46- occhi vuoti

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Margherita
Il corpo del mio padrone è steso a terra, dormiente proprio come il ragazzo in coma sul lettino d'ospedale. Chissà da quanto è nella mente del giovane... è rimasto intrappolato nonostante le mie precise indicazioni: la pozione fa effetto per un massimo di quindici minuti, al loro termine, se non si agisce prima con una specifica formula, lo sfortunato sarà condannato a rimanere nella mente di chi lo ospita, viaggiando tra ricordi, paure segrete e desideri impronunciabili. A meno che, ovviamente, non intervenga una strega.

Questo vampiro mi dà problemi giorno dopo giorno, e sono secoli che sto con lui. Sono diventata pazza. Non so come faccia Elizabeth a stargli ancora dietro... ah sì, l'amore...

Dalla tasca della giacca di pelle estraggo un flaconcino che contiene un mix di varie erbe ed estratti che soltanto una come me può reperire. Un mix che, senza uno specifico incantesimo, sarebbe soltanto poltiglia da deglutire. Ne avevo preparato uno per sicurezza, dato che con il mio padrone non posso mai avere la certezza che qualcosa vada per il verso giusto.

Abbassandomi in ginocchio al lato del signorino, lo prendo per una spalla per voltarlo. Con gli occhi chiusi, sembra proprio una statua: il viso pallido contornato da onde color corvino, pelle marmorea e senza alcuna imperfezione, aspetto regale e assolutamente affascinante anche da dormiente. Beh, capisco Elizabeth... ma resta il fatto che ha un caratteraccio.

Aprendogli la bocca, finalmente, dopo aver sfilato il tappo di sughero, faccio scivolare la poltiglia giù per la gola.

Daniel
Quando ormai sento di stare impazzendo nella mente di questo disgraziato, sento un lieve bruciore che si fa strada dalla gola fino allo stomaco. Man mano che passa tempo, si accende il fuoco dentro di me: in quel preciso momento, vengo come risucchiato in un vortice di fiamme e anime urlanti.

È l'inferno, lo so, quello che ho tanto desiderato quanto temuto. Ah, quante anime ho rubato in questi anni... ma cosa posso farci se sono nato vampiro? È nella mia natura, anche se confesso di aver usato la mia forza con scopo personale, giusto per mettere qualche umano a tacere... non sono uno stinco di santo, questo c'è da dirlo e ormai si è visto fin troppo. E l'ha visto anche la mia El. Si, in fin dei conti merito di bruciare tra le fiamme, forse così ritroverò pace... ma deve succedere tra molti altri anni, perché ora devo riprendere ciò che è mio.

Spalanco gli occhi, ritrovandomi davanti il volto di Margherita contornato da lunghi ricci rossi.
In un batter d'occhio, mi riaffiora nella mente tutto ciò che ho visto sul conto della mia rosa, tutto ciò che ha vissuto insieme a suo fratello non di sangue.
E mi ricordo anche della pozione che mi aveva dato questa megera.

I miei occhi prendono il colore del sangue, mentre mi rialzo con una mano sul collo di Margherita, pronta a stritolarglielo in due secondi. No, non morirà purtroppo... o per fortuna.

- mi avevi dato una pozione duratura, eh?- tuono con la voce di almeno due toni più bassi, il viso glaciale proprio come mi aveva conosciuto. Era da un po' che non liberavo la rabbia così, da quando ho conosciuto El...

La rossa mi guarda strizzando gli occhi, non riuscendo a respirare. Farfuglia parole come "bosco", "lupi"... e quando sento "El" mi convinco a lasciarla andare.

- parla- le ordino teso come corde di un violino. Mi chiedo per quanto tempo io sia stato imprigionato: mi sento rinato fisicamente, ma mentalmente sono distrutto.
- El è al lago con l'alpha... e altri due... hanno superato la barriera, è il momento giusto!

Quello stronzo... mi vuole sicuramente tendere una trappola. Beh, ora avrà ciò che vuole, ma dovrà prendersi le conseguenze che ne deriveranno. Un ghigno sadico si impossessa del mio viso.

Mi divertirò. E riprenderò ciò che è mio.

Mi volto verso Gerard, che ancora dorme sul lettino. Aldilà della porta c'è una ragazza che lo ama, proprio come aldilà dei confini di Stato c'è la mia El: sento che non ho il diritto di togliergli la vita, indipendentemente da quanto sia stato codardo a non aver mai aiutato la mia amata.
Tuttavia, riprenderà da umano con le sue forze. Non voglio aiutarlo, per ora...

Guardo Margherita, che è ancora intimorita per il mio gesto rabbioso.

- andiamo- annuisce e, in pochissimo tempo, riprendo possesso del mio corpo in maniera spropositata: mi sembra di aver riposato per anni, perciò marcio a velocità triplicate rispetto al solito. Margherita rimane indietro, con la sua forza e velocità di una vampira non di sangue.

Dopo poco, finalmente sento vagamente l'odore dolce della mia El... e, man mano che mi avvicino, avverto anche il rombo di ringhi, urla e ululati, insieme a squarci che si fanno strada sugli alberi, e rumori di ossa frantumate.

Che cazzo sta succedendo? Sembra una rissa tra lupi... El... cosa le avranno fatto...

Quando arrivo, già furioso per la valanga di pensieri che hanno preso a sovrastarmi, mi ritrovo davanti una scena a dir poco agghiacciante: un lupo dal manto dorato si avvinghia su un altro color fumo, e insieme rotolano velocemente sul suolo.
Ciò che mi fa sgranare gli occhi, però, sono i corpi senza vita di due lupi dietro di loro.

L'odore di El è sparso in ogni angolo del bosco, eppure, in qualsiasi direzione io voglia portare la mia attenzione, il mio sguardo punta sempre su quel lupo dorato. Sulla lupa che in questo preciso momento si sta azzuffando con l'altro animale.

Oh buon Dio, El...

La doppia energia, la doppia identità, i ricordi di Gerard... tutto combacia, tutto prende forma e significato.
Ora, però, non c'è tempo.

Proprio quando il lupo grigio accenna ad azzannare il collo della mia El, mi lancio su di lui per spingerlo il più lontano possibile. Mi volto subito a guardare il mio amore, per poi vedere un paio di occhi color oro fissarmi senza alcuna emozione ad accompagnarli. Il sangue che cola dal muso non riesce a camuffare il profumo. Le piccole manine ora sono grosse zampe che calpestano l'erba umida; quelle spalle esili e delicate ora portano un manto color deserto, lo stesso colore dei suoi capelli.

Sì, sei tu. E sei una lupa.

Un colpo al cuore mi fa sprofondare nell'angoscia più profonda: in fondo lo avevo capito, ma vederla in questo stato davanti ai miei occhi è tutta un'altra storia. Ha gli occhi vuoti, lo sguardo assente che solo un assassino può riconoscere: carico di rabbia, senza più alcun pensiero umano ad occuparle la mente.

Cosa sei diventata...

E poi... accade proprio ciò che pensavo: intorno a noi spuntano fuori altro dieci lupi, che si avvicinano senza fretta e con passo cauto, pronti a lanciarsi in un bagno di sangue.
El segue il mio sguardo, mettendosi in posizione d'attacco.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora