𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝑿𝑿𝑿𝑰𝑰𝑰

1.4K 111 106
                                    

FELIX'S POV

Il giorno successivo al mio risveglio vengo dimesso dall'ospedale e Hyunjin mi riaccompagna a casa, sostenendomi delicatamente per tutto il tragitto, come se avesse paura che io possa cadere a terra da un momento all'altro, cosa che effettivamente vedo possibile vista la mia debolezza. Arrivati, noto che dalla porta è già stata tolta la scritta di Mark.

"Hyun chi l'ha tolta?"

"Beh...non lo so ma ha fatto un lavoro impeccabile, non si vede più traccia di quel rosso inquietante che ha usato il bastardo." Replica lui, e dal suo atteggiamento fiero ed altezzoso non mi è difficile capire che la rimozione sia opera sua.

Io sorrido e mi metto in punta di piedi per lasciargli un bacio dolce sulle labbra, bacio che lui ricambia senza esitazione, ma quando si rende conto che le mie gambe iniziano a cedere leggermente ed il mio equilibrio vacilla a causa di quella posizione, subito si abbassa, in modo che io possa toccare di nuovo con i talloni a terra.

Dopo 5 minuti buoni passati a scambiarci effusioni sul ciglio della porta lui mi saluta sfiorando la mia guancia con le sue labbra. Lo vedo allontanarsi lungo il vialetto, girandosi qualche volta a guardare nella mia direzione sorridendo, per poi sparire dietro l'alta siepe.

Questa sembrerebbe quasi la scena finale di un film romantico strappalacrime in cui alla fine tutto si risolve per il meglio......se non fosse per un dettaglio: da quando stiamo insieme, non se ne è mai andato così velocemente e senza nemmeno chiedere di poter entrare in casa.

Questo può voler dire solo che le mie supposizioni ed i miei sospetti si sono avverati: sta andando a casa a "parlare" da solo con il padre.

Nonostante la cosa mi faccia incazzare non posso biasimarlo, anche io, fossi stato al posto suo, avrei cercato di non coinvolgerlo e metterlo in pericolo, ma so per certo che anche lui al posto mio non avrebbe accettato questa decisione, quindi l'ho seguito.

HYUNJIN'S POV

Arrivato davanti alla grande porta in mogano di casa mia prendo un grosso respiro. So perfettamente di non potermi permettere di perdere il controllo, ma più la mia mente si avvicina all'idea di quel che sta per succedere, più sento la rabbia ed il nervosismo crescere in me.

Dopo un intero minuto mi decido ad entrare e lo vedo lì, seduto comodamente in cucina a leggere e controllare delle scartoffie.

La sola vista del suo viso così rilassato, basta per mandare completamente a puttane il piano di mantenere la calma.

Appena sente la porta chiudersi si gira verso di me e subito il suo sguardo si fa severo ed inquisitorio.

"Hyunjin, sono giorni che non torni a casa! Dove sei stato?!?"

"Sta zitto." Dico con un tono di voce che non può esprimere altro se non odio. Lui si alza dalla sedia velocemente e si avvicina a me con fare minaccioso.

"Che hai detto?" Dice con gli occhi iniettati di sangue.

"STA. ZITTO." Scandisco bene le parole e vedo che lui allunga il braccio destro per darmi uno schiaffo ma io lo blocco, assestandogli un violento pugno nello stomaco, che lo fa finire a terra.

"Mi fai schifo! Come hai potuto mentire per tutto questo tempo?!"

"Ma di che cosa diamine stai parlando?!"

"Sai di cosa parlo! Come hai potuto dirmi tutte quelle stronzate sul fatto che In-youp fosse scappato di casa?!" Lui sgrana gli occhi, per poi cambiare completamente espressione e ridere in modo quasi diabolico.

"Allora quella fighetta alla fine te lo ha detto."

"Non osare parlare così di mio fratello, non hai nemmeno il diritto di nominarlo. E comunque no, non mi ha detto nulla." Cerco di proteggere In-youp per quanto sia possibile, perché a questo punto della storia, lui è quello più in pericolo.

"E come lo avresti scoperto sentiamo."

"Non sono cazzi tuoi e non è questo il punto." Dico guardandolo in cagnesco.

"Hai acquistato più fiducia vedo. Ma fossi in te non sarei così arrogante." Detto questo fa un cenno con la mano sinistra ed un uomo, senza che io riesca a reagire, mi afferra le braccia e me le blocca saldamente dietro la schiena. Mi dimeno, ma per quanto possa provare a liberarmi non c'è storia, è molto più forte di me.

"Digli subito di lasciarmi."

"Non credo proprio figliolo."

"Stronzo smett-" Senza lasciarmi finire, un suo pugno mi arriva così forte e veloce sotto il mento, che mi fa quasi perdere i sensi.

"Non ti azzardare a rivolgerti in questo modo a me." Sputa amareggiato.

Io riprendo fiato e regolarizzo il respiro.

Sono in trappola

Mi rendo conto della mia situazione, ma voglio delle risposte, quindi continuo a parlare.

"Perché lo hai fatto?"

"Per non farti crescere deviato come lui" Replica con fare ovvio, come se non avesse appena commesso 25 crimini contro i diritti umani con una semplice frase "non potevo permettere che ti influenzasse. Dovevi odiare quelli come lui." Continua sprezzante.

"Ah si?" Dico io iniziando a ridecchiare "Beh il piano più assurdo e soprattutto non riuscito della storia!" Rispondo urlando senza pensare.

"Che stai dicendo?" Dice in un tono assurdamente freddo e cupo.

"Dico solo che mandare via mio fratello non è servito. Anche senza di lui mi.piace.il.cazzo!" Enfatizzo e scandisco in particolare l'ultima parte della frase, cosa che mi fa guadagnare un altro pugno, più potente del primo e sullo zigomo.

"Che cazzo dici?!" Io tossisco e sputo sangue.

"La verità." Dico a fatica.

"Anche tu sei finito con una di quelle checche?!" Dice urlando con tutta la cattiveria che ha in corpo, colpendomi al petto con una ginocchiata, che mi mozza il fiato impedendomi di rispondere. Dopo vari colpi di tosse torno a respirare quasi normalmente e rispondo negando; non metterò Felix in pericolo per l'ennesima volta.

"Vai ad aprire e digli di ripassare dopo, chiunque sia." Dice con arroganza ad uno dei camerieri rimasti lì a guardare. "E tu, non ti azzardare a fare un fiato quando la porta sarà aperta." Continua rivolgendosi a me.

"Certo, perché è sempre l'immagine quello che conta no? Non sia mai che si venga a sapere che un politico tanto gentile e umano come te picchia suo figlio." Dico sarcastico. Lui non risponde, si limita a squadrarmi con quei suoi due occhi maligni. Dopo meno di un minuto passato in silenzio il cameriere ritorna, ma non è solo.

Ti prego no.

"Non ti avevo detto di non far entrare nessuno?!"

"M-mi scusi ha insistito, mi ha scavalcato ed è entrato da solo."

"Incapace. E tu" Dice rivolgendosi alla persona più importante della mi vita. "Ti pare il modo di entrare a casa della gente?! Chi sei? Che sei venuto a fare?"

Ti prego vattene.

Guardo quel ragazzo biondo continuando a scuotere la testa freneticamente ed in modo disperato. Lui però non guarda nemmeno nella mia direzione, il suo sguardo è rivolto solo verso mio padre ed è veramente infuocato. Sorride in modo beffardo ed estremamente finto, allungando la mano per stringere quella di mio padre.

Ti prego non farlo.

Sento già gli occhi pizzicare, bisognosi di far uscire miriadi di lacrime.

Ti prego scappa.

"Lee Felix piacere."

"E chi saresti esattamente?"

"La checca."




🍥🍥🍥



Io....non so che dire chiedo venia per essermi presa tutto questo tempo ma non pensavo che alla fine del quadrimestre ci fosse tutta questa roba da fare :,)

Da voi come è andata la chiusura quadrimestre?

E niente chiedo ancora venia e me ne vado (giuro il prossimo capitolo lo faccio uscire il prima possibile)

♟𝐈𝐧𝐣𝐮𝐬𝐭𝐢𝐜𝐞 || 𝐇𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱♟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora