I genitori non sono quelli che ti danno la vita ma quelli che ti crescono

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Io amavo stare nel mio paese.
Però mi mancava tanto anche mia madre. La donna che mi ha messo al mondo,la vedevo solo nei miei sogni e nelle fotografie.
Io non assomiglio per niente a lei anche caratterialmente mi diceva mia nonna.
A volte, avevo anche il dubbio che non sia lei la mia vera mamma perché mi ha aveva lasciata quando avevo fatto i miei primi passi. La mia nonna mi aveva raccontato che per il mio primo anno aveva organizzato una mega festa e c'erano anche centinaia di persone. E alla mia festa aveva anche approfitto di salutare gli amici suoi.

Nel mio paese quando una persona da una festa,ognuno si autoinvita da solo. É la nostra tradizione e lo trovavo anche fico.
E fanno un banchetto con tutto di più; i parenti invece dovevano portare da mangiare o da bere.

Come la nonna mi aveva raccontato il giorno dopo la mia festa, all'alba mentre tutti gli altri dormivano per non dare troppo sofferenza lei era partita,mentre la guardava andare via con le lacrime che scendevano con il cuore a pezzi. Lei senza dirle nulla e senza farsi notare che era sveglia. E così mamma se ne andò.
Nonna per qualche mese era stata in crisi per la figlia,sapeva che stava andando in una Regione dell'Europa ma non sapeva di precisione il posto.
Non mi aveva datto spiegazione della ragione per quale mia madre aveva lasciato il suo paese per recarsi in un' altra. Ma lei mi aveva detto che un giorno l'avrei riabbracciata e quando avverrà nessuno mai più ci separererebbe.
Quando mi veniva la nostalgia sua e mi facevo i mille problemi mentali e domande su il perché mi aveva abbandonata,lei mi diceva sempre che mamma non mi aveva abbandonata e ciò che aveva fatto,l'ha fatto per il mio bene e che un giorno le capirò. Riguardo al mio padre"lui si che l'ha fatto intenzionalmente".
Giustificandosi che non riusciva ad accettare le conseguenze del loro allontanamento e non si sentiva pronto per diventare padre #però quando penetrava, non ha detto mica che non si sentiva pronto# ( scusate x il termine) e che a vedermi li faceva restare male.
A sentire quelle parole mi ero detto" già lui non era nulla per me, ora invece é morto e sepolto."
Ce ma sono giustificazioni questi, quello era pazzo dissi alla mia nonna.
Aggiunsi anche che non lo avrei perdonato per nessuna ragione al mondo, nel caso in cui un giorno si svegliassi di buon umore e decidessi di fare il padre.
Mia nonna si zittisce a sentire uscire dalla bocca quelle frasi da una bambina di 6 anni.
Mi rimprovera ma io avevo frainteso il suo rimprovero. Io avevo pensato che mi voleva suggerire di aver esagerato con lui.
Così io me ne ero uscita di casa velocemente, sbattendo la porta in faccia a mia nonna perché aveva cercato di fermarmi.
Mi ero rifugiata nel mio bosco sul mio albero preferito. Era mai callata la sera e la nonna non vedendomi ritornare a casa iniziò ad andare nel panico.
A nessuno le era venuto in mente di venirmi a cercare lá, perché li erano venuti per scottato che non mi avrebberó trovata.
Ero da sola lá, accovacciata a me stessa è stranamente non avevo paura del buio. Quando di solito avevo una paura tremenda. Anche oggi sinceramente ne ho ancora un pó del buio.
Quel giorno avevo fatto tutti tipi di pensieri possibili:" prima mi abbandona mia madre poi mio padre e adesso ci si mette anche mia nonna, e che ero circondata dalla sfiga".
Dopo poco vidi arrivare la mia migliore amica.
Ricordate quella che aveva marinato con me; io e lei siamo nate nello stesso mese e anno.
Però io sono più grande di lei di quattro giorni. Eravamo come sorelle, lei era unica per me come io l'ero per lei. Vivevamo anche vicine a distanza di 30m. Se io non ero da lei voleva dire che lei era da me. Non litigavamo mai eccetto una volta che era capitato un bambino nuovo nella nostra classe, lui era talmente bello che entrambe lo volevamo vicino a noi. Però il maestro lo aveva messo vicino ad un altra, e noi"menomale, perché ci avrebbe solo causato problemi perché a tutte e due piaceva". Per non tirare a lungo questo litigio ci eravamo promesse che nessuna di noi due avrebbe fatto amicizia o parlato con lui.
Vedendola arrivare scesi dal albero e le abbraccia subito ma lei non rispose al mio abbraccio ma mi disse " che sei scema,a comportati così ma lo sai tutti specialmente tua nonna stanno in pensiero per te? ". Non sapevo cosa dirle in quel momento, era come mi fossero sparite le parole dalla mia bocca. La guardavo parlare mentre ero nei pensieri miei;cosa voglio che capisca lei che ha tutto. Quel tutto riguardava specialmente sua madre e suo padre.
A volte, a vedere lei a passeggiare per strada con i suoi genitori , fra le risate e sorrisi non vi potete immaginare quanto invidia avevo nei suoi confronti.
Disprezzavo quelle bambine che si lamentavano per qualsiasi cosa e di quelle bambine viziate che non si accontentavano di quello che avevano. Le disprezzavo perché non vedevano la vera felicità cioè mamma e papà insieme. Oppure anche separati però l'importanza era che stavano uniti. Io consideravo la felicità questo,seguito da altre cose però meno importanti, dato che non sapevo nemmeno che immagine avevano i miei.

