XV. Not by the moon

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Buio, ogni cosa intorno a Felix era circondata dall'oscurità, ad eccezione di uno spiraglio di luce bianca che sembrava fissarlo. Avvicinandosi alla fonte di luce, questa si espandeva sempre di più.

"Torna a casa..."

A ogni passo con cui si avvicinava alla sorgente di luce, la voce di sua madre diventava sempre più forte e chiara.

Qualcosa però lo trattenne, non riusciva a proseguire. Era come una forza che lo stava riportando indietro, voleva trascinarlo via da quella luce brillante.

Voleva combatterla, ma qualcosa di quell'oscurità era intrigante e invitante. Si voltò alle sue spalle e fissò intensamente il buio, si voltò nuovamente per guardare il bagliore davanti a lui. Doveva prendere una decisione. Combattere contro l'oscurità che lo voleva con sé e camminare attraverso la luce o lasciarsi riportare indietro da quella notte scura.

"Ti voglio bene mamma..." Pronunciò queste parole con dolcezza, poi fece un passo indietro e lasciò che l'oscurità lo consumasse.

C'erano ancora troppe domande senza risposta, Felix aveva bisogno di risposte, e l'oscurità poteva dargliele.

Mentre lasciava che le braccia della notte lo circondassero, vide la luce bianca cominciare a sparire, e l'eco della voce di sua madre diventava sempre più ovattato.

Durante quel viaggio attraverso il buio iniziò a sentire dei suoni attorno a lui.

Quei suoni provenivano da un fuoco che scoppiettava in lontananza e da quello che sembrava essere un carboncino che scorreva su della carta.

I suoi occhi erano ancora troppo pesanti affinché potesse aprirli, però era cosciente di ciò che lo circondava. Aveva freddo nonostante ci fosse un caminetto acceso nelle vicinanze, sapeva anche di non essere solo, c'era qualcun altro con lui.

La sola percezione di ciò che era attorno a lui lo aveva stancato, tutto sparì ancora una volta nel buio e lasciò che la sua mente si riposasse non pensando a nulla se non ad addormentarsi.

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I suoi occhi erano così pesanti che aprirli gli richiese uno sforzo. Felix fece confluire tutta l'energia che aveva in quel semplice movimento e piano piano riuscì a sollevare le palpebre. La sua vista era sfocata e non riusciva a capire dove fosse.

Gli si richiusero gli occhi, ma nonostante la stanchezza, lottò per tenerli aperti. Questa volta si sentiva più determinato. La visuale non era ancora a fuoco, ma almeno ora riusciva a distinguere qualche dettaglio in più.

Non era più nella stanza fredda e umida.

Ma allora dov'era?

Strizzò gli occhi sperando di riuscire a riavere una vista più nitida, questo sembrò funzionare perché le cose attorno a lui divennero lentamente più definite. Era tornato nella stanza dove si era messo nei guai. I colori familiari dell'arredamento lo accolsero.

Doveva aver funzionato; Felix era riuscito a provare a Hyunjin che poteva fidarsi.

Al suo risveglio il ragazzo percepì immediatamente quanto fosse pesante il suo corpo sdraiato su quel letto familiare e comodo. Questa era stata l'esperienza che lo aveva prosciugato di più da quando era qui, ma in qualche modo era sopravvissuto.

Girando la testa nella direzione in cui si trovava la scrivania, vide Hyunjin seduto lì curvo sullo scrittoio intento a fare qualcosa. Il suono di quello che sembrò essere carboncino su carta gli risuonò nelle orecchie.

Red Moon || HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora