Anno 707 dell'Era di Rouen
9 giorni dopo lo scontro a Villa Willmore
Distretto di Heartcross
I successivi tre giorni erano stati per Evangeline una vera e propria prova di resistenza alla frustrazione, fatta di interrogatori, continui esami sulle sue condizioni fisiche ed esercizi di riabilitazione per la coordinazione. Si chiedeva quando avrebbe potuto raggiungere Adam, il Capitano Corblan si rifiutava di dirle dove fosse stato mandato, ma Eva era sicura che, ovunque fosse, stesse subendo un trattamento simile al suo.
Ancora non era riuscita a recuperare tutta la memoria di quanto accaduto, aveva solo alcune immagini annebbiate che si confondevano tra loro: suo fratello che urla il suo nome, il suono delle spade di diamanti, sangue nero che scorre su un volto indecifrabile e quegli occhi grigi.
Quei maledetti occhi grigi.
Le notti di Evangeline erano costellate di incubi immaginari e ricordi dolorosi. La sua famiglia adottiva che tanto adorava distrutta per sempre, le sue sorelle perdute e Adam, l'unica certezza della sua vita, che le scivolava via dalle mani, svanendo in un vortice dal profumo di rose e tra fiumi di sangue. Si svegliava sempre con il fiato corto e il cuore che batteva a mille. Una volta aveva perfino vomitato per il panico.
Corblan le faceva visita ogni giorno, le poneva le stesse domande ogni volta in ordine diverso o cambiando qualche parola, cercando di coglierla in fallo e incastrarla nella sua stessa menzogna. Niente. Evangeline rispettava il suo Capitano, non avrebbe mai potuto mentirgli. Semplicemente non riusciva a ricordare e Raul Corblan non le dava alcuna indicazione. L'unica cosa su cui l'aveva rassicurata erano le condizioni di salute di Adam.
"Almeno lui stava bene, non aveva riportato alcuna ferita dallo scontro con i demoni" si ripeteva tra sé e sé Evangeline ogni volta che le capitava di osservare il suo riflesso su una superficie di vetro o allo specchio. Una lunga cicatrice le attraversava il volto all'altezza dell'occhio destro fermandosi poco sotto lo zigomo, un profondo solco che la deturpava e le ricordava di essere tornata indietro dalla morte come nessuno aveva mai fatto prima di lei.
È normale che le facciano così tante domande, anche lei al posto loro non si fiderebbe. Tuttavia, più passavano i giorni e più Eva notava che l'interesse del Capitano virava sui piani che lei e Adam avevano in mente la sera che sono stati attaccati.
Che il Capitano dubitasse della loro lealtà verso i Cuori?
Eva ricordò con quanto sforzo il loro amato padre adottivo, Xavier Willmore, si fosse impegnato, fin da quando lei e Adam erano piccoli, a far si che il distretto di Heartcross accettasse quei due bambini con i capelli biondo cenere. Quel colore li marchiava come discendenti del Primo dannato di Diamanti, colui che per primo aveva iniziato a giocare con Rouen e aveva trascinato con sé Cuori, Fiori e Spade, in uno spargimento di sangue senza fine.
I Diamanti erano detestati per questo e perseguitati da tutti. Una tacita regola non ufficiale del Gioco di Rouen era di eliminare il prima possibile i giocatori di Diamanti, colpevoli secondo gli altri di essere discendenti di quel primo dannato e, dunque, immeritevoli non solo di giocare alla pari, ma anche di continuare a vivere un solo giorno in più.
Ormai di Diamanti ne erano rimasti pochi. I degni si erano estinti definitivamente con Simon LaPlace, primo e unico vincitore di Diamanti del Gioco di Rouen, l'ultimo Asso di Diamanti. Dopo di lui, Eva sapeva dai racconti di Xavier che quella carta era misteriosamente svanita e i sedici giocatori di Rouen erano diventati inspiegabilmente quindici.
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Il Cavaliere di Cuori - Atto I de Il Gioco di Rouen
FantasyIn una terra distopica, Rouen, il giocatore, è colui che controlla il destino. Ogni 100 anni Rouen indice un torneo per eleggere il suo successore tra gli eredi delle nobili casate di 4 fazioni: Cuori, Spade, Fiori e Diamanti. Tra i giovani giocator...