A proposito mio padre dopo avermi abbandonata alla nonna non si era mai più fatto vedere né sentire fino ai miei 18 anni che poi vi racconterò in avanti.

Ascoltavo quello che mi diceva in silenzio, in un istante dopo mi aveva abbracciata dicendomi di volermi bene e mi fece uno dei suoi sorrisi che io andavo matta. Senza aggiungere niente altro capii di aver sbagliato a reagire così. Mi propose di andare a casa sua a dormire, così giocavamo con le nuove bambole che sua madre le aveva preso mentre tornava da un'altra città. Però prima dovevo tornare dalla mia nonna per dirle che stavo bene e che sarei andata a casa sua a dormire.
Arrivata a casa abbracciai mia nonna dicendole che le volevo tanto bene e di scusarmi. Le spiegai il motivo per quale ero stata così alterata e subito dopo lei mi aveva intuito. "Amore mio non ti preoccupare io non intendevo quello che hai pensato te,volevo solo farti capire che: tu non né hai di colpe però non devi dire queste cose, qualsiasi cosa ti abbia fatto lui, rimane e rimarrà sempre l'uomo che ti ha dato la vita". Sì nonna, purtroppo lo é aggiunsi io dopo e grazie nonna per tutto quello che fai per me; sei la nonnamamma più grande del mondo e io ti voglio tanto bene. Posso andare a dormire a casa della mia amica?" Mi diede il permesso.
Il giorno dopo ritornai a casa e la nonna mi dissi che mi doveva dire una cosa; io ero preocupatissima senza nemmeno sapere di che cosa si trattava.
"Siediti" mi dissi "tua madre aveva telefonato ieri sera però te non c'eri allora io le ho detto che dormivi per non farle preoccupare, mi ha detto che i tuoi documenti stanno procedendo bene e le manchi tanto e ti vuole un mondo di bene e di non dimenticatelo mai".
I documenti? Ma quali documenti? Chiesi alla nonna.
"Scusami amore mio, te lo dovevo dire prima però aspettavo il momento giusto; tu non vuoi andare a vivere con tua madre? Si nonna ma era ovvio! E allora ci vogliono i documenti per andareci e li ha quasi terminato. A breve prenderai pure te quel aggeggio strano che loro lo chiamano (aereo) e te ne andrai pure te via me.

Le mie lacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora