CAPITOLO 18

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M. Richiedei "La Ninna Nanna dei Segreti. Prima parte. La famiglia"

©GPM Edizioni GPM Edizioni Via Matteotti, 1120061 Grezzago (MI)tel 340 99 39 016 info@gpmedizioni.it Illustrazione in copertina da Pixabay.com Progetto copertina di ©GPM Servizi Editoriali

TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell'autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.


Si paralizzò davanti alla porta, osservandola in silenzio, con la mano salda allo stipite, fino a che la pendola appesa nel corridoio non rintoccò gli otto colpi, e Ida Arrigucci parve destarsi.

Gustavo non aveva accompagnato Amelia nella camera da letto della padrona di casa, bensì si era fermato davanti all'ingresso della stanza adiacente, che comunicava con la prima con un'altra entrata, rigorosamente chiusa a chiave. Lo studio di Ida si affacciava sul giardino per due lati, permettendo così una vista più ampia dell'intera proprietà. In un angolo erano stati sistemati due mobili identici, in stile francese con il ripiano di marmo bianco che il tempo e l'usura avevano segnato, nonostante le attente cure di chi aveva mantenuto vivo il legno strofinandolo ripetutamente. Sul lato ovest della stanza troneggiava una scrivania di noce scuro, che poco aveva a che fare con il resto dell'arredamento, e sopra la quale qualcuno aveva sistemato in un vaso di cristallo un mazzo di gelsomini bianchi che profumavano l'aria. Anche il divanetto, dai sedili rigidi e le gambe a forma di zampe di leone che era stato spinto contro la parete, pareva essere stato accatastato in quella stanza senza che ne assolvesse alcuna funzione utile, se non quella di sostenere una vestaglia da camera abbandonata. La libreria, che occupava un'intera parete doveva essere l'ultimo pezzo che Ida Arrigucci aveva scelto per completare quella camera. Il legno era vivo e lucido, e Amelia non avrebbe saputo riconoscerne lo stile neppure con un libro di antiquariato davanti agli occhi. Il soffitto si sollevava sopra la sua testa in archi di mattoni rossi e in un angolo una stufetta elettrica giaceva abbandonata e spenta.

Ci fu un attimo in cui Amelia scorse il volto della donna impallidire, impassibile come una maschera cerea.

«I suoi capelli...» sussurrò appena la padrona di casa, allungando una mano verso la chioma ribelle di Amelia, ricordando per un attimo una delle più famose rappresentazioni del Botticello, ma soprattutto destando in lei ricordi che credeva di aver smarrito nella sua memoria.

Fermò la mano in tempo, prima di apparire sciocca e indiscreta. I suoi occhi sprofondarono in quelli verdi di Amelia che la fissava e un sopracciglio si sollevò.

«Una zazzera gonfia e informe, arruffata e crespa» minimizzò Amelia che ultimamente detestava la sua chioma di capelli rosso rame sempre spettinata, e che era costretta a legare con degli elastici fastidiosi e troppo stretti che le facevano prudere la cute come se fosse posseduta dai pidocchi.

«Mi ricorda una persona.»

«La mia amica sostiene che i miei capelli abbiano la stessa tonalità di quelli di Amelia Sachs» asserì lei, cercando di ricacciare indietro un nodo che le chiudeva la gola.

«Di chi?» domandò perplessa Ida.

«Un personaggio letterario creato da Jeffery Deaver, presente in tutti i romanzi riguardanti le indagini di Lincoln Rhyme. Secondo me invece i miei capelli mossi e ribelli non ci azzeccano granché neppure con quelli dell'attrice Angelina Jolie, nota per la sua fama in America. Quella che ha interpretato Lara Croft in Tomb Raider. L'ha visto?» civettò ancora lei, come era solita fare quando l'agitazione prendeva il sopravvento. Deglutì un paio di volte, cercando di decelerare il battito cardiaco, nella speranza che non sopraggiungesse il panico e i tremori.

LA NINNA NANNA DEI SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora