Capitolo XXVI

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I'm ready to fly
I survived through
rainstorm, sandstorm
I fought the war
Now is time to go home

(Journey - Natasha Blume)

Correva tra i corridoi. L'uomo la teneva stretta a sé, macchiando l'armatura di sangue. Era completamente buio, ma lui riusciva comunque vedere. Tutti coloro che abitavano nel castello, nobili e servi vennero messi al riparo, ed è proprio lì che stava portando Skye. Ma mentre lei riposava, una voce si fece largo nella sua testa. Inizialmente lontana ma poi sempre più forte.

"Svegliati... svegliati!"

Skye si svegliò di soprassalto e confusa si guardò intorno. C'erano le donne della servitù che discutevano, mentre due soldati facevano di guardia alla porta. Alla sua destra e sinistra c'erano una fila di letti occupati da alcune guardie e nobili gravemente ferite. Poi si rese conto lei stessa di essere avvolta da calde coperte. Si scoprì velocemente e tale movimento le arrecò una scarica di dolore al braccio e notò a suo dispiacere che era coperta di fasce.

Una delle serve la notò, "Signorina!" gridò accostandosi al letto, seguita dalle altre. "Come vi sentite?"

Skye stava ancora metabolizzando cosa le era appena successo e le ci volle un po' per comprendere cosa le stavano chiedendo. La prima cosa che vide di quella donna furono i suoi occhi lucidi e rossi. Aveva i capelli biondo cenere completamente scompigliati, indossava ancora la bianca veste da notte ma non indossava nulla per proteggere i suoi piedi.

"Dottore!" chiamò lei. "Dr. Smithlane!"

Tra di loro si fece spazio un uomo di mezza età, alto, con pochi capelli grigi e gli occhi sporgenti. Aveva uno sguardo serio e le rughe lo facevano apparire ancora più severo.

Skye continuava a vagare con lo sguardo finché il dottore non la smosse. "Signorina Skye, mi sente?" Ma lei corrugò la fronte e si toccò la testa, dando l'impressione di provare dolore. "Allontanatevi, fatela respirare." consigliò alle donne. Poi si girò e prese una sedia trascinandola accanto al letto. "Vediamo..." disse aprendo la sua borsa. C'era ogni tipo di attrezzo per la chirurgia come forbici, siringhe e altri strumenti di cui lei non sapeva il nome.

"Non provare a toccarmi." disse cambiando completamente espressione, tanto che il dottore rimase perplesso. "Da quanto tempo sono qui?"

Il dottore posò la borsa sul letto e sospirò. "Forse venti minuti. Come mai?"

Devo andarmene da qui e raggiungere Thalia.

"Adesso stai ferma che devo visitarti."

Ma quando lui posò la mano sulla sua per rassicurarla, quello che lei sentì era altro che protezione. Era come se potesse percepire la sua energia o aura, anche lei non riusciva a trovare il termine esatto. Ma quello che percepì era ambiguo, c'era del bene in lui, ma allo stesso tempo c'era qualcosa che non andava. A quel punto non le ci volle molto per capire.

"Sei uno di loro, non è così?"

Il signor Smithlane fece una risata nervosa e si voltò verso le domestiche. "Per favore, la paziente non si sente bene, potete prendere la mia borsa e portarla nell'altra camera?" la donna di prima annuì e afferrò la borsa, mentre il finto dottore sollevò una contrariata Skye, e seguito dalla serva si recò nell'altra stanza. 

"Così abbiamo un po' di privacy." disse sorridendole.  "Allora," si schiarì la voce. "Come l'hai capito?"

"Le domande le faccio io. L'uomo che mi ha portata qui, era anche lui uno dei vostri?" lui annuì. "Perché mi ha portata qui? Non avete fatto altro che torturarmi per ore. Perché sono qui?!"

𝕮𝖗𝖊𝖆𝖙𝖚𝖗𝖊 𝕯𝖊𝖑𝖑'𝕺𝖒𝖇𝖗𝖆 || GirlxGirl [Hiatus]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora