[15] dolori

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Sì diressero nel salotto seguiti da Sebastian e Rodolphus. Harry si accoccolò sulla poltrona e Draco si stese sul divano.
"Signorino, fa freddo qui, accendo il camino" disse Rodolphus.
Harry annuì "grazie Rodolphus."
"Signorino volente mangiare qualcosa. Immagino siate stanco." Disse Sebastian con un sorriso.
Harry ridacchiò ricordandosi che i due erano rimasti fuori la porta tutto il tempo.
"Sì Sebastian. Chiama pure un elfo e fai portare qualcosa."
L'uomo annui e uscì dalla stanza lasciando la posta socchiusa. I 3 uomini nel frattempo uscirono dalla studiò di Tom. Sì diressero al salotto sentendo delle voci ma si fermarono quando sentirono Rodolphus.
"Signorini, chiamo il padron Severus,  padron Tom e Padrone Lucius?"
Draco guardò Harry e alzò le spalle.
"Decidi tu Harry." Gli disse
"No, lasciali stare. Chissà che cosa stanno decidendo al mio posto, potrei solo arrabbiarmi e non farebbe bene al bambino. No, non chiamarli. Chiama mio padre, chiama Gabriel. Fallo venire."
"Va bene signorino. Immagino sia la cosa migliore."
Rodolphus si diresse verso la porta ma appena la apri trovo i 3 uomini fermi la fuori.
"Signori ..."
Tom, Severus e Lucius sorpassato il Mangiamorte ed entrarono nel salotto.
Si sedettero senza dire nulla, con tutta la calma che li contraddistingueva.
Attesero il ritorno di Rodolphus con Gabriel e di Sebastian con un vassoio pieno di dolci con il tè.
Tranne i due Mangiamorte che si misero alle spalle di Harry con le mani giunte sotto il ventre, tutti erano seduti e nessuno parlava.
"Vediamo ..." Iniziò Tom "Rodolphus e Sebastian..."
"Sì signore!" Fecero i due
"Che devo fare con voi..." Sbuffò Tom "siete qui per proteggere Harry e mio figlio. Non per dare le vostre merdose opinioni. La prossima volta che sento dire qualcosa su qualcosa che non vi riguarda, invece di rispettare l'ordine, siete fuori dai cazzo di giochi, chiaro? Basta essere Mangiamorte, basta proteggere Harry, basta l'accesso in questa casa, avrete missioni sono fuori di qui, mi sono spiegato?"
I due Mangiamorte annuirono tristi e delusi.
Harry ebbe un espressione arrabbiata e fece una smorfia saccente.
"Se hai qualcosa da dire, dilla" fece Lucius.
"Ah non lo so. Avete intenzione di decidere altro senza consultarmi o le cose sono finite qui?" Disse Harry sarcastico.
"Non so quante volte devo spiegartelo. È per il tuo bene. È per proteggerti." Disse Tom
"Non voglio entrare in azione, voglio fare le riunioni e prendere decisioni che , per la cronaca, riguardano anche me. Mi dà al cazzo che non posso decidere per me. E mi dà al cazzo che rimproveri Sebastian e Rodolphus solo perché mi danno le loro opinioni."
Tom sospirò "sembra che tu tenga più a loro che a noi"
"Loro non stanno facendo di tutto per farsi odiare..." Odiare commento il moro.
"Tu ci odi, quindi?" Chiese Severus
"Non ho detto questo." Rispose Harry
"Allora cosa hai detto?" Chiese Lucius
"Che vi state comportando da stronzi solo perché voglio prendere delle decisioni per me."
Tom sospirò. Non c'è la faceva più. Quel ragazzo lo stava facendo impazzire.
"Una persona normale pagherebbe per stare al tuo posto. Non fare assolutamente nulla mentre gli altri risolvono i suoi problemi. Perché non sei normale come gli altri?" Sbottò Tom.
Nella sala scese il silenzio. Harry guardava Tom fisso negli occhi con uno sguardo amareggiato e deluso.
Severus diede una gomitata all'uomo guardandolo in malo modo.
Harry annuì e si alzò "Hai ragione. Una persona normale pagherebbe per questo. Mi spiace allora non essere così" sistemò il cuscino dietro di mentre i suoi occhi si facevo lucidi.
Gabriel lo notò e si mosse verso di lui. Vedere il figlio così gli spazzava il cuore. Harry però non fece caso a lui. Dopo aver prese la sua bacchetta dalla poltrona si diresse verso la porta e uscì.
"AAAAH! MERDA!" gridò Tom che si mise a seguirlo "Harry aspetta. Per favore. Non è quello che intendevo. Perfavore aspetta."
Harry, arrabbiato più che mai, stava per voltarsi per rispondergli, ma non si rese conto di essere arrivato alle scale oramai. Messo il piede fuori posto scivolo e cadde per le scale.
"HARRY!"
Il grido di Tom allarmò anche gli altri. Sì precipitarono a vedere cosa fosse successo e videro Tom sul fondo delle scale con in braccio Harry provo di conoscenza.
"Harry! Harry rispondimi. Harry mi dispiace tanto. Rispondimi per favore." Lo supplicava Tom mentre lo scuoteva.
Gabriel corse con la bacchetta in mano e fece un incantesimo per controllare le condizioni di Harry. Anche se con aria triste tirò un sospiro di sollievo.
"Sta bene, è solo svenuto. Ma..."
"Ma?" Chiese Tom
"Non c'è più battito nel ventre di Harry..."
"Q-questo che significa??" Tom sì stava facendo prendere dal panico.
"Ricontrollerò più tardi, ma se ancora non sentirò nulla ... Tom mi dispiace, ma c'è un altra probabilità che il bambino sia morto."
Severus, Lucius e Draco si avvicinano a Tom e insieme lo portarono nella sua stanza.
Tom sì mise sulla sedia accanto al letto e on la mano di Harry tra le sue si abbandonò al pianto.
"Che cosa ho fatto?" Si ripeteva disperato.
Severus lo abbracciò a dietro e cerco di calmarlo.
"È stato un incidente. Non lo hai spinto tu dalla scale"
"No ma se non fossi così idiota non avrei detto la cosa sbagliata e lui non sarebbe uscito dalla stanza e non sarebbe caduto. Dopo questo non vorrà neanche più vedermi. Sono un idiota. Sono un mostro."
"No, non lo sei" disse draco "non sei un mostro. Stai solo cercando di proteggere tutti , solo che non sai ancora come. Sei abituato a fare le cose da solo e ora che siamo accanto a te la cosa ti spaventa. Harry ha un carattere forte e ribelle , per questo è più difficile con lui. Ma Tom... Lui ha ragione. Ci siamo dentro anche noi, soprattutto lui, ed è giusto che tu lo coinvolga nelle scelte e nelle decisioni. Lo so che vuoi proteggerlo, ma così lo stai imprigionando, e più lui si sentirà in trappola più si allontanerà da te e da noi. Lo capisci?"
Tom annui e baciò dolcemente il biondo. Gabriel, appena ebbe finito di passare un panno freddo sulla fronte di Harry, fece di nuovo un controllo del battito.
"Allora?" Chiese Severus.
Gabriel li guardò con occhi lucidi.
"Mi dispiace"
Furono le uniche parole che si sentirono rimbombare in quella stanza silenziosa.

Dal dolore si può guarire! [fivesome]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora