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Non lo pensi veramente. Abby,pensaci. Lui è fatto così. Usa questi trucchetti con tutte le ragazze. Ryan è a casa che ti aspetta. Pensa a lui. Non pensare a Ian. Ma è impossibile da fare. Apro la porta della stanza di hotel mia e di papà. Ha già disfatto i bagagli, anche i miei.
"E questo profumo maschile?" Domanda girandosi. Gli occhi indagatori mentre scruta attentamente il libro che stringo fortissimo al petto, forse per stare più vicina a Ian. Il pensiero che lui ha toccato il libro e adesso è vicino al mio cuore. E che cazzo! Non mi è mai successo! Mi sto facendo venire il diabete da sola con tutte ste parole alla Jamie Mc.Guire!
"Oh...sai come è fatto Ian. Mi ha preso in giro, dicendo che puzzavo e mi ha spruzzato il profumo. Le solite cose sue" Plausibile come scusa? Eppure papà ci crede. Poso Cercando Alaska sul mio letto. La copertina lucida che risalta alla luce del tramonto.
La stanza è abbastanza grande, anche essa ha un balcone ma non bello quanto quello di Ian.
Fisso l'orologio, è quasi ora di cena così decido di andare in bagno e lavarmi.
***
L'acqua calda della doccia bagna la mia pelle umida e sudaticcia a causa del lungo viaggio. Mi sento sollevata e rilassata;il rumore dell'acqua allontana i miei pensieri; ma io troppo masochista o coraggiosa decido di affrontarli, di fare i conti con quello che provo davvero.
Cosa è l'amore? È la solita domanda scontata che si pongono tutti. Nei libri descrivono l'amore come una sorta di bagliore che ci dà la forza per andare avanti nella vita. Lo descrivono come qualcosa di dolce e di sublime capace di farci andare in estasi. Lo descrivono come un arcobaleno alla fine di un temporale. Lo descrivono come una speranza. La maggior parte di voi sarà d'accordo su questo, ma io no. In fondo sono una tipa strana, fatta da parole non dette e orgoglio a mille,difficile da capire come la matematica. Sono semplicemente me stessa.
Cosa è l'amore? Non è speranza. Non è estasi. È una tentazione. È qualcosa di oscuro che ci rende deboli. L'amore è il tallone di Achille per tutti noi. La debolezza che ci accomuna. Basta che il nostro amato faccia qualcosa di sbagliato e noi crolliamo come sabbia al vento. L'amore ci fa felici? No. Non è così. È solo l'illusione della felicità. Esempio: il nostro amato ci abbraccia, all'inizio possiamo toccare il cielo con un dito, sentirci felici di quella felicità che ci consuma le ossa,di quella felicità che non si consumerà mai. Poi, invece, la felicità và scemando, rimanendo un ricordo, e non la proveremo più come l'abbiamo provata in quel preciso istante con il nostro amato. È un'illusione. Nessuno di noi in realtà è veramente innamorato. Noi ci innamoriamo perché sin da piccoli vediamo delle persone, tipo i nostri genitori, mano nella mano e almeno una volta nella vita abbiamo pensato "Voglio trovare una persona che mi ami proprio come papà ama mamma". Ma non è così. Non è amore. È paura di restare soli. È la paura della solitudine che ci costringe a legarci a determinate persone credendo che questo legame sia amore.
Quindi sono innamorata di Ian? No.
Allora sono innamorata di Ryan? No.
Quello che provo per entrambi sicuramente passerà, come passa l'amore.
Esco dalla doccia. Sistemo i capelli e mi vesto. Jeans e camicia bianca, sobrio e molto scontato come abbinamento.
"Sei pronta? Possiamo scendere?" Domanda papà anche lui più elegante del solito.
Annuisco prendendo il cellulare nelle mani e avviandomi al piano di sotto con papà al seguito. Intravedo Ian che mi viene incontro alla fine delle scale. È solo attrazione fisica quella che provo per lui, vederlo in un completo abbastanza elegante mi mette in suggestione. È come vedere un fratello Salvatore in smoking e non è da poco.
"Ryan è un tipo geloso?" Domanda Ian con un piccolo sorriso sulle labbra.
Perché questa domanda? "Abbastanza" Rispondo immaginando Ryan e le sue occhiate quando parlavo di Ian.
"Non dovrebbe essere geloso." Dice gesticolando con una mano.
Non capisco seriamente dove vuole arrivare con questo discorso. "E perché non dovrebbe essere geloso?" Alzo le sopracciglia per accentuare di più la domanda.
"Perché non ti si fila nessuno neanche vestita così" Ian ride a crepapelle schivando un mio schiaffo partito per orgoglio. Mi metto a ridere anche io, non perché la battuta mi avesse fatto ridere, ma perché la sua risata fa ridere anche me.
Ci accomodiamo al tavolo, con tutti gli agonisti. Mi siedo tra Ian e papà che fa un discorso per incoraggiarli e spronarli per la gara di domani. Ian è attento, annuisce e partecipa al discorso incoraggiante di papà. Mentre gli altri parlano arriva un messaggio da Ryan:
"Tutto bene?" Sorrido tenendo il cellulare tra le mani.
"Si,abbastanza. Tu?"
"Sto bene ma mi fa infuriare che tu sia in viaggio con Ian anche se è fidanzato" Ripenso alle parole di Ian dette poco fa sulla gelosia di Ryan e scoppio ridere talmente tanto che papà si gira interrompendo il discorso soltanto per ammunirmi.
Non so cosa scrivergli, sicuramente dirgli del regalo di Ian peggiorerà le cose, così come dirgli che Ian non è più fidanzato.
"Sono tutti concentrati sulla gara,tranquillo "
Arriva la pasta così poso il cellulare sul tavolo. Iniziano tutti a mangiare, abbuffandosi e scherzando.
Mentre mangio noto la camicia, di un bianco immacolato,macchiata del condimento della pasta. Impreco a bassa voce e mi dirigo al bagno dove faccio di tutto per togliere quella stupida macchia. Acqua. Sapone. Phon per fare asciugare l'acqua.
Acqua. Sapone. Phon per fare asciugare l'acqua.
Acqua. Sapone. Phon per fare asciugare l'acqua.
Faccio tutto questo fino a quando la macchia diventa una piccola macchiolina insignificante.
Ritorno al tavolo sedendomi al mio posto e notando subito Ian che mi guarda storto. Papà si alza per andare fuori a fumare una sigaretta così Ian ne approfitta per portarmi fuori dal ristorante, nell'atrio, ed iniziare a sbraitare.
"Qualcuno lo sa?" Domanda Ian con lo sguardo furioso e duro.
Non so di cosa stia parlando così provo a sdrammatizzare "Non credo si siano accorti della macchia sulla mia camicia" E provo a fare un sorriso ma Ian ha sempre la stessa espressione.
"Qualcuno sa dell' uomo che ti sta minacciando?" Il suo tono di voce è severo e mi ricorda tanto mio padre.
"Cosa stai dicendo? Non mi minaccia nessuno" Rispondo aggiungendo una risatina nervosa.
Lui estrae dalla tasca dei pantaloni il mio cellulare, me lo mostra.
"Sono venuto a casa e non ti ho trovato. Considerati fortunata. Ma non preoccuparti ti ho lasciato un regalino" Un nuovo messaggio dal numero sconosciuto che non avevo letto forse presa dai messaggi di Ryan.
Ian scorre i messaggi e trova quello di alcune sere prima "Abby, guardati le spalle "
Ho il cuore in gola, il respiro accellerato.
"Dio Abby! Sa qualcuno di questo coglione?" Domanda spazientito Ian.
"No..." Rispondo a bassa voce pensando al nuovo messaggio e a come Ian abbia preso il mio cellulare.
"È una cosa pericolosa. Perché non me l'hai detto?" Gesticola iniettando nello sguardo una buona dose di puro veleno.
"Perché non sono cazzi tuoi! Non hai il diritto di leggere i miei messaggi e di prendere il mio cellulare" E così spazientita anche io alzo la voce.
"Se io non avessi letto i messaggi e ti fosse  successo qualcosa..." Prova a continuare infuriato ma lo interrompo
"Ti ringrazio ma so badare a me stessa. Non ho bisogno del tuo aiuto né di quello di nessun altro. So cavarmela da sola e non intendo darti spiegazioni.E tutto questo interessamento che hai per me, questo comportamento da 'fratello maggiore' lo hai solo perché Sandra ti ha lasciato e devi trovarti un nuovo passatempo, ma io non lo sarò!" Urlo come una forsennata rivelando anche a me stessa la verità. Urlo fino a svuotarmi completamente.
"SAI COSA? NON CAPISCI! SEI SOLO UNA BAMBINA VIZIATA, FIGLIA DI PAPÀ CHE SFIDA OGNI GIORNO LE PERSONE SOLO PER SEMBRARE PIÙ GRANDE E MATURA MA NON LO SEI! NON SEI UN CAZZO ABBY! CAPISCILO!VUOI TUTTE LE ATTENZIONI PER TE. NON SEI ABBASTANZA MATURA E FORTE PER AFFRONTARE UN PEDOFILO CHE TI MINACCIA. E SCUSA SE PER UN SECONDO HO CERCATO DI ESSERE CARINO CON TE E DI PROTEGGERTI. RIMARRAI SOLA SE CONTINUI AD AVERE QUESTO COMPORTAMENTO, SE CONTINUI AD ALLONTANARE LE PERSONE. E FORSE LA COLPA È SOLO MIA PERCHÉ MI SONO..." Lascia la frase a metà, prendendosi il viso nelle mani e andando via lasciandomi da sola con i miei sensi di colpa.
Ha ragione. Ha ragione Ian. Quelle parole mi hanno fatti male. "NON SEI UN CAZZO". Speravo veramente che qualcosa potesse cambiare ma Ian non cambia. E mi ero solo illusa. Come ho detto prima, l'amore è un'illusione.
Ehi! Scusate il ritardo ma ieri è stato il mio compleanno e ho dovuto organizzarlo. Comunque non so se questo capitolo vi piacerà perché la fine, fatemi passare il termine, fa cagare gli stitici. Ma non preoccupatevi, per farmi perdonare ho già un'idea per il prossimo capitolo . Vi lascio con un dubbio: che cosa voleva dire Ian? "E forse la colpa è solo mia perché mi sono..." eheh chissà!

Ti odio,ma per favore amami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora