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Mi trovo di fronte allo specchio a guardarmi con l'ennesimo vestito addosso e non mi piaccio neanche questa volta. Il problema non sono gli abiti: il problema sono io.
Troppo bassa.
Troppo grassa.
Occhi troppo piccoli.
Cosce troppo grandi.
Seno troppo piccolo.
Bocca troppo piccola.
Guance troppo grandi.
Naso troppo grande.
Sono "troppo" ma mai abbastanza.
Mi siedo sul letto odiandomi e con gli occhi lucidi. Vorrei buttare a terra tutto,urlare fino a perdere fiato, scomparire dalla faccia della terra. Le mie compagne sono sempre così magre e belle,con i capelli sempre in ordine, le unghie ben smaltate, con l'osso del bacino sporgente. Mentre io sono semplicemente...io. Una massa informe di grasso e parole non dette. Cioè,anche Sandra pur essendo "grande" è,in ogni occasione, perfetta.
Incazzata nera mi alzo dal letto prendendo il solito paio di jeans e la solita maglietta. Non sarò bella ma almeno starò comoda. Mi sciolgo i capelli e mi chiudo in bagno per farmeli lisci con la piastra. Odio i miei capelli naturali:non stanno mai al loro posto. Finisco di torturarli con la piastra quando Ryan mi manda un messaggio dicendo di essere sotto casa.
Indosso il giubbotto "Papà io vado da Sarah, a dopo " e così inizio a scendere la rampa di scale.
Ryan apre lo sportello della macchina "Non sapevo che Ian venisse a casa tua" dice facendo marcia indietro.
"Non fare il finto geloso " dico e mi sporgo per dargli un lungo bacio sulla guancia.
"La gelosia non è mai finta. Ricordalo. Ah come mai Ian ha chiesto questa uscita?" Domanda mentre i suoi occhi verde scuro sono inchiodati sulla strada.
"Non lo so. Spero solo che disdica all'ultimo minuto"
"Dai, non fare la pessimista, sarà una bella serata" sorride forse cercando di farmi rilassare e fare sentire meno la pressione.
"Non lo sarà. Insieme a Sandra faranno battutine su come sono vestita, si vanteranno e mi faranno perdere la pazienza" e per fare la scena più teatrale sgrano gli occhi e alzo le braccia.
"Dato che non voglio che tu perda la pazienza..."si gira e mi guarda "quando sarai stanca me lo dirai e io inventero' una scusa, così andremo via" sorride mentre parcheggia.
"Grazie, grazie, grazie!" Dico sganciandomi la cintura per abbracciarlo.
"Di niente" si sporge e mi bacia soffermandosi sulle mie labbra chiuse, comprimendole come per farmi capire che appartengono a lui,come se io appartenessi a lui, ma io,in realtà,  non appartengo a nessuno. Lo assecondo accarezzandogli il viso e i capelli. Continuiamo per diversi minuti quasi trattenendo il respiro fino a quando il mio telefonino suona ricordandoci l'uscita con Ian.
"Mi sa che forse dovremmo andare" sussurro sulle labbra di Ryan.
"Dovremmo" e prima di scendere dalla macchina mi dà un ultimo piccolo bacio.
***
Arriviamo mano nella mano nella pizzeria che ha detto Ian cercando nella folla dei visi "amici".
"Abby!" Mi giro ed ecco che trovo Ian e Sandra vicino a un tavolo.
Gli andiamo incontro e Ryan si china per baciare sulle guance Ian e Sandra mentre io rimango ferma con faccia disgustata tipo 'non ti bacio lurida troia. Non ti bacio lurido coglione' ma, ahimè, si alzano loro per farlo.
Sandra si avvicina facendo finta di baciarmi, neanche sfiorandomi. Il disgusto è reciproco. Ian si avvicina e la sua barba a contatto con la mia guancia mette i brividi.
"Ti avevo detto di vestirti carina, non mi ascolti mai " mi sussurra in un orecchio. E quel briciolo di autostima che avevo è sparita insieme alla mia tranquillità. Mi siedo e combatto contro l'istinto di uccidere Ian.
"Avete fatto tardi per questo abbiamo già ordinato le pizze. Non vi preoccupate,non ho ordinato veleno" dice Sandra "anche se vorrei farlo" aggiunge sotto voce.
'Respira Abby,respira. Opprimi l'istinto omicida' ripeto nella mia mente fingendo un sorriso forzato. Ryan si accorge della mia instabilità e sotto il tavolo prende la mia mano.
Mi tranquillizzo un po e mi avvicino di più a Ryan, poggiando la testa sulla sua spalla sempre pronta ad accogliermi.
Arriva la pizza e tutti iniziano a mangiare mentre io fisso Sandra. Il suo vestito rosso esalta la sua carnagione chiara lasciando il decolleté scoperto. La sua pancia è piatta, anche seduta, la pancia non straborda dal bacino. Invece la mia si, così tanto che prendo il giubbotto e me lo appoggio per non fare vedere tutto quel grasso.
Mangio solo una fetta di pizza dicendo al cameriere di portare via i pezzi restanti.
"Forse volevi ordinata un altra cosa" dice Ian interrompendo la conversazione con Ryan che non si è accorto di nulla.
"Nonono, ho mangiato prima di venire" mento mentre tutti mi guardano.
"Si vede..."commenta Sandra con il suo tono spregevole. Deglutisco incapace di controbbattere e dandole ragione.
Ryan e Ian la guardano male e mi stupisco di questa azione.
"Bene, io vado alla toilette" dice Sandra prendendo la sua bella borsa Chanel.
'Ti prego, affogati con l'acqua del water' urla la mia vocina interiore.
"Si devo andare anche io" continua Ryan prendendo Sandra sotto braccio.
Ian prende l'occasione al volo e si siede vicino a me.
"Sicura che non vuoi ordinata qualcos'altro?"
"Sicurissima" fingo un sorriso e gioco con le posate. "Perché hai organizzato questa uscita?" Continuo abbassando lo sguardo.
"Volevo uscire con te e basta. Non c'è un motivo" i suoi occhi scuri incontrano i miei all'improvviso imbarazzati.
"Certo che Sandra è così magra" commento cambiando discorso.
"È per questo che non hai mangiato,vero?" Domanda in tono serio cacciandomi il giubbotto dal ventre.
"No. Ho mangiato a casa" mento di nuovo riprendendo il giubbotto e mettendolo sul ventre per l'ennesima volta.
"Sandra è così magra perché indossa una panciera. Le donne della sua età lo fanno" sorride togliendomi di nuovo il giubbotto dal ventre. Sorrido anche io pentendomi amaramente di non aver mangiato la pizza.
Sandra e Ryan escono dal bagno a braccetto. Rifletto. Sono così gelosa quando Sandra è vicino a Ian mentre quando è vicina a Ryan io non lo sono.
Ian mi sorride e così l'uscita finisce.
***
"Fermati qui" dico a Ryan mentre parcheggia lontano dal portone di casa. "Mio padre potrebbe vederci"
Ryan mi bacia e scendo dalla macchina mentre a grandi passi percorro la strada verso il portone. Man mano mi avvicino più una macchia rossa prende vita. Si fa sempre più grande e più scura. Mi avvicino ancora di più allarmata:la macchina di papà è in fiamme.

Ti odio,ma per favore amami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora