Anno 707 dell'Era di Rouen
10 giorni dopo lo scontro a Villa Willmore
Foresta delle querce rosse tra Clubsmoor e Heartcross
Gli occhi rosso sangue del demone avevano intrappolato quelli grigi di Lisbeth in un'oscura prigione senza uscita. La ragazza percepiva gli arti farsi sempre più rigidi ad ogni passo che quella figura in nero faceva verso di lei, il cuore le batteva all'impazzata dal terrore e la presa sul pugnale si fece lentamente meno serrata. Alla luce della luna il volto pallido e affilato del demone si rivelò in tutta la sua magnificenza, con un sorriso malizioso e bramoso di quell'anima che stava pregustando di depredare pezzo dopo pezzo dalle labbra di Lisbeth.
La ragazza aprì la bocca per emettere un grido, ma le morì in gola quando si rese conto di chi aveva davanti: Erik Pikert, l'Asso di Spade.
Il demone le prese voluttuosamente il volto tra le mani, le dita gelide le carezzavano le guance, e ad un soffio dalle sue labbra sussurrò: "Vedrai, non c'è modo più piacevole di morire".
Il coltello le cadde di mano. Una lacrima le scese leggera rigandole la guancia e Lisbeth Rosentsiel lasciò che i suoi occhi potessero sfuggire al suo inevitabile destino.
"È davvero questa la fine che avevi immaginato per me, Rouen?"
In quel momento la realtà sembrò cristallizzarsi in un attimo fuori dallo spazio e dal tempo e una serie di immagini confuse le attraversarono la mente come un turbine.
Due grandi occhi grigi.
Delle labbra schiuse in un sorriso sotto la pioggia.
Le sue mani che scoccano una freccia di diamanti.
Un grido di donna.
Un suono sordo la ridestò da quel torpore demoniaco. Qualcosa di viscido le stava scorrendo sul viso e quando aprì gli occhi capì immediatamente che non si trattava di acqua. Il sangue nero di Erik stava zampillando da una ferita nel pieno palmo della mano del demone, un pugnale di diamanti si era conficcato nella sua carne trapassandola da parte a parte. Pikert aveva interposto tra lui e Lisbeth il palmo nel tentativo di salvarsi il collo, interrompendo il contatto visivo con la ragazza. Il demone indietreggiò inveendo gravemente e lanciando sguardi diabolici alla ricerca della persona che lo aveva ferito.
Nonostante i riflessi storditi, Lisbeth si gettò dal ramo della quercia battendo rovinosamente il fianco contro il suolo e si mise a gridare: "S-Siamo sotto attacco!".
Si sollevò debolmente e iniziò a correre sbandando verso il centro dell'accampamento, doveva subito trovare una postazione sicura da cui iniziare ad attaccare con le sue frecce di diamanti. Intanto il suo sguardo sfuocato intravide i soldati agitarsi e le grida sollevarsi in maniera confusa e turbolenta. In mezzo alla boscaglia altre figure in nero iniziarono a palesarsi e ad assalire il contingente. Il respiro di Lisbeth era affannoso, il sorriso maligno di Erik Pikert si imponeva violento nella sua mente, la vista si stava pericolosamente annebbiando in quella fuga forsennata.
"Devo raggiungere il Capitano Willow! Pikert... Pikert e i suoi demoni sono a caccia di carte!" continuava a ripetere Lisbeth in preda all'angoscia.
Come era possibile che le sentinelle non avessero avvistato i demoni? Come avevano fatto quei mostri a cogliere così in fretta la loro posizione? Erano nel bel mezzo della foresta di querce rosse a confine tra Heartcross e Clubsmoor, a molti giorni di cammino da Spadesea, eppure i demoni riuscivano a spadroneggiare indisturbati in pieno territorio nemico. Se fino a quel momento le Rose di Sangue avevano avanzato senza problemi e solo adesso erano state attaccate, significava che le Spade possedevano il pieno controllo della zona e avevano deciso il momento più opportuno per aggredire.
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Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di Rouen
FantasyIn una terra distopica, Rouen, il giocatore, è colui che controlla il destino. Ogni 100 anni Rouen indice un torneo per eleggere il suo successore tra gli eredi delle nobili casate di 4 fazioni: Cuori, Spade, Fiori e Diamanti. Tra i giovani giocator...