Capitolo LIII

149 9 5
                                    

Quando Thalia uscì dalla sua stanza non aveva un piano in mente, non sapeva minimamente cosa stava facendo. Non si interrogò sulle conseguenze né se era la cosa giusta. Anzi, quest'ultima le passò per la mente mentre scendeva le scale. Non vi trovò una risposta, ma quello che capì è che ormai non le importava più nulla. Anaan era pericolosa e inaffidabile, troppo presa dalle sue strategie e dai suoi piani per condividerli con la diretta interessata. Aruel, il suo caro fratello, ormai non sapeva più se lo fosse davvero. E poi Skye, così passiva e pronta a dire di sì ad Anaan in ogni momento. Doveva agire o sarebbe scoppiata, con o senza l'appoggio degli altri.

Quando scese in sala c'erano ancora dei ragazzi che chiacchieravano difronte al camino. Alcuni la notarono ma non le diedero peso, del resto sapevano che i licantropi avevano organizzato un falò, avrebbero pensato fosse diretta lì, anche se estremamente in ritardo.

Uscì dalla magione e invece di prendere la strada principale per raggiungere i suoi simili si voltò a sinistra verso il retro della casa. Da lì la porta per il seminterrato.

Si bloccò per un attimo, in cerca di un singolo motivo per non proseguire. Non si sarebbero più fidati di lei se l'avesse fatto, ma non trovò ragione, e andò avanti. Scassinò la porta, l'aver vissuto con Agrid per la maggior parte della sua vita l'aveva portata and imparare cose molto interessanti. Con la speranza che chiunque fosse di sotto di guardia non l'avesse già sentita, cominciò a scendere le scale rocciose lentamente. Intravide in basso della luce e quando arrivò alla fine vide Dickens annoiato seduto su una sedia. Lei gli era quasi di spalle, ma lui, come ogni buona guardia, si accorse subito di lei.

Thalia non cercò subito del dialogo con lui, perché i suoi occhi e la sua mente vennero catturati immediatamente da colei che era oltre la barriera magica eretta da Dickens.

"Che le avete fatto?"

Annie era distesa a terra, con la veste stracciata e sporca. Aveva gli occhi chiusi ma la sua bocca pronunciava parole insensate. Aveva i capelli bagnati dal sudore e sciolti e annodati che le ricadevano per metà sul volto. I suoi polsi erano stretti nella morsa dei bracciali magici che tenevano il primo figlio rinchiuso nel suo corpo. Al collo un collare per tenerla bloccata in quell'angolo del seminterrato. Come se tutte quelle precauzioni non fossero già abbastanza...

Era una visione deprimente. E Thalia ne rimase profondamente intristita.

"Thalia, non dovresti essere qui," disse alzandosi e volgendosi verso di lei.

"L'ha deciso Anaan?" domandò lei pacata, rilassando il corpo, facendo finta di non essere una minaccia.

"Solo noi possiamo stare qui."

'Noi maghi', penso lei, persone qualunque, non io che invece ne ho il pieno diritto.

"Vorrei parlarle," gli disse con un piccolo sorriso, mascherando il turbamento che provava nel vedere quella ragazza in quello stato.

"Se non puoi stare qui credi davvero di avere il permesso di parlarle?" disse un po' troppo arrogante.

A quel punto il sorriso le cadde, così come il tono. "Che le avete fatto?" Ripeté.

"Tutto ciò che è necessario per farla parlare," disse lui, dispiaciuto. "Però, davvero, dovresti tornare sopra, sai com'è fatta Anaan."

"Oh, lo so bene," disse con una leggera risata. "Tu eri lì, no? Certamente non quando mi ha drogata, ma quando mi ha legata ad un albero. Sia me che Skye, ovviamente."

Sembrò a disagio. "Sì."

"Non pensi sia ingiusto quello che ci fa? Ci saranno altri modi, meno dolorosi, più umani." Poi guardando verso Annie, "ma lei sceglie sempre la via più tortuosa."

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝕮𝖗𝖊𝖆𝖙𝖚𝖗𝖊 𝕯𝖊𝖑𝖑'𝕺𝖒𝖇𝖗𝖆 || GirlxGirl [Hiatus]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora