Alla fine,dopo tutte quelle parole di Ian, mi sono chiusa in camera con la scusa di un mal di testa inesistente. Le sue parole mi hanno fatto male, perché tutto quello che ha detto è vero. Non chiedo aiuto perché sono troppo orgogliosa. E adesso? Come dovrei comportarmi? Cambiare e tornare di nuovo amica di Ian? Oppure lasciare le cose come stanno?
Scendo le scale dell'hotel per dirigermi insieme a papà al pullman che ci porterà alla palestra dove si terranno gli incontri. Gli agonisti sono già seduti ai loro posti, in tuta, con il nervosismo iniettato nelle vene. Anche io sono stata al loro posto. Il nervosismo, l'ansia, la paura, tutto si disperdeva quando salivo sul ring. L'ultimo incontro, purtroppo, non è andato tanto bene così mi hanno tolto dal girone, ma forse l'anno prossimo potrò tornare.
In realtà questo sport non mi è mai piaciuto, gli sport di contatto in generale non mi sono mai piaciuti. Ma è l'unica soddisfazione che posso dare a mio padre, renderlo orgoglioso e fiero di me. Papà si siede sul pullman con gli agonisti, lasciandomi sola al primo posto;non mi lamento: della solitudine ne ho fatto il mio habitat naturale.
Dallo specchietto dell'autista riesco a vedere Ian che mi fissa.
Non girarti. Non girarti. Non girarti. Non dargli questa soddisfazione. Indifferenza, Abby. Pura indifferenza.
Il mio orgoglio riesce a domare la situazione così, sfacciata come al solito, faccio finta di niente.
Guardo dal finestrino, la Thailandia non è poi così "civilizzata" o pulita. Carretti dove vendono cavallette fritte spopolano per la strada.
***
"SINISTRO! TIRA UN SINISTRO" Grida papà da sotto il ring. Io, insieme agli altri agonisti sono sugli spalti, per fare il tifo. Al momento abbiamo vinto 2 incontri e ne abbiamo perso 1.
L'ultimo agonista a salire sul ring è Ian che inizia a riscaldarsi. Non è del tutto calmo, lo fisso e noto un agitazione strana in lui. Non è mai stato così, anzi è stato sempre molto calmo tanto da farmi pensare che sniffasse valeriana. I nostri sguardi si incrociano,guardo subito da un altra parte anche se Ian si dirige verso di me.
Il mio respiro accelera. Cosa faccio? Gli sorrido? Lo scanso? Cosa faccio?
"Abby, posso parlarti?" Domanda Ian mentre mi scruta per capire il mio stato d'animo.
"Lo stai già facendo." Rispondo dura mettendo nel tono della voce una bella dose di acidità.
"È una cosa importante" Il suo tono di voce è diverso da quello di ieri sera, è carico di sensi di colpa (?)
Non mi muovo. Resto lì imperterrita, con lo sguardo fisso in avanti. Immobile. Ian sa che non risponderò, che farò finta di niente. Prende l'iniziativa scocciato delle mie reazioni. Mi strattona da un braccio, facendomi alzare, costretta a seguirlo.
"Lasciami!" Urlo mentre continua a strattonarmi fino sotto gli spalti.
"Se ti lascio scapperai?" Domanda. Come se non sapesse già la risposta.
"Ci puoi giocare le tue parti intime bello" Continuo, sperando di riuscirmi a liberare dalla sua presa. Per ostacolare i miei movimenti mette le sue braccia tra me e il muro. La mia testa tocca il cemento gelido e le sue mani mi sfiorano i capelli.
"Non riesco a stare tranquillo per l'incontro. Penso solo a quello che ti ho detto ieri e sensi di colpa mi stanno mangiando dentro. Non pensavo veramente quelle cose, è stato un momento di pura rabbia. La tua indifferenza nei miei confronti mi fa solo incazzare aumentando di più l'ansia. Non so se ce la farò a vincere questo match, penserò a tutto quello che ho detto ieri e ai tuoi occhi accusatori. Ti sto chiedendo perdono ma ho bisogno che tu mi perdoni." Le sue parole mi lasciano scioccata. Chi avrebbe mai detto che Ian, il ragazzo più bastardo e testardo che abbia conosciuto, mi avrebbe chiesto perdono con queste parole?
La mia parte ragionevole: Abby perdonalo. Se non lo farai perderai la sua amicizia, ti sentiresti in colpa anche tu. È stato carinissimo con te in questi giorni, perdonalo!
La mia parte strafottente: Abby non permetterti a perdonarlo. Ti ha detto queste parole solo perché ha paura di perdere l'incontro. È tutto un trucco. Se non ci fosse stato l'incontro non ti avrebbe mai chiesto scusa. Lascialo marcire con i suoi sensi di colpa.
Gli occhi chiari di Ian mi guardano, in cerca di qualche parola di conforto.
"Mi dispiace che ti senta così, ma come hai detto ieri, sono una bambina viziata. Quindi no. Sul ring combatti contro i sensi di colpa" Si meraviglia delle mie parole, e sinceramente lo faccio anche io. La parte strafottente ha vinto ancora. Rimane sbigottito così ne approfitto e riesco a liberarmi dalla sua morsa.
Salgo sugli spalti mentre Ian sale sul ring.
Papà gli da una pacca sulla spalla, lo incoraggia. Si prepara, si toglie la maglietta lasciando in bella vista il suo fisico scolpito. Mette i guantoni,tira qualche tiro a vuoto ed ecco il fischio dell'arbitro. L'incontro è iniziato.
L'avversario di Ian è Thailandese, gioca in casa, è preparato e forte fisicamente. Ian potrebbe sconfiggerlo.
Ian cerca di tirare un destro ma ha la guardia scoperta perciò prende un gancio.
Ian va all'angolo e lì prende colpi a non finire. Un fiotto di sangue gli esce dal naso, un occhio nero e un lavoro gonfio.
Cade a terra e il thailandese inizia a gonfiarlo di botte.
"ALZATI!" Grida papà.
Ian riesce ad alzarsi ma il suo volto è irriconoscibile. Tutti gli agonisti, compresa me ,ci alziamo in piedi.
Ian è distratto, nervoso, come mi aveva detto. È colpa mia, è colpa mia, è colpa mia.
Il thailandese sferra un calcio sulla gamba di Ian, prende il muscolo così crolla.
Non si regge in piedi, un altro colpo e potrebbe svenire.
Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? I primi tre minuti passano, Ian va all'angolo per farsi sistemare il paradenti da papà.
Faccio di corsa i gradini, precipitandomi da Ian.
"Ti perdono ok? Ti perdono!" Gli urlo appena sono sotto il ring. Ian mi guarda, mi sorride con il labbro pieno di sangue.
"Falla pagare a quel bastardo!"
La campanella suona ed Ian zoppo ritorna all'attacco.
Non so, sarà per le mie parole o sarà per la voglia di fargliela pagare,tanto è vero che Ian gliela fa pagare.
Vince l'incontro, tutti pronti a congratularci con lui ma si precipita in infermeria.
***
"Noi stiamo uscendo per festeggiare le vittorie. Vuoi venire?" Papà esce dal bagno con in mano dei biglietti per un locale. Non mi interessa uscire onestamente. Preferisco restare nella stanza d'hotel.
"No. Resto qui." Dico sdraiandomi sul letto lasciando andar via la preoccupazione.
"Ok. Io sto andando via ora. Qualunque cosa ti serva Ian è nella sua stanza,preferisce stare sul letto che venire con noi." Papà si avvicina e mi bacia la fronte. Esce dalla stanza e dal balcone lo vedo andar via con gli agonisti al seguito.
Nel mini frigo prendo un po di ghiaccio e mi dirigo nella stanza di Ian. Busso e sento solo un mormorio.
"Ciao." Dico chiudendomi la porta alle spalle. Ian è sul letto, a petto nudo, con la gamba bendata e il viso gonfio.
"Ehi." Dice con un filo di voce. Il sangue dalla sua faccia è andato via ma l'occhio nero è ancora in bella vista. Ian picchietta con la mano sul letto, si fa più a destra e questo è il via libera per sedermi vicino a lui. Il suo comodino è pieno di bottiglie di birra vuote.
"Sei ubriaco?" Domando sedendomi vicino a lui.
"Un pochino." Borbotta.
Prendo il ghiaccio e lo poggio sull' occhio gonfio delicatamente. Mi sdraio completamente vicino a lui, con il suo braccio vicino la mia schiena.
Vederlo in quelle condizioni mi porta a fare gli occhi lucidi. È stata per colpa mia se adesso è su questo letto con la gamba bendata. Se l'avessi perdonato subito, se avessi messo da parte l'orgoglio, lui a quest'ora sarebbe stato fuori a festeggiare, magari si sarebbe anche fatto una.
"Mi dispiace." Dico a bassa voce. Forse per non farmi sentire da lui, o forse per non farmi sentire dalla mia parte orgogliosa.
"Per cosa?" Ian si gira su un lato per guardarmi dritto negli occhi lucidi. Tengo il ghiaccio premuto sul suo occhio e lui sposta la sua mano sulla mia vita. La mia vita nella sua mano.
"Per essere stata così maledettamente stronza con te. È tutta colpa mia. Sembri su un letto d'ospedale quando dovresti essere fuori per festeggiare la tua vittoria." Rispondo sentendo la sua presa sui miei fianchi più forte. Vedendo qualcosa nel suo sguardo più...dolce(?)
"Preferirei mille volte stare su un letto d'ospedale con te che uscire a divertirmi." La sua risposta mi smuove il cuore. La sua mano percorre tutta la mia schiena fino ad arrivare ai miei capelli color mogano. Ian si avvicina, fronte contro fronte, sento il suo caldo respiro sul mio viso. Un leggero movimento delle labbra di Ian mi mette in allerta. Si avvicina sempre di più, sembra volermi baciare.
Resto ferma, lui resta fermo, aspettando entrambi quell'attimo che cambierà tutto.
"Aspetta...." Dico "Sei ubriaco" Con molta fatica per il mio cuore mi alzo dal letto pronta ad andarmene via.
"MA PROPRIO NON LO CAPISCI,VERO?" Ian mi blocca mettendomi al muro come questa mattina.
"Cosa dovrei capire?" Bisbiglio con il cuore in gola.
"ABBY. IO...MI SONO INNAMORATO DI TE. AMO QUANDO TI INCAZZI, QUANDO PERMETTI ALL'ORGOGLIO DI PRENDERE IL SOPRAVVENTO, QUANDO FAI QUELLE STUPIDE BATTUTINE. E ANCHE TU SEI INNAMORATA DI ME. NON TE NE ACCORGI MA È COSÌ. NON AMI RYAN. TI SEI CHIESTA PERCHÉ NON ALLONTANI RYAN?" Prende il mio viso tra le mani, lasciandomi scoprire la verità.
"Non me lo sono mai chiesta. Ma voglio sapere la risposta."
"TU NON LO ALLONTANI PERCHÉ SAI CHE NON TI INNAMORERAI MAI DI LUI. INVECE ALLONTANI ME PERCHÉ SEI GIÁ INNAMORATA DI ME. HAI PAURA DI CIÒ CHE POTREBBE ACCADARE. TU SEI FATTA COSÌ! QUANDO TI AFFEZIONI ALLE PERSONE HAI PAURA DI UNA NUOVA DELUSIONE E LE ALLONTANI. TU DIRAI CHE SONO UBRIACO MA IN FONDO QUANDO UNO È UBRIACO NON DICE LA VERITÀ?" Si avvicina di più, le sue mani tra i miei capelli e dai suoi occhi capisco che dice il vero.
Cosa dovrei rispondergli? Che per me l'amore è un illusione? Che non so che cosa provo per lui? Che non so cosa provo per Ryan?
"Ian, ti prego. Forse anche io sono innamorata di te o forse no. So solo che quando ti allontano ho paura di riuscirci davvero ma..." Non mi fa finire di parlare.
Le sue labbra premono sulle mie. Un piccolo bacio che inizia a trasformarsi in un bacio di passione. Non è come quello di Ryan, no, finalmente il mio cuore e quello di Ian trovano il giusto ritmo per danzare su una musica fatta da respiri e schiocchi di baci.
La sua lingua esplora la mia bocca che chiede ancora di più. Lo attiro mettendo le mie mani nei suoi capelli. Ed ecco, il mio primo bacio dato a Ian. Quelli di Ryan in confronto sono niente. Ed ecco che parli del diavolo e spuntano le corna.
Il mio cellulare squilla ,io e Ian ci stacchiamo. È Ryan.
Eccomi! Allora, il capitolo fa cagare lo so benissimo. Sinceramente penso che il libro non piaccia dato che non piace neanche a me. Detto questo, non so, io vorrei cancellare la storia. Voi che ne pensate?
Ps. Questo non è l'ultimo capitolo anche se forse sembra così
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Ti odio,ma per favore amami.
Teen FictionAbby:un nome qualunque ma non di una persona qualunque.Conoscerà Ian,un ragazzo strafottente e pieno di sé.Non hanno niente in comune eppure un enorme segreto li travolgera'.Abby ha perso la madre in giovane età e il brutto rapporto con il padre inf...