M. Richiedei "La Ninna Nanna dei Segreti. Prima parte. La famiglia"
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TUTTI I DIRITTI RISERVATI.
Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell'autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.
Inaugurata nel gennaio del 1982 per accogliere anziani autosufficienti, la residenza Il Bobolino, che sorgeva in via Dante da Castiglione al numero civico 13, si differenziava da Villa Laura che invece offriva assistenza ai pazienti che avevano necessità di continue cure e sorveglianza non solo medica. La prima struttura offriva ai suoi ospiti una vita sempre attiva, ma soprattutto sicura, protetta e libera dalle preoccupazioni di tutti i giorni. Situata nei pressi del Poggio Imperiale, a pochi passi dal piazzale Michelangelo, era una vera e propria oasi verde lontana dai rumori e dal traffico cittadino, e per molti era un vero e proprio albergo, dotata di tutti i comfort, come la colazione servita in camera e la scelta del menù quotidiano. Disponeva di camere climatizzate doppie e singole con bagno, televisore, e telefono diretto, palestra, un grande giardino, un teatro e sala da biliardo, cappella, biblioteca e addirittura il parrucchiere. Tutti i giorni si svolgeva un programma di animazione ricco e vario per assecondare le esigenze di tutti gli ospiti, e ci si poteva anche cimentare in attività fisica, in corsi di disegno, eventi musicali e giochi vari. Con la bella stagione erano organizzate gite e attività all'esterno, un modo come un altro per permettere agli ospiti di non sentirsi mai soli e inutili, scegliendo di vivere gli ultimi anni della loro vita in compagnia di altri pazienti, piuttosto che in un anonimo ospizio lontano dalla famiglia e dagli affetti. Godevano della possibilità di relazionarsi fra loro, ma anche ricevere visite di una durata indefinita fino alla chiusura, condividendo interessi e soprattutto non abbandonando mai i famigliari lasciati all'esterno. Un'altra prerogativa era la possibilità di organizzare al meglio la propria stanza e decidere come occupare la giornata. Non mancava un servizio medico e psicologico soprattutto per chi necessitava di una cura maggiore, e che era necessario stimolare ogni giorno perché non si abbandonasse alla sua malattia.
«L'ultimo, mamma» dichiarò Camilla allungando la mano e porgendo alla donna seduta sulla panchina nel giardino dietro l'edificio il cucchiaio colmo di yogurt bianco.
Subito dopo aver lasciato l'amica, il commissario si era rinchiusa nel suo ufficio al primo piano, per uscirne qualche minuto dopo. Amelia le sarebbe mancata, soprattutto quel sabato che Jessica avrebbe raggiunto il padre a Roma e la casa sarebbe rimasta vuota. Non era più abituata a restare da sola, e dopo che il suo ex marito se n'era andato, c'erano voluti due mesi prima che si rendesse conto che comprare un quadrilocale all'ultimo piano di un palazzo che si affacciava sul Lungarno della Stecca forse era stata una pazzia che ora avrebbe dovuto pagare da sola. Del resto, avrebbe dovuto anche pensare a cosa farne dell'appartamento della madre che si trovava a un chilometro di distanza, che da quando era rimasto vuoto e chiuso pareva ricordarle ogni giorno che il tempo stava correndo troppo in fretta e lei, a quarant'anni, non era altro che una donna commissario separata, presto divorziata, con una figlia quasi diciasettenne che la odiava e una madre malata di Parkinson che risiedeva in un centro per anziani che le costava mezzo stipendio.
Per quella mattina non aveva molto altro da fare se non controllare i verbali redatti dai colleghi il giorno prima, e restare a guardare fuori dalla finestra, mentre Manenti scartabellava fra gli annuari alla ricerca di una possibile madre di Amelia, in attesa che la Scientifica trovasse qualcosa di utile per metterli sulla pista giusta nel caso dell'omicidio della prostituta. L'autopsia era stata completata, ma c'era poco da aggiungere al referto del medico legale. La ragazza era stata colpita violentemente alla nuca prima e picchiata selvaggiamente dopo fino a che non si era più rialzata dall'asfalto. Lo strangolamento era stato l'ultimo atto dell'assassino per assicurarne la morte. Erano stati scoperti altri lividi antecedenti al fatto. Molto probabilmente quel servizio le era riservato da tempo, e Camilla aveva riflettuto sulla possibilità che la sua morte fosse dipesa dalla sua volontà di andarsene da Firenze e lasciare il giro di prostituzione. Fino a che non avessero trovato qualcosa di utile non avevano la possibilità di fare molto se non tenere sotto controllo quelli che a suo giudizio potevano essere i mandanti di quell'omicidio. Fino a quel momento erano intervenuti solo per far sbaraccare le ragazze da una casa disabitata, ma non si era mai arrivati a dover raccogliere il cadavere di qualcuno dal ciglio della strada. Cosa aveva fatto quella ragazza per meritarsi di morire a soli vent'anni, forse qualcuno in più? E se quell'omicidio fosse stata l'opera di un serial killer? Se di lì a qualche giorno sarebbe spuntata un'altra vittima morta per lo stesso movente?
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LA NINNA NANNA DEI SEGRETI
Mystery / ThrillerSi apre l'anno con un nuovo thriller di Mara Richiedei ricco di colpi di scena, ma anche divertente per lasciare il lettore con il fiato sospeso!