Cambiamenti

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Ero appena arrivata sulla soglia dell'appartamento che mi avevano riservato a New York. Dopo il piccolo inconveniente del matrimonio saltato decisi che era meglio dare un taglio alla mia vita a Washington e per fortuna, l'azienda che lì dirigevo, aveva la sede centrale a New York. Nuova casa, nuova vita.
Praticamente, il pianto a cui mi abbandonai quel sabato maledetto nella mia auto fu il mio unico momento di debolezza. Da quel punto in poi, la mia vita fu totalmente incentrata sul lavoro, salvo la domenica successiva, passata a disdire i vari appuntamenti matrimoniali che avevo per l'abito, le bomboniere, il parrucchiere e chi più ne ha più ne metta.
Kat, la mia amica di sempre, aveva passato quel mese a starmi letteralmente col fiato sul collo. L'apprezzavo, ma mi sarebbe piaciuto lasciarmi completamente il passato alle spalle, e con lei così pronta a fornirmi la spalla su cui io non volevo piangere, non era affatto semplice.
Aprii la porta dell'appartamento che mi avevano riservato e restai di stucco, ferma sull'uscio, con gli scatoloni in mano, ad ammirare lo splendido salotto in cui, ci avrei giurato, avrei passato praticamente il resto dei miei fine settimana. Solamente lo squillo del cellulare che mi avvisava di un nuovo messaggio mi fece tornare in me.
"Allora bambola, come va la nuova vita newyorkese? Insomma non ti avevo detto di chiamarmi appena fossi arrivata in casa? Kat"
Ecco mi riferivo proprio a questo quando parlavo appunto di "fiato sul collo".
Alzai gli occhi al cielo e composi il numero di Kat senza nemmeno guardare la tastiera del mio iphone.

«Allora Nicholson? Come va la tua vita newyorchese?» dopo neanche uno squillo, la sua voce dall'altro capo del telefono mi stonó quasi un timpano.

«Kat, ma insomma, dopo tutti questi anni perchè continui a chiamarmi usando il cognome? Comunque sono a New york da poco più di un'ora e sono appena entrata in casa» quella abitudine mi faceva perdere il senno. Mi chiamava per cognome come facevano i miei colleghi nonostante lei mi conoscesse dai tempi del liceo.

«Tesoro devi fare un po' di shopping se vuoi far colpo sui tuoi nuovi dipendenti domani!» disse spensierata, come se quegli scatoloni pieni di vestiti che mi ero portata dietro non fossero bastati.

«Katherine Holmes, quante volte ancora dovró ripeterti che con gli uomini non voglio più avere nulla a che fare?» sbottai scocciata. Avevo già capito la piega che stava prendendo quella telefonata. Insomma, a Kat volevo un bene infinito ma non si rendeva proprio conto che non era necessaria la presenza di un uomo nella mia vita perchè fosse felice. Almeno non nella mia nuova vita. La nuova me aveva sprigionato una forza che nessuno pensava avessi, men che meno io. Io sognavo il matrimonio da anni, desideravo l'uomo perfetto e pensavo di averlo trovato e che lo avrei sposato. Ero una donna dedita alla famiglia, che avrebbe voluto avere dei figli e un doppio forno per fare dolci e biscotti nei giorni festivi. Ma con quello che era capitato, la vecchia me era praticamente scomparsa ed era stata soppiantata da una donna cinica e fredda, stakanovista e soprattutto stronza e schiva, specialmente nei confronti dell'altro sesso.

«Pronto? C'è nessuno?» la voce di Kat al telefono mi riportó alla realtà e mi resi conto che aveva continuato a parlare nel frattempo che io ero rimasta assorta completamente nei miei pensieri.

«Kat, tesoro, perdonami ma sono completamente stralunata. Il viaggio, le valigie e tutto questo casino da sistemare, non so da dove partire, devo andare adesso sennó domani mi toccherà saltare il primo giorno di lavoro», cercai di farle capire che non era il momento adatto a rivangare fatti passati e ormai chiusi in chissà quale cassetto dei miei pensieri.

«Certo, scusami, ciarlo sempre troppo. Fatti sentire Gen e non lavorare troppo! Baci tesoro» disse, questa volta comprensiva, e poi mise giù. Tirai un sospiro e incominciai ad esplorare la mia nuova casa, finalmente con un velo di luminosità negli occhi che negli ultimi tempi mi aveva abbandonato.
La cucina era qualche cosa di straordinario ma io avrei dovuto trovare il tempo e la voglia di rimettermi ai fornelli come facevo prima. Con il tempo, pensai che tutto sarebbe venuto da se.
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Per chi non lo sapesse, ho creato un account su instagram in cui pubblicheró citazioni del libro e spoiler, seguitemi se vi fa piacere!! Il nick è lo stesso, @piienneggiu
Piccolo inserto del prossimo capitolo
Quasi ebbi vergogna di quel pensiero che mi era balenato in testa, come se mi fosse proibito pensare ad Adam, come se qualcuno avesse potuto ascoltare la voce dei miei pensieri e ridere di me.

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