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La festa non è stata un granché,ma non so,io non sono mai andata ad una festa prima di quella di Ian perciò non so come dovrebbe essere una "festa". Ian con i suoi amici a festeggiare,Ryan impegnato a fare il gay con mio padre e l'etero con Sarah,ed io in un angolo con un bicchiere con dentro del ginger ingiallito e in testa la fotografia.
"Io vado in piazza,il telegiornale della città sta intervistando Ian per la sua vittoria. Vuoi venire?" Domanda zio vicino alla porta.
"No resto qui." Rispondo fredda con Cercando Alaska nelle mani.
"Sta attenta." Dice zio,è evidente anche se non ha usato il complemento d'agente che devo stare attenta a un ritorno imminente di mio padre.
"Ok."
"Vuoi chiamare Ryan? Sarò più tranquillo se qualcuno starà con te." Uuh Ryan gli sta proprio simpatico.
"Va bene lo chiamerò."
Zio esce facendo cigolare un po la porta. Finalmente sola. Quando sento la macchina partire mi precipito come un ninja di fronte a dei vecchi cassetti. Li apro sperando di trovare un vecchio album fotografico. Tolgo tutti i documenti,carte e attrezzi di papà ma niente. Giro tutto il soggiorno e ogni indizio sembra essere sparito.
"Dove nasconderesti le fotografie di tua nipote se non vuoi che scopra chi sia veramente il padre Abby?" Chiedo ad alta voce a me stessa. Sto diventando pazza,è così.
Vado in stanza di zio,apro i cassetti ma non trovo niente a parte i vestiti. Inciampo su una scarpa di zio imprecando,cado a terra facendomi male leggermente a un gomito.
No,non sei pazza, sei la stessa di sempre con la tua solita goffaggine. Rispondo commentando il mio pensiero di prima.
Mi chino sotto il letto e sbaam! Trovo una scatola che non avevo notato prima.
La prendo, la metto sul mio grembo, la apro e trovo delle conchiglie,una lettera,un anello,una foto di zio con una sigaretta in bocca (ed io che mi sento in colpa quando fumo) e un'altra scatola piccolina.
Metto da parte le conchiglie e la sua foto. Prendo in mano questo piccolo anello con una pietra azzurra. Elegante, sobrio ma veramente spettacolare. È così bello. Guardo all'interno e trovo una dedica "Alla mia piccolina". Chissà forse qualche vecchia fiamma di zio.
Apro la lettera ma sembra essere insignificante perciò la riposo.
La scatola contiene un pezzettino di carta ripiegato un sacco di volte. Finalmente riesco a scartarlo e lo riconosco subito. Zio che abbraccia un ragazzo giovane,con una leggera barbetta e i capelli di quei tempi. È lui. L'uomo della foto.
Suonano alla porta.
"Cazzo." Mi scappa un lamento metto tutto in ordine nella scatola e la rinfilo sotto il letto.
Apro ed ecco Ryan.
"Ehm ciao,cosa ci fai qui?" Domando aggiungendo a fine frase una risatina da nervosismo.
"Mi ha chiamato tuo padre." Risponde Ryan con le mani in tasca mentre i suoi occhioni mi scrutano e osservano tutto ciò che è dietro di me.
Non mi da fastidio la sua visita però mi infastidisce il fatto che zio lo abbia  chiamato. Non si è fidato di me. Lo avrei chiamato certo,ma dopo aver finito le mie indagini. E poi come ha fatto ad avere il suo numero?!
"Allora entra!" Mi sposto dalla porta lasciandolo entrare.
"A mio padre piaci tantissimo dato che ti ha fatto entrare in casa." Dico prendendo il suo giubbotto di pelle marrone e mettendo all'attaccapanni.
"Dopotutto a chi non piaccio?!" Dice ironico. È molto interessato mentre gli faccio vedere la mia stanza.
"Ad esempio a me non piaci." Dico. E un po di verità c'è. Mi piace come persona,lo vedo molto protettivo e simpatico, quasi come un fratello ma non mi piace in quel senso.
"Oh certo." Risponde lui tornando in soggiorno.
"Posso da fidanzato gay baciare la mia fidanzata?!" Domanda avvicinandosi. Cerco di rispondere inutilmente quando le sue labbra mettono a tacere le mie.
Baciandolo non riesco a non paragonarlo al bacio di Ian. Quest'ultimo è stato qualcosa di forte e immenso mentre quello di Ryan affettuoso e dolce.
Qui mollo tutto. Non posso continuare a tradire i sentimenti di Ryan o i miei. Semplicemente non voglio continuare a uscire con lui,facendo l'amica e lui il fidanzato. Io non lo amo. Non amo nessuno. E mai lo farò. L'amore è un grido nell'oblio.
"D-dobbiamo parlare." Dico con voce tremante non perché ho paura di dirglielo. Ho paura che lui si potrebbe allontanare o addirittura andarsene. E Dio se mi sono affezionata a lui, gli voglio un bene immenso e perciò voglio che cerchi una ragazza che possa ricambiarlo a pieno,chissà,forse Sarah potrà soddisfarlo.
Ci sediamo sul divano ed io non so come iniziare...
"Ryan credo che dovremmo restare solo amici,sei un ragazzo fantastico con cui tutti si trovano d'accordo,persino mio padre, ma non sono pronta ad avere una relazione. Dopo tutto ciò mi sono affezionata tanto,tantissimo a te, mi capisci con un solo sguardo e credimi,hai fatto talmente tanto per me. Riesci a calmarmi quando voglio mandare tutti a fanculo e al solo pensiero che tu non mi parlerai più dopo questa decisione mi manda in crisi. Ti voglio un bene dell'anima." Finisco. Mi guarda.
Riesce solo a dire "Ti sei innamorata di Ian vero?"
"Non sono innamorata di nessuno,è questo il problema." Dico guardando fisso un punto inesistente.
Ryan si alza prendendo il giubbotto ed è il minimo che possa fare dopo che ho deciso di non stare più con lui per motivi a lui strani.
"Ti prego." Dico con un filo di voce abbracciandolo e sentendo già la sua mancanza.
Ricambia,a quel punto stringo forte,talmente forte che mi fanno male le braccia. Lui scioglie l'abbraccio,mi guarda,mi dà un ultimo piccolissimo bacio ed esce.
Ed anche se non voglio,Ryan,esce fuori dalla mia vita.

Spero nessuno mi ammazzi per averli fatti lasciare lol

Ti odio,ma per favore amami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora