Stavo per rispondere alla telefonata ma suonò il citofono. Rimasi bloccata per un istante infinito, prima di sollevare la cornetta e chiedere chi fosse, anche se in realtà lo sapevo benissimo. Un uomo elegante e con un sorriso smagliante mi guardava fisso dalla videocamera del citofono. Avvampai dalla vergogna ma per fortuna non potette vedermi, non ancora.
/GILBERT's POV/
Rispose con una voce tremolante, mi sembrava emozionata e dovevo ammettere di esserlo anch'io. Non indossavo un abito elegante dal matrimonio della sorella di Daniel. Cercai di riavvolgere il nastro dei miei pensieri e seppellire quei gelidi ricordi che ancora mi ghiacciavano il cuore.Quando Genevieve mi aprì la porta di casa rimasi letteralmente senza fiato. Ero intrappolato in una bolla emotiva che stava per farmi esplodere il cuore. Stupore, bellezza, incanto erano solo alcune delle emozioni che ardevano dentro di me. Era senza dubbio la donna più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Indossava un abito lungo di seta nera. Si allacciava dietro al collo con un laccetto pieno di diamanti che le illuminavano il volto ancora di più, se mai fosse stato possibile. Era semplice, di quelli che non compreresti mai quando li vedi indosso al manichino, invece su di lei rappresentava la perfezione.
Il trucco era semplice e la cosa che apprezzai di più furono le labbra, perché le aveva lasciate naturali. I capelli le cadevano morbidi sulle spalle e sotto formavano delle onde. Mi ci sarei voluto tuffare dentro.
Quando aveva aperto la porta, poi, l'aria che aveva mosso mi riempì i polmoni di un odore delizioso che mi fece andare lo stomaco in subbuglio.Ciao... fu l'unica parola che riuscii a dire, perché lei me le aveva cancellate tutte, e lo dissi con l'ultimo filo di voce che mi era rimasto ancora in gola. Un mezzo sorriso si affacciò sul mio viso. Facevo ancora fatica a riprendermi.
/GEN's POV/
Gil era rimasto a fissarmi per un tempo che mi sembrò indecifrabile. All'inizio avevo addirittura pensato che avessi sbagliato qualche abbinamento di colori, poi per fortuna accennò un mezzo sorriso e potetti tornare a respirare.Ciao... risposi sorridendogli a mia volta. Eravamo imbarazzati come mai prima d'allora. Forse ci stavamo rendendo conto solo in quel momento che eravamo davvero al nostro primo appuntamento e che, soprattutto, non eravamo padroni delle nostre emozioni, non riuscivamo a contenerle.
Gli feci un cenno per farlo entrare in casa, eravamo ancora fissi sull'uscio e mi resi conto che mi stavo quasi sorreggendo alla porta. Mi spostai per farlo passare.Io vado a recuperare la borsetta, tu mettiti pure a tuo agio.. gli dissi, se mai fosse stato possibile riprendere la lucidità in quel momento.
In camera da letto dovetti sedermi per un attimo. Il turbinio di emozioni che danzava nel mio cuore mi fece girare la testa. Finalmente, per la prima volta dopo molto tempo, mi fermai per un attimo a fare il resoconto della mia vita.Mi dissi che da lì sarebbe ricominciato tutto. Da quel grande fegato che mi ritrovavo e che avevo tanto gonfiato per sopportare i miei dolori passati. Da quell'uomo che mi attendeva nella stanza a fianco che sembrava essermi venuto a salvare come solo le persone migliori sanno fare. Dai litri di lacrime che avevo trattenuto e non avevo mai versato, pensando che quello fosse sinonimo di grande forza. Dall'immagine che avevo vista riflessa nello specchio. Avrei dovuto presentare la nuova me alla vecchia. Ero una donna che era caduta, si, ma si era rialzata alla grande ed in pochissimo tempo. Perchè è questo quello che fanno le donne. Vengono calpestate, umiliate, derise. Piangono disperate credendo di non essere giuste per gli uomini, addossandosi colpe che non hanno e non avranno mai. Poi, un bel giorno si svegliano, si guardando allo specchio come stavo facendo io, e si rialzano più forti di prima. Le possono schiacciare, ma non possono tenerle a terra per sempre. Le donne sono un po' come le lucertole... per quante volte gli si possa tagliare la coda, alla fine questa si rigenererà sempre. E io avrei fatto proprio quello, mi sarei reinventata di nuovo, per l'ennesima volta. Così, in un soffio, ero passata dal sentirmi stanca all'essere un uragano pronto ad sferzare qualunque cosa si trovasse davanti.
Fu allora che capii d'aver sbagliato a chiudermi in una corazza. La mia fortezza l'avrei dovuta dimostrare prendendo a schiaffi la vita, non scappando dagli uomini. Non c'era più bisogno di nascondere la mia femminilità, la dolcezza, l'essere donna. Avrei fatto di quelle caratteristiche che avevo nascosto il mio grande punto di ripartenza. Eccomi, ero io, ed ero finalmente pronta ad affrontare quella serata, a cavalcare la mia vita.
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Beautiful disaster
ChickLitGenevieve Nicholson scopre il tradimento del suo fidanzato quasi marito. Con molta freddezza e lucidità, decide di stravolgere completamente la sua vita, partendo da una nuova città. Si trasferisce a New York, dove sceglierà di dedicarsi completam...