Fuori dalla villa, l'agente Ward si rense conto dell'assenza di "Ryan". Provato da quanto successo, iniziò a cercarlo con lo sguardo in tutte le direzioni, capendo soltanto in un secondo momento, che lui da quelle mura, non era mai uscito.
Aveva perso suo fratello dopotutto in un modo a dir poco macabro e, nonostante ciò che gli aveva fatto intuire Harris si era nutrito di lui facendogli chissà quale tortura, lo aveva sicuramente scosso.
L'agente Ward quindi, compendosi naso e bocca con la mano rientrò ma la puzza di gas lo investì brutalmente, capì allora che Gavril non si era trattenuto solo per recuperare il corpo del fratello ma, lo aveva fatto, per evitare un massacro. Edward Harris aveva previsto tutto, di lì a poco, l'intera villa sarebbe esplosa e loro con essa.
Preso dal panico corse verso la cucina tra un colpo di tosse e l'altro. Trovò Gavril in piedi dinnanzi al bancone, nonostante la vista annebbiata, riconobbe il corpo esanime di Elizar giacere sul piano: A torso nudo, col corpo dilaniato, il torace completamente aperto in due mostrava le interiora e le viscere che erano state tirate fuori con ferocia, il sangue imbrattava la sua pelle ed il viso penzoloni da un lato, aveva ancora gli occhi aperti, spalancati in un espressione di terrore. Jacob raggiunse i fornelli e chiuse il gas, erano tutti aperti, ma doveva esserci una predita da qualche parte perché l'aria era sempre più insopportabile. Raggiunto Gavril, gli mise una mano sulla spalla.
- Dobbiamo andare! – esclamò con voce rauca tirandoselo dietro. Lui però ritornò sui suoi passi, avvicinandosi al cadavere, richiuse a mani nude lo stomaco del fratello rimettendo al suo interno tutto ciò che era stato tirato fuori con violenza inaudita. Jacob guardò la scena senza parole, ascoltando quel rumore rivoltante e viscido. Nonostante tutti gli abusi e le violenze subite da Elizar, Gavril gli stava mostrando pietà. Con le mani sporche di sangue lo issò tra le braccia e camminò faticosamente verso l'uscita.
- Devi lasciarlo. – gli disse Jacob quando vide che non ce la faceva a tirarselo appresso stanco e ormai intossicato dal gas opprimente. – è pesante! – lui lo sorpassò con fatica ignorandolo.
- Non è pesante. E' mio fratello. – gli rispose tossendo lasciandolo pietrificato.
Raggiunta l'uscita, i colleghi li soccorsero allontanandoli il più lontano possibile da quella trappola mortale che era oramai divenuta la villa. Il corpo privo di vita di Elizar Miroslav, giaceva sul prato a faccia in su, Gavril si era tolto la giacca e lo aveva coperto, successivamente, si era premurato di chiudere le sue palpebre, ed anche se queste non ne volevano sapere di chiudersi irrigidite com'erano, dopo più una pressione rimasero abbassate, nascondendo quell'espressione tetra che celava la sofferenza e l'orrore subito negli ultimi attimi di vita. Nel frattempo sul posto, erano gunite altre volanti insieme agli artificieri che, avrebbero messo al sicuro la villa evitando così l'esplosione imminente. Gavril, a fianco del fratello, piegato sulle gambe, riprese fiato con il viso sporco di sangue ed il cuore martellante nel petto. Allungandosi afferrò la mano del fratello tenendola stretta alla sua mentre i suoi occhi vagano per il giardino fermandosi sulla volante occupata da Harris.
Dietro le sbarre di sicurezza l'uomo aveva il viso deformato come se un entità demoniaca lo stesse possedendo. Lui non avrebbe mai dimenticato quell'espressione, quel viso tirato fino all'estremo che pareva gioire del suo dolore. La volante partì e lui fu distratto da Kat Grant che gli arrivò alle spalle richiamando la sua attenzione. Lasciò la mano di Elizar e si tirò su. La bella coroner si chinò sul corpo e iniziò a studiarlo. Mentre gli agenti sgomberavano l'aria dando spazio alla scientifica ed agli artificieri. Qualcosa non quadrava. Edward Harris si era lasciato catturare con troppa facilità. Si, aveva giocato con lui, si era cibato di suo fratello e aveva quasi ucciso Alex, eppure... Eppure, era stato tutto troppo semplice. Gavril improvvisamente si illuminò, gli occhi gli si sgranarono di colpo e corse dentro la villa mentre Jacob gli urlava dietro la qualsiasi per dissuaderlo. Non poteva non farlo. Non poteva ignorare il suo sesto senso.
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Run to another life
Mystery / ThrillerRyan Morris è un agente di polizia bello da togliere il fiato, lui non crede nell'amore, è convinto che sia solo un invenzione per i creduloni, tutti prima o poi resteranno segnati indelebilmente dal suo passaggio. Ecco perché frequenta bar notturni...