CAPITOLO 17

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M. Richiedei "La Ninna Nanna dei Segreti. Prima parte. La famiglia"

©GPM Edizioni GPM Edizioni Via Matteotti, 1120061 Grezzago (MI)tel 340 99 39 016vinfo@gpmedizioni.it Illustrazione in copertina da Pixabay.com Progetto copertina di ©GPM Servizi Editoriali

TUTTI I DIRITTI RISERVATI.

Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell'autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è puramente casuale.


Il sole lasciava filtrare i suoi pallidi raggi di inizio marzo fra i rami degli alberi, mentre dalla strada giungeva una brezza leggera, quasi piacevole, anche se quando si passeggiava all'ombra era necessario stringersi addosso il golfino incrociando le braccia al petto per riscaldarsi.

Amelia si arrestò lasciando vagare lo sguardo sulla strada completamente deserta, e dalla quale non giungeva alcun rumore. Era proprio quella quiete e il silenzio che, da quando che era entrata dal cancello di quella villa, l'avevano spinta a riflettere sul suo abbandono e sulla possibilità che dopo trentasei anni Camilla riuscisse a ritrovare sua madre. Ed erano stati proprio quei pensieri che la notte prima non le avevano permesso di chiudere occhio, costringendola a rigirarsi fra le lenzuola, a mettersi seduta e poi nuovamente distesa, fino a che non aveva deciso di sfilare dalla sua valigia il flacone di valeriana che si portava sempre appresso, e inghiottire una pastiglietta, cercando di assopirsi. La pendola appesa nel vestibolo aveva rintoccato tutte le ore, lasciando vibrare l'aria che aveva risuonato come se fosse stato appesa alla parete di una casa vuota e disabitata. Nonostante quel blando placebo era rimasta a fissare il soffitto di un grigio spento, fino a che non si era decisa ad alzarsi e affacciarsi alla finestra della sua camera. All'improvviso, mentre frugava con lo sguardo nel giardino alla ricerca di qualche particolare che attirasse la sua attenzione e le permettesse di rilassarsi, era apparso un uomo ben vestito che, uscendo della villa, aveva sbattuto il portone facendo tremare i vetri delle finestre, e si era inoltrato a passo spedito lungo il vialetto, con l'intenzione di raggirare l'edificio e raggiungere lo scivolo che portava ai garage. Subito dopo la porta si era riaperta e l'uomo era stato inseguito da una donna in vestaglia che gli aveva strattonato il braccio costringendolo ad arrestarsi. Avevano discusso concitatamente, ma Amelia non aveva voluto aprire la finestra per origliare il loro litigio, preoccupata che la potessero scorgere. Prima di scappare via, rientrando in casa, la donna l'aveva colpito con uno schiaffo. Lui era sparito lungo la discesa, e pochi istanti dopo il rombo di un motore aveva rotto il silenzio della notte.

Amelia era rimasta davanti ai vetri scrutando il cielo nero nel quale erano state incastonate piccole stelle che non ricordava di aver mai visto prima.

Firenze era una città affascinante, ma soffocata dal cemento e sempre in fermento, affollata di turisti, e con le strade intasate dal traffico anche in piena notte forse aveva perso il fascino della natura. Solo in quegli angoli di paradiso si poteva nuovamente tornare a scrutare il cielo stellato, ad annusare l'aria fresca che odorava di fiori e di aghi di pino.

Le restanti ore prima del sopraggiungere dell'alba erano trascorse lente, trascinate fra l'incertezza di uscire dalla sua camera e perlustrare la villa e quella di nascondersi sotto il letto in attesa che sopraggiungesse la mattina, per poi afferrare la sua valigia e le sue poche cose, e andarsene da lì. Tornare a casa sua, tornare da Camilla, allo studio della sua psichiatra, alla sua vita monotona e pigra che scorreva fra le mura della Biblioteca Centrale Nazionale come ogni giorno sempre uguale. Non avrebbe retto altre emozioni e quella vissuta due notti prima uscendo dalla libreria le era anche bastata. Chi era quella bambina? E perché l'aveva vista solo lei, mentre Gustavo che addirittura le era passato accanto accendendo la luce, non aveva notato nulla? Si trattava di un'allucinazione? Un sogno?

LA NINNA NANNA DEI SEGRETIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora