78. La notte del terrore pt.4

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Purtroppo il rumore dello sparo attirò qualcuno, ma Gioset non fece in tempo ad accorgersene che ricevette un colpo alla testa facendola svenire.

Il buio totale insieme alle fiamme era ciò che circondava Jake e Carl mentre correvano verso la direzione del tombino.
Il giovane Smith trascinava Grimes per le strade di Alexandria ma non sembrava messo bene.
Avete presente la pelle pallida di prima? Ecco, ora era molto peggio.
Da pallida incominciò a diventare anche olivastra, e nel mentre sudava così tanto che i capelli gli si erano attaccati al viso.
Certo, il sudore forse non era niente perché anche Jake sudava per lo sforzo e il calore, ma Carl sembrava più di quello.
Quando finalmente raggiunsero il tombino Jake lasciò andare Carl e poi lo aprì, ovviamente fece andare Grimes per primo mentre lo aiutava a scendere e dopo scese anche lui ritrovandosi molte persone di Alexandria nascoste lì.
Ma tra di loro c'era un volto che non riconosceva, non l'aveva mai visto e questo era strano.
Sembrava abbastanza messo male diversamente dalle persone di Alexandria.
Lasciò perdere ed aiutò Carl a sedersi per terra mentre si guardava attorno disorientato, non voleva essere invadente ma voleva chiedere come mai fosse messo così male.
"Amico... non preoccuparti per me" disse Carl capendo ciò che gli voleva chiedere Jake.
Il giovane Smith annuì anche se sembrava poco convinto, poi guardò di nuovo verso le persone in cerca dei suoi amici.
Ma non vide nessuno, a parte Abby che spinse le persone per riuscire ad arrivare da loro.
"Oh mio Dio Abby!" Esclamò Jake andando ad abbracciare la ragazza.
Si sentiva sollevato nel vedere la ragazza viva soprattutto perché non si era più fatta viva dalla discussione poco carina avuta poco tempo fa con Giusy.
"Che fine avevi fatto?" Chiese staccandosi dall'abbraccio.
"Hai visto Giusy e gli altri?" Chiese Carl guardandola dal pavimento.
"No, sono scesa qua giù dopo che avevo discusso con lei e ho incontrato Siddiq" rispose guardando prima Jake e poi Carl.
"Come facevi a sapere di questo posto?" Chiese Jake guardando un po' schifato la pareti, ma d'altronde si trovava in una fogna.
"Lo conosco da quando sono arrivata qua. Ho trovato un modo per sgattaiolare fuori senza dovermi arrampicare sul muro" disse Abby con nonchalance.
Nel frattempo Carl prese un respiro profondo e cercò di alzarsi mentre i due ragazzi erano distratti nella loro conversazione.
"Amico, che cosa stai facendo?" Chiese Jake aiutando il ragazzo a rimettersi seduto.
"Devo andare a cercare Giusy. Potrebbe essere in pericolo o ferita" disse Carl preoccupato.
"No amico. Stai male e non so perché, ma dal tuo aspetto si nota che non puoi muoverti" disse il giovane Smith cercando di farlo ragionare, ma Carl non lo ascoltava.
"Andrò io" disse Abby interrompendo la discussione dei ragazzi, che hai suoi occhi sembrava una litigata tra marito e moglie.
"Abby no, è troppo pericoloso. Se gli uomini di mio padre ti vedessero ti ucciderebbero immediatamente" Jake l'avvertì, ma Abby Carpenter era più testarda di un mulo e se si metteva una cosa in testa nessuno la poteva fermare.
"No se non mi trovavo" disse la ragazza con un sorriso furbo sul volto.
Abby si sentiva in dovere di andare ad aiutare Giusy per qualche strano motivo, la discussione che avevano avuto è stata orribile e anche se Abby aveva ragione, si sentiva in colpa comunque.
Riconosceva di aver sbagliato anche lei a dire certe cose, ma Giusy aveva di certo esagerato nel tirare fuori suo padre.
Da una parte Abby non sapeva tutta la storia di Negan, e dall'altra anche Giusy sapeva la sua.
Ma questo non toglie il fatto che Abby non avrebbe mai fatto morire una sua amica, anche se avevano avuto un litigio, perché la vita è importante e non dovrebbe essere sacrificata per una questione stupida.
Avevano sbagliato entrambe, ed entrambe dovevano chiarirla.
Jake si grattò la nuca mentre sospirò rinunciando a far cambiare idea alla ragazza, dal suo sguardo capiva che non poteva fare niente per persuaderla.
Così alla fine annuì mentre Abby prese velocemente le sue armi e mise la pistola e un coltello nella cintura in vita, e poi infine prese il suo machete in mano per poi dirigersi verso la scala del tombino.
Prima di salire diede un'ultimo sguardo a Jake e Carl, mentre con gli occhi sembrava che dicesse che andrà tutto bene.
Ma si sa che dire "andrà tutto bene" è come una maledizione ormai.
5 secondi dopo stava uscendo fuori dal tombino mentre si guardava attorno cauta, doveva fare presto se non voleva che qualcuno la vedesse.
Appena si rimise in piedi fuori dal tombino, aggiusto la griglia sopra e incominciò a correre per Alexandria, doveva sbrigarsi a trovare gli altri prima che i vaganti incomincino ad arrivare.
Arrivò davanti all'infermeria e si fermò nel vedere come le fiamme la stavano divorando, ma poi guardò per terra appena sentì il rumore di vetri rotti sotto i suoi piedi.
Ma non fu quello ad attirare la sua attenzione.
A quattro passi dalla lei si trova una borsa che gli sembrava familiare, si avvicinò di più alla borsa mentre la sollevò in aria e notò che fosse la borsa di Lizzie.
Ma se questa era la borsa di Lizzie, lei che fine aveva fatto?
Lasciò stare la borsa e si allontanò di 20 passi, fino a che non trovò una pozza di sangue per terra che piano pieno diventavano gocce sempre più piccole.
Tutto questo gli fece insidiare il terrore fino alle ossa, l'infermeria era esplosa e molto i suoi amici erano spariti chissà dove.
Se la borsa di Lizzie era vicino all'entrata dell'infermeria questo significava che i ragazzi erano morti, o molto probabilmente sono scappati prima che l'infermeria finisse distrutta.
O a meno che il problema non fosse che i Salvatori li avevano trovati.
Scrollò la testa scacciando via tutti i pensieri brutti, mentre continuava a proseguire per la sua strada con un solo obbiettivo: trovare i suoi amici.

The apocalypse ||Carl Grimes||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora