32- 1880

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Passarono ventiquattro anni da quando la veggente divenne una vampira: ella visse secondo gli ordini del suo nuovo padrone, seguendolo di città in città all'interno del Connecticut, senza avere una fissa dimora.

Grazie al potere dell'ipnosi del giovane, entrambi furono in grado di sopravvivere a spese di innocenti umani, bevendo il loro sangue senza tuttavia togliere loro l'energia vitale.

Col tempo, la rossa imparò a conoscere il nobile vampiro: colto da improvvisi scatti d'ira, manifestava forti sensi di colpa verso la sua stessa famiglia, massacrata dai nemici eterni; mostrava molto raramente uno spiraglio di dolcezza nel suo animo, a tal punto che Margherita si chiese se realmente avesse un cuore.

Daniel aveva un cuore e funzionava anche, ma ciò non voleva dire essere compassionevoli, gentili o dolci. Esso pompava sangue freddo come il ghiaccio, gelido come il carattere del ragazzo che lo portava. Daniel crebbe di corporatura fino ai venticinque anni di età, quando il suo fisico smise di cambiare per poi immergersi in quella che era un'eternità immutabile.

Il cuore di Margherita, invece, era fermo e non avrebbe mai più ripreso a battere: i vampiri non di nascita erano condannati a non procreare, incastrati in un corpo che non aveva assolutamente nulla di vivo o dinamico all'interno.

La donna divenne una guida per il giovane, senza avere il permesso da parte sua per fargli da madre: egli rifiutò ogni gesto di affetto, di gentilezza, trattando la rossa come un oggetto in grado di prevedere il futuro. Nulla di più, nulla di meno.

Margherita lo accettò, poiché altro non poteva fare: lui le donò l'immortalità, fondamentale per chi come lei aveva paura di invecchiare, di vedere che poco a poco la pelle umana cedeva e si deformava in piccole pieghe per tutto il corpo; paura di assistere ai sempre più frequenti acciacchi di un fisico torturato dal tempo.

Semplicemente, ella non voleva morire come sua madre: deperita, resa piccola dal passare degli anni, completamente incapace di compiere la più facile delle azioni, come camminare. Finché l'anima uscì dal corpo oramai insensibile dell'anziana, sotto gli occhi traumatizzati della giovane ragazza dai capelli rossi, di soli quindici anni.

<<la Forza>> Margherita diede uno sguardo, attraverso le sopracciglia rossicce, al volto incuriosito di Daniel.

- poi?
- vuoi sapere proprio tutto, eh?
- tutto.
- beh, non sempre le carte sono precise. Dovrai accontentarti.
- sforzati- le rivolse uno sguardo cupo, divorato dal desiderio di sapere sempre di più della giovane ragazza destinata a lui, almeno da come dicevano le carte.

Scoprì la carta successiva con quelle dita affusolate e le unghie smaltate di rosso.

<<l'Eremita>>

L'ultima carta venne girata con titubanza dalla donna, di fronte a un paio di carte dal significato già ambiguo.

<<il Carro>>

- cos'hai?
- questa ragazza è... molto diversa- il giovane si lasciò scappare un sorrisetto superbo.
- per forza: se starà con me, non potrà essere una qualunque. Cosa vuol dire tutto questo?
- è diversa da come ti aspetti tu- di fronte all'ambiguità della rossa, Daniel sbatté innervosito un leggero pugno sul tavolino di legno. Lei lo guardò di nuovo attraverso le sopracciglia, tenendo un profilo basso, e prese un bel respiro prima di ricomporsi.

<<la Forza rappresenta un cuore indurito, quasi di pietra, forse per un passato turbolento; significa anche "desideri che si realizzano", potrebbe essere qualsiasi cosa, come la fuga, appunto, da questo passato.
L'Eremita è una figura chiusa in sé stessa, ma qui non significa esattamente questo: probabilmente dopo averti conosciuto farà molta fatica ad aprirsi ed esprimere i suoi sentimenti.
Il Carro indica "trionfo sugli ostacoli", un trionfo su quel muro eretto per proteggersi, oppure risolverete i problemi che vi capiteranno, dipende dalle situazioni>>

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