30 L'ospedale psichiatrico

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Ryan, entrò nell'ospedale psichiatrico completamente abbandonato attraverso lo squarcio che vi era sulla porta principale fatta di legno, Jacob lo seguì in silenzio. Ad attenderli proprio sull'atrio, vi era un water spaccato in due, un tanfo di piscio colpì le loro narici. Ward si portò la mani davanti al naso, al contrario di quel che aveva pensato poco prima, qualcuno aveva messo piede in quella struttura, ma non era di certo chi stavano cercando. Probabilmente l'ex ospedale era stata luogo di ritrovo di qualche drogato o teppista, che in cerca di roba, si era addentrato li... lasciandone cosi qualche ricordino non proprio profumato.

- E' disgustoso. – disse continuando ad arricciare il naso. Ryan afferrò la sua pistola ed il collega lo emulò subito pur non capendone il motivo, si trattava forse di una trappola? Dopo aver perlustrato il piano inferiore ed aver costatato che oltre gli insediamenti di barboni o drogati non vi era traccia di anima viva, Morris salì su per le scale dissestate e Jacob dissentì iniziando a richiamarlo con dei fischietti. – vieni giù da lì, Ryan!

Ma lui sentiva che quel posto macabro e puzzolente, nascondeva qualcosa. Incamminandosi lungo i corridoi spogli, superò una per una le stanze che una volta, accoglievano i pazienti e all'improvviso per chissà quale motivo dato il disuso di quel posto, scattò l'allarme. Ryan si bloccò pietrificato da una sensazione spiacevole, se l'ospedale era stato abbandonato, come faceva ad esserci ancora la corrente? Jacob da sotto, non sentiva l'allarme poiché, a dividerli, non c'erano solo le scale, ma anche due porte tagliafuoco.

Le gemme di Morris guardarono ogni cosa, niente macchinari o brande, tutto era sparito. Avanzò in una delle stanze e guardò fuori dalla finestra calpestando sotto le suole delle tennis i detriti murari che erano ceduti dal soffitto. Oltre le finestre vi era campagna e null'altro. Il suono dell'allarme era davvero fastidioso, si chiese come fosse scattato quando udì un lamento sommesso. Drizzò le orecchie e, con l'arma ben salda tra le mani, uscì dalla stanza. Camminò piano lungo lo spoglio corridoio, si arrestò quando vide un divano giacere al contrario proprio nel mezzo del suo cammino. Nonostante il cuore gli mitragliasse nel petto, Ryan continuò sui suoi passi. Superò il divano ed oltrepassò l'ennesima porta taglia fuoco. Ebbe accesso così ad una zona ancora più vecchia ed ancora più spettrale, gli parve di stare in uno si quei posti urbex disastrati. Era completamente buio, vi erano solo piccoli fasci di luce che passavano dalle legna che erano state inchiodate alle finestre. Estrasse la sua torcia dal mazzo di chiavi e camminando illuminò l'ambiente cosi da non avere brutte sorprese al suo passaggio. Proseguendo Ryan ebbe la nausea quando l'odore inconfondibile di putrefazione colpì le sue narici. Scosse il capo ed avanzò verso l'ultima stanza, l'unica illuminata. Dal suo interno provenivano passi, Ryan e Jacob non erano da soli...

Ward circospetto si innervosì e non vedendo tornare il collega imprecando, salì le scale.

La luce entrava dalle vetrate sporche e polverose illuminando la stanza, non vi erano letti ne comò ma solo una vecchia sedia a dondolo in vimini. L'agente Morris si fermò sull'uscio a guardare quella figura che se ne stava accovacciata per terra. Aveva lunghi capelli castani e indossava una camicia di notte bianca completamente sporca. Ryan la studiò per qualche istante restando in silenzio.

- Chi sei? – le domandò. La donna sconosciuta, non si voltò, masticava qualcosa producendo un suono rivoltante. Fece qualche passo e vide che, proprio dinnanzi a lei, vi era la carcassa di un cane, ecco da dove proveniva quel fetore.

- Alzati lentamente. – ordinò l'agente, ma la donna ancora una volta, non lo ascoltò. – ALZATI! – urlò, alle sue spalle comparve Ward che, allarmatosi era salito in cerca del collega. I due si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi Jacob raggiunse la donna. Allungando un braccio la obbligò ad alzarsi afferrandola con una presa ferrea. Quando riuscirono a vedere il suo viso, restarono completamente sconvolti. Quel viso rugoso apparteneva alla madre di Laisa nonché prima moglie di Harris. Ryan abbassò la pistola notando che le pupille della donna erano talmente grandi che nascondevano quasi l'iride, mentre la sclera presentava filamenti rossi. Sospirò rimanendo comunque all'erta, qualcuno c'è l'aveva pur messa quella donna lì, ne era certo. Guardò fuori dalla finestra mentre Ward costatava che la donna, nonostante il suo stato di choc non fosse una minaccia.

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