Capitolo 13 - Evangeline ♦ - Battaglia delle Querce Rosse (Parte 2)

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 Anno 707 dell'Era di Rouen

10 giorni dopo lo scontro a Villa Willmore

Foresta delle querce rosse tra Clubsmoor e Heartcross

"Qual è il tuo primo ricordo d'infanzia?" le domandò con voce gentile Xavier Willmore.

"La fronte di Adam contro la mia" rispose la piccola Evangeline.

Eva non si ricordava quale fosse stato il momento esatto in cui si era ritrovata tra le braccia di Adam, era semplicemente accaduto, e non sapeva nemmeno dire con precisione quanto tempo fosse passato. Si era lasciata travolgere dal turbinio di emozioni che le aveva provocato incrociare di nuovo quei verdi occhi a mandorla così identici ai suoi, sentire quel profumo che le infuse un immediato senso di sicurezza e percepire il calore di quell'abbraccio che le donava sempre la certezza che, da qualche parte, per lei esistesse una casa.

Adam tremava e la stringeva sempre più forte a sé, come se avesse bisogno di sentirla fino all'anima per essere sicuro che non stesse sognando. Eva riusciva ad avvertire i turbamenti che stava provando il fratello, per tutta la vita c'era stata una particolare connessione tra loro, non riuscivano a leggersi la mente, ma era come se riuscissero a percepire l'una il cuore dell'altro. Tuttavia, la ragazza non riusciva a spiegarsi una simile reazione, Adam sembrava fosse davvero troppo sconvolto.

"Adam... che ti succede?" chiese Evangeline scostandosi leggermente e prendendogli il viso tra le mani per poterlo guardare negli occhi. Il ragazzo non riusciva a trattenere le lacrime e il suo sguardo si piantò nella cicatrice sul volto della sorella.

"Tu, tu eri... eri..." la voce di Adam tremava e si incrinava ad ogni respiro.

Eva congiunse la sua fronte con quella di lui "Lo so, ma sono qui, mi senti adesso, ora sai che è vero quello che ti hanno detto" il tono di lei cercava di essere calmo, ma si stava lasciando travolgere dal forte turbamento di Adam.

"Nessuno mi ha detto che eri viva... per tutto questo tempo ho pensato di averti perduta... per... per questo ho... " disse il ragazzo tra i soffi portandosi una mano al petto, a indicare l'Asso di Diamanti dentro di sé.

Eva sentendo quelle parole si pietrificò. Quanta crudeltà poteva celarsi nei Cuori e nei Fiori. Perché avevano tenuto nascosto a Adam che lei fosse viva? Perché commettere una simile meschinità e farlo soffrire in questo modo? Cosa diavolo credevano tutti di loro due? Perché nessuno riusciva a capire che erano vittime di Rouen esattamente come gli altri giocatori? Non erano Diamanti! Erano i figli di Xavier Willmore! Erano cresciuti a Heartcross e indossato con orgoglio la divisa dei Cuori di Spine! Perché all'improvviso tutto questo non aveva più alcun valore?

"Tutto questo è successo perché sei ancora viva. Adam ha l'Asso di Diamanti per colpa tua, Evangeline. Tutta colpa tua".

La parola colpa le risuonava nella mente e la colpiva come una pugnalata di un sottile ma affilato pezzo di ghiaccio. La sua stessa voce rimbombava come un grido furioso accusandola di un crimine di cui non si sentiva completamente colpevole. Come se in lei ci fossero due anime e una stesse cercando di condannare a morte l'altra, in un verdetto che non lasciava spazio al perdono.   

La ragazza tremando dalla rabbia non riuscì più a trattenere le lacrime che iniziarono a scorrerle come sottili ruscelli lungo le guance candide. Adam aveva preso il suo Asso di Diamanti per lei. Rouen aveva scelto lei, ma ora era il suo unico e amato fratello a doverne portare il pesante fardello. E lei era stata condannata a guardarlo giocare.

"Non avresti dovuto prendere il mio Asso... Adam, non dovevi. Sapevi cosa significava..." sussurrò tra le lacrime Eva, ma Adam le strinse forte le spalle e il suo tono si fece di colpo più calmo e sicuro "Ci eravamo fatti una promessa. Questa carta è tua come mia, non importa chi la possiede".

Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di RouenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora