Capitolo 22 - Chris ♠ - L'Avidità del Demone

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Anno 707 dell'Era di Rouen

Due settimane dopo lo scontro a Villa Willmore

Distretto di Spadesea

La luna disegnava delle curve serpentine sullo specchio dell'acqua accompagnate dal sibilo delle onde leggere che scorrevano sulla sabbia. Il cielo come un velo nero fatto di infiniti diamanti lucenti si confondeva col nero del mare di Spadesea. Chris seduto sulla sabbia contemplava quell'oscurità lasciando che il vento gli schiaffeggiasse impietoso le guance. Da quando Lilian non c'era più, quel luogo era divenuto l'unico vero rifugio per la sua solitudine.

Si scosse leggermente la camicia per lasciar cadere i granelli di sabbia depositati, scoprendo due fasciature di seta nera che gli avvolgevano i polsi. Guardando quelle bende si lasciò andare ad una risata cupa. Come aveva potuto pensare che sarebbe riuscito a celare al mondo il suo segreto?

La sua vanità lo aveva tradito, Odille ormai sapeva, nella sua mente era ancora impresso lo sguardo di orrore che l'Incanto di Fiori gli aveva rivolto quando aveva capito il significato di quel tatuaggio: la carta di Lilian, sua sorella, la Regina di Spade era entrata in suo possesso. E ciò significava una sola cosa.

Chris Lockhart aveva ucciso Lilian.

Con la sua morte, Chris aveva potuto compiere la fusione dell'anima, divenendo un tutt'uno con il Re di Spade e accrescendo il suo potere. Le sue mani macchiate di un simile peccato ora erano una delle armi più micidiali di tutto il Gioco di Rouen. Come desiderava suo padre, il demone si era incamminato verso la vittoria e la consacrazione delle Spade come padroni incontrastati.

"Non è qualcosa che voglio, è qualcosa che devo fare" sussurrò.

Sentire tutto quel potere demoniaco scorrergli nelle vene gli dava un senso di onnipotenza indescrivibile, ne voleva di più, come una droga di cui non riusciva a fare a meno. Era abile a mentire e manipolare, ma di certo non poteva sperare illudere sé stesso, non era il dovere a spingerlo, sentiva che l'avidità del Re di Spade cresceva prepotentemente ogni giorno che passava, tutto il resto erano puri abbagli, per alleggerire quel poco coscienza marcia che gli restava.

Un soave profumo di lavanda misto a salsedine riportò la sua attenzione alla realtà. Nulla poteva coglierlo alla sprovvista. Quell'odore così familiare accese il suo istinto come un predatore e la sua ragione invece gli ricordò quale spina nel fianco stesse per unirsi a lui in quella notte stellata.

"Speravo di trovarti qui, da solo".

Chris sollevò lo sguardo di scatto. Di fronte a lui si stagliava una figura femminile che rifletteva candida la luce della luna. I lunghi capelli ebano fluttuavano leggiadri nel vento, la tunica di seta bianca scollata sul petto risalava il pallore della pelle come quello delle gambe nude che facevano capolino dal profondo spacco sulla lunga gonna scura.

Le labbra vermiglie si aprirono in un sorriso sensuale non appena gli occhi ghiaccio di Dalia incrociarono quelli di Chris. Il demone sentì il basso ventre vibrare di fronte a quella visione provocante, la bellezza di quella indegna era davvero qualcosa di difficile a cui resistere.

"Dalia, non sta bene girare da sola a quest'ora di notte. Potresti incontrare qualche demone pericoloso" la schernì Chris.

"Oh, ma col Re di Spade non ho nulla da temere" rispose la fanciulla portandosi una mano al petto con falsa innocenza.

"Hai tutto da temere" rispose il demone, il tono di voce che si faceva più profondo. Non era in vena di giochetti e provocazioni, Dalia doveva stare molto attenta a quello che avrebbe detto.

Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di RouenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora