Anno 707 dell'Era di Rouen
6 giorni dopo lo scontro a Villa Willmore
Distretto di Clubsmoor
La luce dell'alba attraversava le sottili tende della finestra della camera quando Lisbeth aprì gli occhi. Una leggera brezza soffiava attraverso le imposte che erano state lasciate appena socchiuse la notte precedente. Un'imprudenza, pensò, ma scacciò in fretta il pensiero non appena sentì delle braccia cingerle la vita da sotto le coperte.
Si voltò lentamente e con delicatezza per non svegliare il ragazzo che era sdraiato a fianco a lei e si mise a osservarne i dettagli del viso. I capelli castani di Tristan si erano arruffati durante la notte e i corti ciuffi si adagiavano scompigliati qua e là sul morbido cuscino di raso. Il viso dalla forma lievemente allungata sembrava sereno, come raramente Lisbeth era abituata a vederlo da sveglio, quando le sue sopracciglia sottili erano sempre tese. Gli occhi, ora chiusi, di un azzurro color del mare erano molto espressivi, non riusciva a nasconderle nulla. Ma ora che lo vedeva dormire così pacificamente, Lisbeth si chiese in quale bel sogno Tristan si stesse rifugiando, sperando con tutta se stessa che almeno nel sonno gli incubi del mondo reale gli dessero tregua.
Lisbeth soffermò lo sguardo sulle labbra di lui, sottili ma molto morbide, e non riuscì a resistere al desiderio di dargli un leggero bacio. Quella scelta ruppe l'incanto del momento e fece aprire leggermente un occhio al giovane che corrugò la fronte, stordito dal risveglio improvviso.
"Lis, non potevi aspettare ancora un po'?" sbuffò Tristan.
"È l'alba Tristan, sai che non possiamo farci scoprire".
Tristan la strinse a sé ancora più forte, affondando il volto nell'incavo del collo di lei.
"È così bello qui. Possiamo dimenticarci di tutto il resto e restare così?"
Quanto sarebbe più semplice se fosse così, pensò Lisbeth, ma il mondo fuori da quella camera rendeva tutto complicato. Se si fosse saputo cosa c'era tra di loro sarebbe stata la rovina per la casata dei Rosentsiel di Fiori. Erano cugini e lui era il primogenito, il destino della sua famiglia ricadeva sulle sue spalle. Fino ad ora erano riusciti a mantenere i loro incontri segreti, ma non erano più tanto sicuri di riuscire a continuare a lungo.
E che dire di lei? Già troppe voci circolavano sul suo conto. Lisbeth Rosentsiel, la "figlia indegna", il "fiore del tradimento", la "Disgrazia di Fiori". Questi erano i nomi che le erano stati affibbiati dal popolino e per tutta la sua vita si era chiesta quanto ci fosse di vero in quelle parole. "Devi mantenere un profilo basso, Lisbeth. Col tuo modo di fare attiri troppo l'attenzione" le ripeteva sempre severamente Violet Rosentsiel, la madre di Tristan e dei suoi fratelli Odille e Victor. Per Lis, era la madre adottiva che costantemente le ricordava la differenza tra loro e lei. Lisbeth si era sempre sentita fuori posto in quella famiglia e tutti, nel distretto di Clubsmoor, non facevano che spettegolare sulle sue vere radici.
Erano soprattutto i suoi occhi a destare più scalpore di tutto: grigi come la nebbia di novembre, un colore davvero unico e sicuramente impossibile da trovare nel distretto di Fiori.
Lisbeth baciò per un'ultima volta Tristan e si alzò dal letto. Gli concesse di dare una veloce occhiata al suo corpo nudo mentre raccoglieva la vestaglia di seta e la indossava stringendo con decisione il laccio intorno alla sua vita. Si spostò verso un grande cassettone di legno chiaro con sopra un ampio specchio con la cornice decorata di intrecci di fiori di vario genere. Dal primo cassetto prese una spazzola e iniziò a districare i nodi dei suoi lunghi capelli bruni e li raccolse in una semplice treccia a spina di pesce.
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Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di Rouen
FantasyIn una terra distopica, Rouen, il giocatore, è colui che controlla il destino. Ogni 100 anni Rouen indice un torneo per eleggere il suo successore tra gli eredi delle nobili casate di 4 fazioni: Cuori, Spade, Fiori e Diamanti. Tra i giovani giocator...