8 Come pioggia

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Aveva piovuto ed il cielo purpureo sopra di lui pareva voler dipingere in modo astratto il suo stato d'animo. Chiazze violacee si amalgamavano alla perfezione a nubi rossastre mentre una timida luna iniziava a spuntare. Quella giornata era stata un inferno per l'agente Morris. Era stato rinvenuto un altro corpo, aveva avuto una discussione accesa con il suo collega Jacob Ward e, come se non bastasse, una volta tornato a casa, Alex, era scomparso...

Qualche ora prima

Il distretto era in subbuglio poiché una chiamata aveva agitato le acque. Ancora una ragazza, ancora una vita spezzata. Il corpo della giovane vittima era stato rinvenuto nel lago a ridosso della battigia. Completamente nuda, con viso e corpo tumefatto. I segni di percosse erano ancora ben vividi sulla sua pelle. Nonostante fosse stata rinvenuta da poche ore, Kat aveva già avvisato che il corpo era "ancora caldo", quindi la vittima era stata assassinata da poco. Sul luogo del delitto però, questa volta vi fu mandato l'agente Ward. Ryan, essendone venuto a conoscenza solo ore dopo, esplose. Il caso era il suo ed il suo soltanto. Irruppe nello studio del commissario, la donna si alzò da dietro la scrivania di scatto e lo guardò dubbiosa, davanti a lei vi era seduto Ward che sogghignava al bellissimo collega.

- Che cazzo è questa storia? – chiese Ryan brusco.

- Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile. - rispose con estrema pacatezza Lavinia Cooper. Nel frattempo Ryan inceneriva Jacob con lo sguardo. – L'FBI ci è alle calcagna Ryan... - confessò la donna stretta nel suo tailleur color cammello. – non possiamo permetterci altri errori o passerà tutto in mano loro.

- Non c'è stato alcun errore. Non possiamo prevedere quando e se uccideranno ma io e Ramona stiamo...

- Perdendo tempo! – esclamò Ward alzandosi, gli andò incontro, era parecchie spanne più basso di lui. – quattro giovani donne hanno perso la vita, me ne occuperò io d'ora in poi e vedrai cosa significa essere un poliziotto.

Morris contrasse la mascella e frenò il forte impulso di colpirlo col pungo chiuso dritto in faccia.

- Non è una gara agente Ward. – lo ammonì il commissario – infatti da oggi ve ne occuperete entrambi, insieme, come squadra. – Le orecchie di Ryan iniziarono a fischiare, avrebbe preferito un calcio nei testicoli piuttosto che lavorare fianco a fianco con Jacob. Il collega però se ne stava con le grosse braccia conserte a fissarlo con un espressione trionfante stampata su quella brutta faccia. Ryan, senza aggiungere una parola, aprì la porta dello studio e se ne andò. Raggiunse la sua postazione mentre gli occhi scuri di Ramona cercavano di studiarlo. Quando lui afferrò la giacca, lei lo emulò subito dopo. A bordo di una delle auto di polizia, l'agente Morris guidò prima fino alla scena del crimine, dove ancora la scientifica era presente, dopo aver studiato attentamente lo scenario salì nuovamente a bordo dell'auto guidando poi fino all'obitorio. Vi trovò Kat intenta a svolgere la sua autopsia sul corpo dell'ultima vittima. La donna lo guardò, non poteva trovarsi lì dentro eppure eccolo, Ramona era rimasta fuori a fare da guardia.

- Non puoi restare qui. – disse Kat mente lui si avvicinava e studiava il corpo della giovane. Era minuto e scheletrico. I capelli tagliati dritti fino alle spalle erano corvini. Il corpo bluastro era una tela sulla quale vene scure serpeggiavano selvagge. Kat allungò il lenzuolo e coprì il corpo completamene nudo della ragazza. – un po' di rispetto. - aggiunse.

- Perché non mi hai chiamato? – gli domandò Ryan.

- Cosa?

- Mi chiami sempre, per qualsiasi stronzata e non mi dici questo?

Kat sorrise amaramente sfilandosi i guanti in lattice.

- L'ho fatto, non appena ho visto Ward sul posto, ho afferrato il cellulare e ti ho chiamato. Ma non mi hai risposto, evidentemente eri troppo impegnato.

Run to another lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora