31. Damnatio memoriae

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La mattina dopo mi svegliai notando che avevo ancora i vestiti del giorno precedente.
Meglio farmi una doccia...
Mi diressi in bagno schiaffeggiandomi per rimanere sveglia, mi feci la doccia e mi vestì.

Misi dentro uno zainetto il mio quadernino con una matita e una bottiglietta d'acqua, per poi prendere le armi e uscire di casa

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Misi dentro uno zainetto il mio quadernino con una matita e una bottiglietta d'acqua, per poi prendere le armi e uscire di casa.
Avevo bisogno di uscire fuori dalle mura, ho bisogno di schiarirmi le idee e cercare di rispondere ad alcune domande che mi frullano nella testa.
Uscì di nascosto scavalcando le mura, perché sicuramente non mi avrebbero fatta uscire dal cancello, uccisi qualche vagante con il coltello e mi inoltrai nel bosco.
Era bellissimo correre tra gli alberi, senza pensieri, senza doversi preoccupare di quello che potrebbe accadere, certo anche se c'erano i vaganti.
Sanno essere una vera rottura, ma se ci sei abituata come me loro passano in secondo piano.
Decisi di riposarmi e salì sopra un albero, bevetti un po' d'acqua e mi misi a disegnare.
Quasi tutti i miei disegni riguardavano i vaganti e posti che ho visitato, anche se ormai invasi da loro.
D'un tratto trovai un disegno molto vecchio dove c'era raffigurata la mia famiglia con una piccola me, l'avevo fatto all'inizio di tutto questo per non dimenticarmi di loro.
Una piccola lacrima sfuggì al mio controllo, mi misi a ridere da sola.
Io: "Sono patetica! Piango davanti a un disegno" dissi mentre mi asciugavo le lacrime con la mano.
Guardai di nuovo il disegno e iniziai a pensare a come sarebbe stata la mia vita e quella della mia famiglia se non fossero morti.
Magari mio nipote avrebbe imparato a sparare...
Risi da sola per il mio pensiero, solo il pensare alla mia famiglia sentivo come se il mio cuore sanguinasse.
I sensi di colpa mi attanagliano di continuo, la morte di Leila, quella dei miei genitori e forse anche quella di Aiden, Robert e mio nipote Philip.
I miei genitori...
Certo ogni ragazza dovrebbe dire che la sua vita è stata bellissima "Rose e fiori" come si vuol dire, la cosa divertente però è che la mia era tutt'altro.
Non ero la classica bambina che amava giocare con gli altri o quella dolce con le persone, no.
Io amavo stare da sola, quando non si ha molti amici s'impara a starsene per i fatti propri.
Soprattutto se le persone ti consideravano "diversa", beh la normalità non è mai stata il mio forte e questo mi piaceva.
Guardando il disegno vidi una piccola scritta nel retro del foglio che diceva "famiglia Miller - sempre insieme" l'avevo scritta per cercare di tirarmi su il morale.
Vedendo il mio cognome mi venne un flashback di quando ero andata alla farmacia con Carl.
Robert l'uomo con la cicatrice sulla faccia si avvicinò a me e chiese a Carl "Non ti dispiace se la bacio? Giusto?".
Io provai di nuovo a dimenarmi e l'uomo dietro di me disse "Hey!! Ferma!!".
Robert si mise davanti a me
"Si credo che la bacerò ma prima, come ti chiami gattina?"
Io per paura che potesse farmi qualcosa dissi "Giusy...Giusy Miller" risposi per paura che potesse farmi qualcosa.
Quando sentirono il mio cognome, l'uomo dietro di me disse "Cazzo e se fosse la figlia..."
Io e Carl ci guardammo confusi e Robert guardò spaventato me, Carl e poi il suo amico.
Robert: "Lasciala andare! Ora!" Disse.
L'uomo dietro di me mi lasciò andare e Carl viene verso di me e gli cado tra le braccia, la mia testa è appoggiata al petto di Carl.
Robert: "Ci si vede! Mrs Miller" disse uscendo ed io non lo guardai e per fortuna se ne andò, Carl mi abbracciò d'improvviso.
Non riuscivo a spiegarmi come facevano a conoscere il mio cognome.
Ma soprattutto perché avevano paura?
Perché Negan quella sera non mi ha torto neanche un capello? Con tutto che ho provato ad ucciderlo, lui non mi ha toccata...
E nemmeno quando i Salvatori sono venuti a Hiltop mi hanno toccata, mi aspettavo che mi uccidessero o che mi torturassero.
Invece niente, perché?...
Le domande mi logoravano il cervello, ed io volevo risposte.
Scesi dall'albero e mi diressi verso le mura di Alexandria.

The apocalypse ||Carl Grimes||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora