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Rimango impassibile,ferma,immobile davanti alla porta cercando di realizzare la nuova scoperta.
Zio mi ha sempre detto che mamma era morta. E chissà quante altre cavolate mi avrà detto tipo che lui era mio padre...
Forse fa tutto parte di un disegno scritto dal destino. Era destino che io non andassi al ballo. Era destino che la macchina di Sarah si rompesse vicino a casa mia. Era destino. Il destino ha voluto che io scoprissi la verità proprio oggi. Io credo nel destino,voi no? Insomma, è vero che per ottenere qualcosa dobbiamo muovere il culo e andare a prenderla,lottare e scannarci, sudare e fare finta di pregare ma è anche vero che tutto accade per una ragione. Le più piccole cose sono quelle decisive per il nostro futuro. Decidere di prendere una scorciatoia e scontrare uno sconosciuto è destino,quello sconosciuto diventerà una persona importante nella nostra vita. È destino non trovare una stupida maglietta in un negozio solo per poi andare in un altro. È così. Tutto ciò che noi viviamo è stato scritto per noi. O forse dico tutte queste cazzate sul destino perché voglio qualcuno da incolpare. Chissà.
"Calmati Abby, calmati." Dico ad alta voce quando mi accorgo che sto tormentando le mie dite. Cosa dovrei fare ora? Aspettare zio e dirgli tutto. Vorrà sapere dove ho preso quella foto e sarò costretta a dirgli che mio "padre" mi sta perseguitando.
"Padre" non potrei mai definire l'evaso un "padre". Non dopo tutto ciò che mi ha fatto. Dovrei continuare a chiamarlo evaso?! Tom. Alla fine il suo nome è Tom perciò come dovrei chiamarlo? Tom.
Devo distrarmi...o continuare ad indagare. Decido di prendere quella scatola sotto il letto di zio per vedere se mi è sfuggito qualcosa l'ultima volta.
Quella foto...un'altra foto...quella lettera. Tutto come un paio di giorni fa, non ha aggiunto niente e né tolto niente. Rimetto tutto dentro la scatola ma apro la lettera per sbirciare.

"Caro Alarick,
quando leggerai questa lettera io sarò già lontana. Mi dispiace lasciarti così, dirti addio così soprattutto dopo tutto ciò che abbiamo affrontato insieme. Tu sei sempre stato innamorato di me,lo so ed io avrei voluto innamorarmi di te,così gentile e premuroso eppure il destino ha voluto che io mi innamorassi di Tom."

Non è una lettera qualunque e decido di leggerla tutta e per puro caso del destino anche chi ha scritto questa lettera crede nel destino.

"Ho avuto una vita così piena, una vita difficile senza regole. Tu mi hai accolto a casa tua quando a quattordici anni mi hai trovato per strada che facevo la sgualdrina per mantenermi, senza casa e soprattutto senza famiglia. Non sai quanto ti sono grata per avermi salvato da quel mondo, avrei voluto ringraziarti e come l'ho fatto?! Innamorandomi di tuo fratello, e mi dispiace così tanto. Ho fatto tantissimi casini e continuo a farli tutt'ora. Poi,dopo solo due anni,sono uscita incinta di Tom. Ricordo quando ti abbiamo dato la notizia, io ero felice,Tom era felice e tu hai incassato questo colpo sorridendo ma con gli occhi tristi. E poi Dio mi ha dato un enorme regalo che neanche io meritavo:Abby. La mia bambina."

Leggendo gli ultimi due righi mi commuovo, veramente, e capisco che questa lettera l'ha scritta la mia mamma. Che il foglio che sto tenendo in mano lo ha tenuto in mano anche lei.

"A sedici anni non ero pronta a diventare mamma,penso nessuna sia pronta, ma tu mi hai aiutato tantissimo, mi hai aiutato a far crescere Abby e voglio che tu lo faccia ancora. Per lei volevo la famiglia che io non ho mai avuto e come al solito ho rovinato tutto. Sapevo che Tom quel pomeriggio era ubriaco e ho insisto affinchè mi accompagnasse in centro per comprare le cose necessarie per il compleanno di Abby. Quel giorno ho fatto l'errore più grande della mia vita. Sento ancora le grida della mia bambina,ogni volta che guardo i suoi occhioni blu ricordo ciò che è successo. Ricordo di non essere stata una buona madre e ricordo tutte le volte che ho sbagliato. E sicuramente sbaglierò anche in questa scelta: è una lettera d'addio.
Abby ha bisogno di te non di me. Sono io quella che ha rovinato tutto e non voglio rovinare il resto. Comportati come Tom ed io non abbiamo mai fatto con lei. Sii suo padre. Non farla diventare come me. Non farle mai sapere la verità. Quando lei chiederà di me dì ciò che vuoi ma ti scongiuro,ti prego, non dirle che l'ho abbandonata. Non raccontarle di me. Dille solo che la amo incondizionatamente.
Sto facendo tutto questo per voi due. Tom non è più un problema;io si. Adesso sarò in aereo, lascerò il Paese e chissà forse un giorno tornerò.
Prenditi cura della mia bambina. Ti amo anche io,
Tua
Sandra."

Una lacrima bagna la lettera e non sono lacrime di commozione. Tutta la rabbia esce fuori. Mi alzo e lancio la scatola e la lettera.

"SE MI VOLEVI BENE DOVEVI RESTARE CAZZO. DOVEVAMO FARE INSIEME TANTISSIME COSE. UNA BAMBINA HA BISOGNO DELLA PROPRIA MAMMA. IO HO BISOGNO DI TE! DOVEVI TENERMI LA MANO MENTRE ANDAVO A SCUOLA, DOVEVI ESSERCI TU CON ME ALLA COMUNIONE, DOVEVI VENIRE AI MIEI COLLOQUI E SGRIDARMI QUANDO NON ANDAVANO BENE, DOVEVI BACIARMI SULLE GUANCE QUANDO MI ACCOMPAGNAVI ALLE MEDIE ED IO FACEVO FINTA CHE NON VOLEVO BACIARTI. A QUEST'ORA TU DOVEVI CONVINCERMI AD ANDARE AL BALLO E DOVEVI FARMI I CAPELLI MENTRE SPARLAVAMO DELLE ALTRE GALLINE DELLA SCUOLA E DOVEVI ESSERCI TU. NON ZIO. CAZZO NON SEI TU QUELLA CHE È STATA SEVIZIATA DAL PADRE! DOVEVI STARE VICINO A ME PER CONSOLARMI NON ANDARTENE. GIUSTAMENTE HAI PRESO LA VIA PIÙ FACILE. E POI DA UN GIORNO ALL'ALTRO RITORNI, TI FIDANZI CON UNO PIÙ GIOVANE DI 20 ANNI E MI DAI DELLA PUTTANA PERCHÉ NON SAI CHE SONO TUA FIGLIA. POI PARLI CON ZIO, LUI TI DICE CHI SONO, MI ABBRACCI E PARTI DI NUOVO. MA VAFFANCULO!"

E so che sto parlando da sola,e so che sto dicendo cose senza senso e so che zio dalla porta mi sta guardando e ha capito tutto e non riesco a fermarmi.
Non riesco a controllarmi. Cado in ginocchio e zio si avvicina.

"NON TI AVVICINARE." Lo spingo sapendo che non si merita tutto questo, sapendo che è stata Sandra, mia madre, a dirgli di stare zitto.
"DOVEVI DIRMELO! MI HAI SEMPRE DETTO CHE ERA MORTA MA L'UNICA COSA MORTA QUÌ È IL TUO CERVELLO!"

Mi alzo in piedi e comincio a prendergli a pugni il petto, me lo lascia fare, ha capito che devo sfogarmi.

"QUANDO È VENUTA IN PALESTRA DOVEVI DIRMELO CAZZO! L'AVREI DOVUTA ABBRACCIARE ANCHE IO E AVREI DOVUTO DIRLE DI RESTARE CHE NON FACEVA NIENTE, CHE AVREI DIMENTICATO QUESTI 17 ANNI MA NOO! OVVIAMENTE DOBBIAMO FARE QUELLO CHE È PIÙ GIUSTO PER ALARICK. DOBBIAMO NASCONDERE E INSABBIARE TUTTE LE COSE CHE RIGUARDANO MIA NIPOTE E POI FARLA SCOPPIARE COME UNA GRANATA COSÌ! CI SEI RIUSCITO ZIO COMPLIMENTI."

Mi svuoto di tutto e quando finisco di gridare arrivano i singhiozzi e le lacrime. Mi sento devastata moralmente. Cos'altro dovrò scoprire ancora? !

"Shh..è tutto finito, ora sai tutto." Dice zio accarezzandomi la testa.
"Veramente?" Domando tra un singhiozzo e l'altro.
"Veramente." Conclude lui prendendo la lettera da terra.

***
Tre giorni dopo

Lezioni finite finalmente, prendo lo zaino e mi dirigo fuori da questa inutile struttura. Non so come mi sento...non mi sento bene...non mi sento male...anestetizzo ogni emozione.
Fuori tutti gli studenti sono rivolti con il viso a destra. Tutti intorno e tanta confusione come al volantino del ballo di fine anno. Chissà forse un altro volantino.
"Cosa sta succedendo?" Domanda un ragazzo del primo anno al suo amico.
Mi faccio più vicina a loro intenta ad ascoltare.
"Il ragazzo dell'ultimo anno, Ryan, sta facendo a botte!" Risponde l'amico.
"Forte!!!andiamo!" Controbbatte l'altro e tutti e due si uniscono al cerchio.
Corro anche io con loro per vedere se è veramente quel Ryan.
"Permesso, permesso." Dico prendendo a zainate i ragazzi intorno.
"Scusa." Dico affrettandomi per vedere cosa sta succedendo ed eccomi in prima fila. Ed ecco che Ryan è a terra sopra Ian colpendolo con pugni. Ed ecco che Ian riesce a liberarsi e a terra finisce Ryan. Ed ecco Sarah che compare dalla folla e cerca di dividere il fratello dalla sua cotta ma non ci riesce. Ed eccomi mentre prendo Ian da un braccio e lo allontano da Ryan.
"Che diavolo ti è preso?" Diciamo contemporaneamente io e Sarah a Ryan.
Quest'ultimo mi sorpassa con un occhio nero e il labbro gonfio. Sarah lo insegue ed io resto con Ian. La folla sparisce quando vede che il divertimento è finito.
"Perché non me lo hai detto? Mi fidavo di te!" Dice Ian spingendomi e facendomi cadere sull'asfalto. Mi faccio male, lo capisce e non mi aiuta. Mi guarda aspettando una risposta.
"Ma che ti prende?!" Rispondo io alzandomi con fatica e togliendo un po di polvere dallo zaino.
"Perché non me lo hai detto?!" Domanda ancora. Non l'ho mai visto così incazzato nemmeno in hotel quando imprecava contro di me. Mi spinge ancora ma questa volta mantengo l'equilibrio.
"Cosa avrei dovuto dirti?!" Rispondo guardandolo negli occhi.
"Che sono stato adottato!"

Vi prego ditemi che non fa cagare perché secondo me è così.
Anyway: cosa succederà nel prossimo capitolo?

Ti odio,ma per favore amami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora