TRENTASEI ANNI PRIMA

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M. Richiedei "La Ninna Nanna dei Segreti. Prima parte. La famiglia"

©GPM Edizioni GPM Edizioni Via Matteotti, 1120061 Grezzago (MI)tel 340 99 39 016 info@gpmedizioni.it Illustrazione in copertina da Pixabay.com Progetto copertina di ©GPM Servizi Editoriali

TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell'autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.



Afferrò il gancio della botola e spinse con tutte le sue forze così da richiuderla. Rimase in ascolto, ma non percepì alcun rumore di passi, neppure i colpi alla porta che aveva diligentemente chiuso con il chiavistello facendolo scorrere nella serratura. Socchiuse gli occhi mantenendosi in equilibrio sulla stretta scala a chiocciola. Quella era l'unica soluzione possibile, soprattutto quella che avrebbe creato meno problemi, lo sapeva, ma era tutto così difficile, complicato, iniquo. Lei l'avrebbe odiata con tutta se stessa. Ida Arrigucci si abbandonò a un sospiro. Chi voglio prendere in giro? pensò digrignando i denti aggrappandosi alla scala. Diletta non era mai stata la figlia che aveva sperato di poter far nascere, non era mai assomigliata neppure a suo fratello Erik. Lui perfetto fin dal primo giorno, forte e agguerrito, lei timida e sofferente, sempre stretta alla sua gonna e con gli occhi abbassati. Era dipeso dal parto o dal destino, ma era comunque un'ingiustizia. Eppure, lei li aveva amati entrambi perché erano figli suoi, e così sarebbe stato in eterno se solo il suo amore non fosse stato tradito. O forse era stata tutta colpa sua? Come aveva potuto non rendersi conto di nulla, lei che era la loro madre? Doveva capirlo subito che quel legame che li aveva sempre uniti fin dalla nascita era malsano. La timidezza di Diletta non dipendeva da null'altro che dalla sua malattia, ma da sola non era stata in grado di prendersene cura. Ora che il danno era fatto, ora che stringeva fra le braccia quella creatura doveva porvi rimedio. Fare in modo che sua figlia non soffrisse ancora, che dimenticasse la notte in cui l'aveva data alla luce e soprattutto che si scordasse per sempre di suo fratello. Lei l'avrebbe aiutata. Si sarebbe occupata di Diletta amorevolmente, per ripagare al suo peccato e per far sì che nessuno scoprisse il loro segreto.5Ida discese la stretta scala raggiungendo la tata Teodora che l'attendeva con il cappotto infilato sulle spalle. Le consegnò la bambina, guardandola per l'ultima volta. Era uguale alla madre. Aveva quelle stesse fossette ai lati della boccuccia e il nasino piccolo, e anche lei sarebbe cresciuta con la stessa malformazione. Distolse lo sguardo. Teodora scostò la coperta di lana.

«È così piccola» sussurrò.

«Sai cosa devi fare!» la raggelò la voce di Ida.

«Ne è sicura, signora? È così bella e dolce.»

«È sicuramente malata. Forse non sopravvivrà alla fine di questa settimana. Non posso occuparmi anche di lei» rispose gelida la padrona di casa.

«Potrei pensarci io. Sa che ci so fare con i bambini. Mi ha assunto come cameriera, ma...»

«Come ti sei occupata dei miei figli in questi ultimi mesi?» sibilò adenti stretti Ida. «Tutti sono bravi a prendersi cura dei bambini degli altri solo per guadagnarsi lo stipendio, ma poi, a conti fatti, non si accorgono neppure che sono cresciuti e ci sono altre priorità che lavare, stirare i loro vestiti e imboccarli.»

«Con Diletta e Erik ho fatto del mio meglio...»«Ah sì? Allora spiegami perché mia figlia ha partorito due bambini?» Ida serrò forte le palpebre, portandosi la mano alla gola. Avrebbe mai dimenticato? Sarebbe mai stata perdonata per il male che aveva inferto? Scosse il capo. Non era quello il momento di lasciare che i sentimenti e le emozioni avessero il sopravvento.

LA NINNA NANNA DEI SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora