CAPITOLO 12

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M. Richiedei "La Ninna Nanna dei Segreti. Prima parte. La famiglia"

©GPM Edizioni GPM Edizioni Via Matteotti, 1120061 Grezzago (MI)tel 340 99 39 016 info@gpmedizioni.it Illustrazione in copertina da Pixabay.com Progetto copertina di ©GPM Servizi Editoriali

TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell'autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.


Chiesa di Santa Croce. Un mese prima.

Si fermò sulla soglia della sacrestia e rimase a fissare quasi con ostentazione quell'uomo troppo alto e troppo magro per qualche istante, prima di avviarsi e raggiungerlo vicino alla fossa scavata nel pavimento. L'antropologo forense era voltato di spalle, con le mani premute sui fianchi e le gambe leggermente divaricate a scrutare con occhio attento il suo lavoro.

In un paio di ore era riuscito a togliere centimetro dopo centimetro il terriccio che aveva ricoperto lo scheletro. All'asportazione di ogni strato aveva pulito i resti di pulviscolo, disegnato ogni reperto su uno schema precedentemente tracciato con la matita e poi fotografato, così anche quelli successivi, fino alla scoperta dello scheletro e di ciò che vi era attorno, con l'aiuto di una paletta grande come il palmo di una mano e un pennello dalle setole morbide, fino a che anche l'ultimo resto umano era spuntato. Con fare meticoloso, e per agevolare il suo compito, aveva tracciato un reticolo di fili di cotone allargando il perimetro della scena del crimine oltre il diametro della buca, così da poter enunciare ogni quadrato con una lettera e un numero che aveva poi riportato su un foglio. Aveva solo spennellato le ossa per levare la terra, ma non la polvere, e non aveva modificato la loro posizione, e tanto meno aveva ricreato l'anatomia del corpo, arduo compito che avrebbe eseguito solo una volta raggiunto l'Istituto di medicina legale, dove lo stava aspettando Victor Baldi. Quel lavoro iniziale gli avrebbe permesso di facilitare il successivo, quello di ricostruire le modalità di deposizione.

«È decisamente stata gettata qui dentro dopo essere stata riesumata da un'altra fossa» commentò senza voltarsi, ma consapevole del fatto che alle sue spalle ci fosse qualcuno.

Camilla si avvicinò fino a che non si trovò a un passo dalla fossa. Guardò con attenzione il profilo spigoloso dell'uomo riconoscendolo immediatamente.

«Quando Baldi mi ha parlato di un antropologo forense in gamba avrei dovuto pensare subito che si riferiva a lei» allungò la mano che l'uomo strinse con una presa salda. «Credevo di aver capito che lavorava per quel laboratorio. Come si chiama?»

«Il Labanof a Milano» le venne in aiuto l'antropologo forense, lasciandole la mano. «Infatti è proprio lì che io e Victor ci siamo conosciuti, ma questo accadde almeno...» si grattò il capo come se dovesse riflettere a lungo prima di concludere la frase.

«Otto anni fa» gli suggerì Camilla.

«Otto lunghi anni, aggiungerei, ma se mi ha riconosciuto subito vuol dire che in tutto questo periodo non sono invecchiato di molto, oppure che lei ha un'ottima memoria. Del resto, non potrebbe essere diversamente se quando ci siamo incontrati la prima volta era diventata da poco ispettore mentre ora ricopre il ruolo di commissario» Labate Claudio si concesse un sorriso annuendo appena con fare compiaciuto.

LA NINNA NANNA DEI SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora