Le ultime settimane erano state un completo disastro. Kat mi telefonava di continuo e io la congedavo con scuse al limite del ridicolo, Dan non si era più fatto sentire nonostante la convalescenza fosse quasi giunta al termine, e Gil, invece, continuava ad essere gentile e carino con me. Spesso mi aveva anche invitato ad uscire ma io avevo declinato in maniera poco educata e col tempo le sue proposte diminuirono al punto tale da diventar nulle.
Anche quella giornata, come le precedenti, era partita con il piede sbagliato. La sveglia aveva deciso improvvisamente di abbandonarmi e io mi ritrovai a contare i minuti che rimanevano per prepararmi ad andare in azienda. Dieci minuti, molto bene, ce la potevo fare. Quattro li avrei impiegati per la doccia, due per vestirmi, uno per fingere di truccarmi e gli ultimi tre per mettere qualcosa al volo sotto i denti.
Ultimamente in azienda si respirava un clima insopportabilmente teso, dovuto al fatto che c'era in ballo una situazione molto delicata con una grande multinazionale che aveva improvvisamente deciso di metterci i bastoni tra le ruote. Tutti erano indaffarati, me compresa, e questo fu un bene perché almeno mi tenevo impegnata e distratta, anche se comunque non giovava il mio umore nero.
Come se non bastasse, appena misi il piede fuori casa quella mattina cominciò a piovere, come se il meteo avesse deciso di adeguarsi al mio stato d'animo.
Ero spenta e sopraffatta da ogni cosa, non avevo più così tanta voglia di alzarmi e cominciare le giornate, ero diventata passiva.
Nemmeno di Kat mi importava più, con lei continuavo a litigare ogni volta che tentava di farmi sputare il rospo su tutto quello che era successo.
Era come se avessi deciso di spegnere le emozioni e vivere una routine precisa che non potesse sfuggirmi di mano. Cercavo di pianificare ogni cosa, di avere il controllo su tutto, anche in azienda, in maniera tale da non dovermi trovare ad affrontare nuovi colpi di scena. Forse quello era il mio modo di tenere la vita in pugno, sentire di avere ancora le redini della situazione in mano.
Ero costantemente sulla difensiva, non avevo aspettative e non mi spaventava più niente visto che non mi sentivo coinvolta da nessuna delle cose che facevo.
In realtà, stavo solamente giocando sporco, perché alzarsi al mattino, andare al lavoro, pranzare a stento, lavorare ancora, tornare a casa e dormire di certo non potevo considerarlo "vivere". Forse l'ultima volta che mi ero concessa un'uscita risaliva proprio all'appuntamento con Gil, quell'interminabile interrogatorio che avevo completamente rimosso, talmente mi sembrava lontano.
Addirittura, una sera mi ero ritrovata a sperare che Cooper non mi rinnovasse il contratto a New York, così da poter ritornare alla vecchia vita di Washington, che comunque non era poi meno noiosa di quella che stavo conducendo nella grande città americana.
Arrivata in azienda, la prima cosa che feci per evitare di impelagarmi in conversazioni mattutine scomode con i miei colleghi, fu rintanarmi nel mio ufficio.
Controllai la posta e tutta una serie di documenti che mi aveva lasciato Tasha sulla scrivania la sera precedente e, in men che non si dica, venni sopraffatta dal lavoro.
«Gen, mi scusi.. » Tasha era sempre tra i piedi e quella volta non l'avevo nemmeno sentita arrivare. Il nostro rapporto non aveva fatto altro che raffreddarsi, naturalmente, quindi si era ridotto solamente ad una convivenza pacifica e lavorativa. Appena fece capolino dalla porta sussultai dalla sedia.
«Ho provato a bussare diverse volte ma non ho ricevuto risposta» si giustificò.
«Ero impegnata!» le feci notare.
«Volevo solo dirle che ha chiamato Cooper. Ho riferito che è impegnata e mi ha detto di chiederle di telefonarlo appena si libera» feci un segno d'assenso e lei si congedò velocemente, richiudendosi la porta alle spalle.
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Beautiful disaster
ChickLitGenevieve Nicholson scopre il tradimento del suo fidanzato quasi marito. Con molta freddezza e lucidità, decide di stravolgere completamente la sua vita, partendo da una nuova città. Si trasferisce a New York, dove sceglierà di dedicarsi completam...