8- sguardo rosso

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Dopo aver fatto una doccia rinfrescante finalmente mi sento come nuova. O meglio, quella ad essere nuova è la mia vita.
Mi guardo allo specchio sistemandomi i capelli castani e umidi sulle punte, dopodiché mi dirigo verso il letto a scegliere il pigiama dal valigione.
Devo ancora sistemare la roba nell'armadio.

Rimango per un po' in asciugamano, mentre metto a caricare il cellulare sul comodino.
Ad un tratto, però, mi rendo conto che la finestra è un po' aperta, così mi affretto a richiuderla insieme alle tende bianche.

Daniel
Fottuto asciugamano. Fottuta finestra. Fottute tende.

Beh, ragazzina, devo ammettere che sei piuttosto bella. Quel ragazzo dai capelli neri ti sbava addosso, ho sentito il suo cuore come batte quando prova a farti qualche domanda... ma per quale motivo non parli molto?
Dai risposte affrettate, buttate lì come si danno i biscotti ai cagnolini per farli stare buoni.

Dalla tua finestra vedo la tua sagoma nuda, nascosta dalle tende bianche. Ti sei tolta l'asciugamano, e ora posso sentire il tuo profumo ancora più forte.
Maledizione.

È così forte che ho voglia di mangiarti viva, di succhiare il tuo sangue fino all'ultima goccia, finché non sentirò la tua pelle pallida diventare fredda come la mia.

Due secoli di vita passati a controllarmi, e una ragazzina del cazzo sta mandando tutto a puttane.
In un solo giorno ho sgozzato due cervi, soltanto perché tu sei arrivata. Non oso immaginare tra una settimana, o tra due, o tra tré.

I tuoi fianchi, ragazzina... il tuo viso... ma quanti anni hai? Sembri così piccola, così debole... me l'aveva detto quella megera, che saresti stata sorprendentemente fragile, ma allo stesso tempo anche molto forte.

Tu sei il mio destino. Ma perché proprio una come te? Ti spezzeresti al minimo morso, al minimo strattone che ti darò se solo ti vedessi da vicino.

No, non posso farti questo. Non posso. Mi serve più tempo, devo conoscerti meglio per controllarmi, ragazzina. Forse... forse la megera può farmi entrare nei tuoi pensieri, nei tuoi ricordi, o nei tuoi sogni.

——————

Elizabeth
Sono esattamente le 22:45, e mi trovo sul letto a rigirare tra le dita una ciocca di capelli.
Finalmente sento le palpebre farsi sempre più pesanti, e posso andare nel mondo dei sogni... o meglio, nel mondo degli incubi.

I muri della mia vecchia camera non sono mai stati così sporchi. Sporchi di terra.
Quando abbasso lo sguardo, mi rendo conto di stare affondando i piedi nel terreno bagnato sotto di me. Le mie mani, senza alcun motivo, prendono a scavare.

Mi inginocchio e inizio ad affondare le unghie, tirando fuori il terriccio ed andando sempre più a fondo. Il mio cuore... batte all'impazzata.
Devo scavare ancora.

Quando, tra il nero della terra, intravedo un ciuffetto di peli bianchi, mi si riempiono gli occhi di lacrime. Scopro velocemente il corpicino peloso della mia gatta bianca, bianca come le nuvole.

- Nuvola... oh, Dio, mi dispiace... mi dispiace...- ripeto tra le lacrime e i singhiozzi.
- ti prego... svegliati...- prendo l'animaletto sporco tra le braccia, e la cullo piangendo. Accarezzo quel musetto rosa, e la chiamo in continuazione, come se la mia voce servisse a farla risvegliare.

- ti avevo detto di non disobbedire, Beth. Ecco che hai combinato!- mi urla mio fratello proprio davanti a me. Vorrei rialzarmi, riempirlo di schiaffi con tutta la rabbia che so di avere in corpo, eppure... eppure piango e basta, cullando quell'angioletto che è tornato in cielo.

- sei stato tu! Tu!- gli urlo, ma senza voce.
Le mie guance sono rigate dalle lacrime, i singhiozzi prendono il sopravvento, e non riesco a pensare altro se non uccidere mio fratello per essere stato così cattivo con questa creatura.

- bastardo!- urlo ancora, senza alcun risultato.
La sua figura si avvicina, e io abbasso lo sguardo sulla mia gatta, accarezzando il suo pelo sporco.
Nel buio della notte il suo bianco scintilla.

Quando vedo le scarpe nere proprio davanti a me, sollevo gli occhi umidi, smettendo di piangere di colpo.
Uno sguardo rosso mi osserva dall'alto.
Occhi rossi come il sangue.
La figura mi porge una mano, ma non riesco a muovermi. Sono completamente rapita da quel colore scintillante nel bel mezzo delle tenebre.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora