Anno 707 dell'Era di Rouen
10 giorni dopo lo scontro a Villa Willmore
Foresta delle querce rosse tra Clubsmoor e Heartcross
Il rumore degli zoccoli dei cavalli che battevano sul terreno boschivo era l'unico suono che Lisbeth riusciva a sentire del contingente delle Rose di Spine. Era passato un giorno da quando si erano messi in marcia verso Diamond Hollow e non erano arrivati nemmeno a metà strada. Il silenzio era stato imposto per permettere alle sentinelle di Fiori che affiancavano il contingente di poter percepire la presenza di demoni e per non attirare troppo l'attenzione. Omar Willow sapeva che le Spade avrebbero avuto presto notizie dei loro spostamenti, ma voleva limitare il più possibile i danni. Il primo obiettivo era raggiungere indenni Heartcross per riunirsi al contingente dei Cuori di Spine, per poi proseguire tutti insieme verso il distretto di Diamanti.
Il Capitano aveva ordinato la partenza tre giorni dopo che aveva fatto vista alla magione dei Rosentsiel, non volendo più attendere una conferma da Raul Corblan. Di fronte alla perplessità di Tristan, il Capitano aveva risposto con tono deciso: "Non prendiamo ordini da quegli animi ribelli di Cuori, Tenente Rosentsiel. Corblan sa benissimo quale sia la posta in gioco e attualmente non si trova nella condizione di dettare regole. Dalla battaglia a Villa Willmore, il suo esercito ne è uscito decisamente scottato e lui sta rischiando di perderne il controllo. Non possiamo permettere che le Rose di Spine vengano coinvolte nel loro terremoto".
"Ma Capitano, l'alleanza con i Cuori..." replicò Tristan ma venne subito interrotto da Willow: "L'alleanza resta in piedi, ma dobbiamo muoverci con cautela. I Fiori vengono prima di tutto. Sempre. Se, per quando saremo a Heartcross, quegli instabili non si saranno organizzati, vorrà dire che gli accordi con Corblan salteranno e ce la caveremo da soli".
Nonostante la coalizione tra Fiori e Cuori, Lisbeth sapeva che lo spettro della diffidenza reciproca aleggiava sempre nel gioco di Rouen. La quinta regola parlava chiaro: può esserci un solo vincitore.
"Guardati dai nemici, ma anche dagli amici. È fondamentale" aveva ripetuto spesso Tristan alle reclute durante l'addestramento. Tuttavia, lo stesso principio era rispettato anche dagli alleati, non a caso suo cugino Victor era stato mandato come rappresentante dei Fiori nell'esercito dei Cuori di Spine.
Un pedone dei bianchi tra le file dei neri.
Lisbeth usò una volta questa metafora durante una partita a scacchi con Tristan. "Chissà chi è il pedone nero in mezzo ai bianchi" si chiese la ragazza.
"Chiunque sia non puoi pensare che sia un pedone qualunque. La sua importanza deve essere almeno pari a quella di Victor, un alfiere... o magari una regina" le rispose Tristan.
Lisbeth sgranò gli occhi per lo stupore e distrattamente fece una mossa pericolosa: "Ma Tristan, chi sarebbe così folle da scambiare la sua regina? Una regina può decidere l'esito della partita!".
Il ragazzo dai capelli castani sfoggiando un sorriso malizioso e guardandola dritto negli occhi fece la sua mossa: "Probabile, ma dipende se la sai giocare al momento giusto, Lis. Scacco Matto".
Lisbeth ricordava bene come si era conclusa la partita quella volta, le piaceva ripensarci di tanto in tanto, erano rari i momenti in cui Tristan aveva sfoderato una simile passione travolgente. Non si poteva lamentare ovviamente, era l'unico che riusciva a farla sentire desiderata, ma sapeva che prima o poi il loro idillio segreto sarebbe finito. Lui era il primogenito dei Rosentsiel, sarebbe stato sicuramente promesso a qualche ramo cadetto dei Fiori per preservare la purezza del suo sangue.
STAI LEGGENDO
Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di Rouen
FantasyIn una terra distopica, Rouen, il giocatore, è colui che controlla il destino. Ogni 100 anni Rouen indice un torneo per eleggere il suo successore tra gli eredi delle nobili casate di 4 fazioni: Cuori, Spade, Fiori e Diamanti. Tra i giovani giocator...