45- reietta

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Margherita

Il silenzio è tutto ciò che mi circonda, tutto ciò che mi fa stare realmente in pace con me stessa.
Una pace che ormai mi sono rassegnata a non avere mai più, da quando ho offerto la mia anima a un ragazzino con evidenti scatti d'ira per capricci inutili.

Ah, quanto è stupido quel ragazzo!
Ragazzo, poi... dovrebbe essere un Uomo con la U maiuscola, eppure si è letteralmente fatto scappare un dolce fiore come Elizabeth.

I pensieri vagano qua e là, come un fiume che scorre senza un inizio né una fine.
Seduta sul mio tappeto di origini indiane, con decori dorati e disegni dettagliati e colorati, porto i palmi delle mani sulle ginocchia.

Riesco a sentire la natura intorno a me.
Il cinguettìo degli uccelli, la corsa veloce di qualche scoiattolo, l'odore pungente dei pini che mi circondano, il tessere delle ragnatele tra un cespuglio e un altro.

E poi, il passo incauto di quattro lupi.
La puzza di cane bagnato mi ingabbia, e il mio fastidio si traduce automaticamente in una smorfia.
Sono lontani, molto lontani, eppure riesco a percepirli... sono fuori dallo scudo dello stregone.

Fanno parte di quel branco che ha dato rifugio a El.
Lo stesso branco che ha per Alpha il compagno della ragazzina.
Ah, che guaio!

Il padrone non mi aveva dato indicazioni su questo!

E poi... dove diamine sarà finito?
Sono passate circa sei ore da quando è andato a racimolare informazioni sul conto di Elizabeth, e ancora non ha fatto ritorno.

La lampadina di allarme si accende nella mia testa,
costringendomi ad aprire gli occhi. L'alba si fa spazio tra le tenebre della notte, con i suoi flebili raggi aranciati e giallastri.

La calma iniziale svanisce, mentre mi rendo conto della situazione in cui mi trovo.
Daniel è intrappolato nella testa di un ragazzo in coma... oh, l'avevo avvertito!

Guardo nella direzione in cui dovrebbe esserci Elizabeth, pensando a cosa fare nel mentre si avvicinano senza farsi problemi su chi li vedrebbe. Quei cani non hanno un minimo di cervello.

Non credo accadrà un'altra volta in poco tempo, percepire l'amata del mio padrone fuori dallo scudo impenetrabile del branco.
Però... devo risvegliare Daniel, perché solo lui saprebbe affrontare tre lupi contemporaneamente; solo un vampiro di sangue nobile avrebbe tale forza.

Ah, maledizione!

In pochi secondi e in massimo silenzio raccolgo le mie cose, viaggiando verso la proprietà di Daniel ad una velocità, naturalmente, disumana.

Una volta ritrovata nella villetta, penso a come si sentirebbe la bella Elizabeth se solo sapesse che cosa sta facendo il mio padrone. Prima o poi verrà a sapere tutto sul conto del fratello, anche se il vampiro fosse portato a cancellarle la memoria ancora e ancora.

Con un bel respiro torno alla realtà nuda e cruda.
È il momento di tornare da Daniel.
Chiudo gli occhi, e la mia mente si catapulta in una sorta di dimensione parallela, dove tutto è incolore e l'unica cosa che attira la mia attenzione è un sottile filo blu acceso.

È una via che mi porta da chi realmente mi ha dato una nuova vita. Un filo che collega il mio corpo e la mia anima, presa dal vampiro per mia volontà.
In parole povere, grazie a questo legame posso raggiungere il padrone ovunque si trovi.

—————

Elizabeth
- tu non senti odore di morto?- mi chiede il biondo con fare interrogativo. In realtà, tutto ciò che avevo in mente era il dolore che avrei provato di lì a poco, senza fare tanto la parte del cane da tartufo in mezzo ad un boschetto.

- no. E non ho voglia di stare molto qui, quindi sbrighiamoci- piccola bugiarda! Sai anche tu, in fondo, che vuoi rivedere quel succhiasangue e speri che venga a riportarti via!

Beh, che altro dovrei fare? Daniel mi ha rapita dal primo sguardo, non mi ribellerei di certo se lui mi prendesse di peso, mi portasse a casa e...

Oh ma piantala!

Va bene, va bene! Però ho reso l'idea.

Anche troppo! A proposito di maschi, avverto qualcosa di strano...

- questo è il posto giusto, di fronte a un po' d'acqua... prima che facciamo quello che dobbiamo fare, però, devo dirti una cosa...- il biondo mi fissa con fare solenne, la schiena dritta e le spalle aperte, il che mi rende improvvisamente nervosa e non poco -...io rifiuto il mio legame con te, perché sei una tardiva. Una reietta, isolata dal resto del mondo sin dalla nascita, non potrebbe mai stare con me. Bloccatela e aspettiamo quel morto.

A quelle parole, un bruciore al petto mi annebbia la mente: il fuoco si incanala persino nei tessuti più remoti del mio corpo in un batter d'occhio, facendo sprofondare la mia parte umana nel pozzo del mio subconscio.

Ci ha fregate.

Mentre sento gli occhi ardere, avverto la presenza di almeno una decina di lupi che spuntano fuori intorno a noi, circondando il laghetto... il luogo che ha visto nascere l'amore tra me e Daniel, e che ora vedrà nient'altro che sangue, odio e rabbia.

Sangue mio o degli altri, importa ben poco... so soltanto che tutta la rabbia che ho immagazzinato per diciotto lunghi anni sta venendo fuori, stavolta senza alcun controllo, e non sarà per niente uno spettacolo degno di essere ammirato.

I due cugini si avvicinano, bloccandomi le braccia. Non sento dolore, né il loro tocco: sono troppo incazzata per rendermi conto di ciò che ho appena fatto... I loro corpi si ritrovano a circa cinque metri da noi, a terra come due sacchi di patate. Tuttavia, si rialzano subito in piedi con gli occhi incandescenti.

Punto lo sguardo su Cristian, che nel frattempo tramuta la sua espressione soddisfatta in una di sorpresa e... leggero timore.
Quello che voleva fare è vomitevole. Mi ha presa in giro solo per arrivare a Daniel... beh, sono stufa di gente che mi usa in questo modo, gente che non si rende conto che anche io ho un cuore.

Fammi prendere il controllo.  Anche le reiette possono fare il culo a dei lupi del cazzo.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora