare Ed.
- Vieni da me.
- Eddie, io non scappo, lo faccio da una vita e sono, è snervate...
- Non permettergli di farti di nuovo questo. Non farti manipolare ancora. Prendi qualche vestito e andiamo. Che c'è?
Sul viso di Ryan qualcosa era mutato, corse verso gli scalini e poi in camera, cercando qualcosa nei cassetti. Eddie lo aveva seguito curioso. Ryan spostò i vestiti e prese una scatolina blu di latta tutta malconcia, quando la strinse sospirò di sollievo.
- Non dirmi che tieni cose importanti nel cassetto delle mutande...
- A nessuno importa delle mie mutande Ed.
- Beh, su questo avrei da ridire ma... lasciamo perdere.
Dopo che qualcuno era entrato nel suo loft, Ryan si trasferì a casa dell'amico a tempo indeterminato. Aveva passato la prima notte sul divano, ma si era subito ribellato e così Eddie il giorno dopo, lo aveva fatto dormire con lui nella sua stanza. Il letto era a due piazze, peccato che Ed ne occupasse una e mezza abbondate. Ryan si era trovato tutto rannicchiato quasi sul comodino. Quella notte non aveva dormito affatto, un po' per il russare martellante del suo amico, un po' per i pensieri che affollavano la sua mente. Quando giunse una nuova giornata, Ryan scese a prepararsi qualcosa da mettere nello stomaco. Da quando era da Eddie, aveva iniziato a fare dei pasti completi e quasi si stava abituando. Prese un toast e un avocato preparandosi un sandwich, nel frattempo Eddie era sceso trascinandosi con lunghe falcate. Il pantalone del pigiama di cotone che aveva indosso, gli andava così stretto che aveva caviglie e sedere scoperti. Ryan lo guardò ma non disse niente mentre lui si tracannava il suo cappuccino al cacao seguito da biscotti e nutella. Dopotutto, se voleva farsi venire un coccolone, non era affar suo.
- Torno da me. – anunciò Ryan e gli occhi marroni dell'amico lo puntarono. Scosse la grossa testa. – ma che palle Eddie! – fece il bell'agente – sei insopportabile.
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Run to another life
Mystery / ThrillerRyan Morris è un agente di polizia bello da togliere il fiato, lui non crede nell'amore, è convinto che sia solo un invenzione per i creduloni, tutti prima o poi resteranno segnati indelebilmente dal suo passaggio. Ecco perché frequenta bar notturni...