24 Falena

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Morris aveva le tempie che gli pulsavano all'inverosimile quella mattina. A bordo della sua auto grigio metallizzato, approfittò dell'ennesimo semaforo rosso per inviare un messaggio alla bella coroner Kat Grant. Raggiunto il distretto, scese dalla sua auto tutto raggomitolato su se stesso, gli occhiali da sole scuri nascondevano la sua espressione. In piedi, sull'uscio, ritto sulla schiena come un soldato, vi trovò il generale Thompson. L'agente speciale dell'FBI indossava la divisa tipica del suo settore. Ryan storse il naso, lui odiava quelle divise, lo facevano sentire un pinguino uguale a tutti gli altri e lui, non era come gli altri. Lavinia Cooper lo aveva capito dopo mesi e mesi di richiami continui causa dress code non inerente. Ryan se ne era sempre fregato dimostrando però quanto valesse. Difatti, il commissario, presto si arrese, non solo al suo modo di vestire, ma anche al suo modo di fare, di porsi, era troppo caparbio per lasciarlo andare. Salutò Thompson con un gesto. Lui gli sorrise mostrando la sua dentatura storta.

- Ti stavo aspettando. – esordì indicando poi con un braccio una macchina scura parcheggiata dal lato opposto della banchina. – ho pensato che ti avrebbe fatto piacere accompagnarmi.

Ryan si tolse gli occhiali e l'agente potette così vedere il suo occhio tumefatto.

- Qualcuno ti ha beccato a letto con la moglie? – scherzoso gli domandò mentre entrambi raggiungevano la vettura. Ryan si accomodò e dopo pochi istanti, Thompson lo emulò.

Chi era al volante, li stava portando chissà dove e Ryan non poté fare a meno di guardarsi intorno. Da che era a Seattle, non aveva mai percorso certe strade. C'erano viali immensi pieni di ville di lusso. Oltrepassarono il porto e la rimessa delle barche. Thompson fece un fischio osservando tutti quelli yatch. Ryan se ne restò muto, non aveva voglia di dialogare con il suo nuovo partner sebbene lui, non tenesse la bocca chiusa neppure per un secondo. Thompson gli mostrò le foto dei suoi figli e della moglie che teneva all'interno del portafoglio. Pareva il classico americano medio. Lo lasciò ciarlare provando persino a dialogarci ad un ceto punto ma, quando udì battute sessiste ed omofobe, storse il naso. Lui che era per la parità dei sessi e la libertà di espressione, stava facendo una grande fatica a trattesi. Il tragitto in auto fu davvero lungo, Ryan guadò il suo cellulare per ingannare l'attesa, persino Thompson si era azzittito, forse, in un ora di viaggio, aveva finito tutte le argomentazioni. Aprì i messaggi e riguardò velocemente quelli che gli aveva mandato Alex tempo addietro e, come per magia, un nuovo testo apparve sul display:

Buongiorno splendore, come va l'occhio? :*

L'auto si arrestò e, alzando il capo biondo Ryan, guadò fuori dal finestrino. Vide un gigantesco cancello in ferro grigio scuro, ed oltre esso, una costruzione imponente, avrebbe riconosciuto quel posto tra un milione, quello ero il club di Harris. Thompson scese dal veicolo per primo, suonò al citofono e mostrò il suo distintivo alla telecamera. Il cancello si aprì dopo pochi istanti ed i due proseguirono a piedi. Due enormi doberman si strozzarono quasi tirati dalle catene alle quali erano legati, Ryan non simpatizzava per i cani, quindi aumentò il passo. Quell'abbaiare così forte e pressante gli stava facendo dolere nuovamente la testa. Oltrepassarono i campi da tennis e salirono una rampa di scale che li avrebbe condotti all'interno della struttura. Tutto era perfettamente curato e tirato a lucido. Ad accoglierli appena entrati, fu un chiwawa bianco con indosso un completino rossa con il tulle da ballerina. Ryan inarcò un sopracciglio guardando quella strana creatura che rimbalzava ringhiando.

- Oh ma ciao piccolina, sei una ballerina eh? – pronunciò Thompson prima di allungare una mano per accarezzarla, ma il chiwawa lo morse ringhiando ancora. L'agente si strinse la ferita sanguinate – brutta bastarda! – esclamò.

Una donna avanzò zampettando sui tacchi a spillo, aveva i capelli corti fin sopra le spalle tinti di biondo, le labbra erano due canotti e gli zigomi gonfi, si tolse gli occhiali da sole con una mossa quasi teatrale e squadrò Ryan da capo a piedi.

Run to another lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora