CAPITOLO 8

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M. Richiedei "La Ninna Nanna dei Segreti. Prima parte. La famiglia"

©GPM Edizioni GPM Edizioni Via Matteotti, 1120061 Grezzago (MI)tel 340 99 39 016 info@gpmedizioni.it Illustrazione in copertina da Pixabay.com Progetto copertina di ©GPM Servizi Editoriali

TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell'autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale. 



Poggiò entrambe le mani aperte sul finestrino oscurato della macchina, neppure fosse tornata bambina e guardasse meravigliata dalla finestra la neve che cadeva ricoprendo il chiostro del convento.

Erano trascorsi diciotto anni da quando aveva lasciato la congregazione delle religiose dopo che era stata ritrovata dalle suore in una cesta di vimini con un fiocco rosa sul davanti e un buco dietro, che qualcuno aveva rattoppato infilandoci un lembo di coperta. Era stata quella che per anni l'aveva consolata nelle notti buie e fredde, raggomitolata nel suo letto in quella stanza enorme che contava altre quindici bambine come lei, sole e abbandonate. Fino quando suor Rita non l'aveva gettata e gliene aveva regalata un'altra sempre usata, più morbida e più calda, ma non quella che sua madre le aveva lasciato perché non si dimenticasse di lei. Ricordava ancora tutto di quegli anni. La mensa nel piccolo refettorio dove consumava i suoi pasti insieme alle suore, il pozzo al centro del cortile dove lei e la sua amichetta tiravano i sassi prima che fosse chiuso con una grata di ferro, la gradinata di pietra, sempre lucida e fredda al tatto, che aveva percorso infinite volte per raggiungere il dormitorio salendo e per recarsi alla cappella la mattina quando suonava la campanella. Come ricordava ancora i visi di molte sue campagne e di quelle che all'improvviso se n' erano andate, adottate dalle famiglie che raggiungevano il convento la domenica mattina, cariche delle migliori intenzioni e desiderose di trovare la loro figlia perfetta da portare a casa, come fosse il giocattolo chiesto a Babbo Natale. Non c'era più tornata da quando, raggiunta la maggiore età, aveva riempito una piccola valigia ed era uscita dal portone, con le raccomandazioni della madre superiore e i pianti di suor Nunziata che aveva sperato fino in ultimo che la fede la illuminasse e che decidesse di consacrare la sua vita a Dio.

«Sicuro che siamo ancora a Firenze, e che sia questa villa Torrigiani?» domandò Amelia appoggiando al vetro freddo anche il naso. «Pare di essere arrivati in Inghilterra.»

«Precisamente a Settignano. Via della Capponcina» ripeté l'autista sbirciando oltre il parabrezza. «La famiglia abita qui da anni, secoli, sarebbe meglio dire. Non credo di aver mai visto questa casa vuota, nonostante lavori per loro da tredici anni, e prima di me mio padre per altrettanti quaranta.»

«Una famiglia di autisti» precisò Amelia.

«Qualcosa del genere» arricciò il naso il giovanotto che stringeva le mani al volante, e guardava di sottecchi la proprietà che si ergeva oltre il cancello di ferro battuto.

«Anche tu abiti qui?»

Dopo due chilometri di strada Amelia aveva sentito il bisogno di scambiare qualche chiacchiera con l'autista, sperando di riuscire a mettere a tacere l'agitazione e a calmare l'emozione.

La macchina si era districata per le vie intasate dal traffico, fino a quando non si erano lasciati alle spalle via Alessandro Volta e avevano continuato su via Righi, per poi raggiungere Poggio Gerardo dove il paesaggio non aveva nulla a che fare con quello appena lasciato, con la strada costeggiata da campi prossimi a essere coltivati, e spazi aperti che Amelia non ricordava più il tempo di scorgere dalla finestra del suo piccolo monolocale. Dopo una decina di chilometri avevano già deciso di darsi del tu, eliminando qualsiasi formalità, ma Flavio non si era sbilanciato molto a parlare della famiglia Torrigiani, accampando la scusa che anche se era il loro autista raramente entrava nella villa, ma attendeva sempre fuori dal cancello.

LA NINNA NANNA DEI SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora