Capitolo 9 - Evangeline ♦ - I Maledetti Occhi Grigi

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 Anno 707 dell'Era di Rouen

10 giorni dopo lo scontro a Villa Willmore

Distretto di Heartcross

Casella nera o casella bianca? Fai la tua mossa, Evangeline.

Dopo che il grande portone della tenuta dei Mallard venne aperto, Evangeline cominciò sentirsi come se avesse davvero fatto la sua prima mossa sulla scacchiera. Qualcosa dentro di lei era di colpo cambiato, si sentiva eccessivamente nervosa e uno strano calore le iniziò a crescere lentamente nel petto. Il suo corpo era immobile, come avvolto da delle scariche elettriche che si propagavano dal petto agli arti, percorrendo ogni singolo centimetro di pelle. Il suo sguardo era fisso, inchiodato a quegli occhi grigi.

Quei maledetti occhi grigi.

Lo sguardo di lui la ricambiava e il tempo parve improvvisamente essersi fermato, mentre la mente di Evangeline cominciava a ripercorrere gli eventi degli ultimi giorni. In un attimo, si rese conto di aver vissuto in una fiaba fino a quel momento, una storiella che si era raccontata da sola, ma che solo adesso vedeva in tutta la sua illusione.

Era stato Wesley Mallard ad averla salvata quella notte.

Quegli occhi grigi che avevano affollato la sua testa e tormentatole i sogni erano i suoi. 

"Il mio inconscio lo aveva sempre saputo, per questo ho continuato a sognarlo" pensò Eva sentendosi maledettamente sciocca. 

Ogni secondo che aveva passato da quando si era risvegliata lo doveva a lui, al suo ex Tenente, che ora stava fermo davanti a lei, forse chiedendosi il perché di quella visita senza alcun preavviso. Evangeline non sapeva cosa dirgli, dopo tutte le spiegazioni che Corblan le aveva dato sui modi rudi di Mallard, quasi si sorprese che le avesse aperto la porta al primo tentativo. La ragazza dagli occhi verdi decise che la prima cosa educata da fare fosse sorridergli, poi avrebbe improvvisato sul momento.

Wesley Mallard era alto, robusto e con le spalle larghe. Nonostante la camicia di lino fosse larga, Evangeline riusciva a intravedere grandi braccia muscolose. Il suo viso era squadrato, con la mascella definita, ma con un naso lievemente aquilino che ne addolciva i tratti. I capelli mori, corti e mossi richiamavano il colore delle sopracciglia folte, che sovrastavano due grandi occhi grigi e infossati. Una grossa e profonda cicatrice scura gli segnava la parte destra del volto, partendo dal collo fino a poco sotto lo zigomo. Osservandola, Evangeline quasi riuscì ad immaginare il dolore che dovesse aver vissuto e provò uno strano sentimento di vicinanza con quel giovane. Tuttavia, dovette ammettere a se stessa che, nonostante fossero passati tanti anni, il Tenente Mallard era praticamente uno sconosciuto per lei.

In cuor suo, però, sperò che lui sarebbe stato davvero capace di capirla.

"Non ho niente a che spartire con voi, andatevene" disse Mallard con tono duro e distogliendo lo sguardo da lei.

Le speranze di Evangeline crollarono in un secondo. Aveva ragione il Capitano Corblan, sarebbe stata più dura del previsto. Ma non si sarebbe data per vinta. Voleva riavere Adam? Convincere Wesley Mallard era l'unico modo. Intanto, avrebbe cercato di non farsi chiudere quel grosso portone in faccia.

"Non posso" rispose Eva per poi rimanere di nuovo in silenzio. Non riusciva a pensare a nulla di abbastanza convincente.

"Maledizione! Mi sento una tale sciocca davanti a lui. Perché mi rende così nervosa? Ok, era il mio Tenente, è vero mi ha salvata, ma in tutti gli anni di addestramento non mi ha mai rivolto la parola! Per non parlare dell'infanzia! È giunto il momento che si accorga che esisto!" pensò la ragazza sentendo il suo orgoglio ribollirle dentro, ma cercando di mantenere un tono che non facesse trasparire il suo stato d'animo.

Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di RouenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora