Capitolo XXXI - parte 2 -

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[PARTE 2 - Utopia]

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Bones sinking like stones
All that we've fought for
Homes, places we've grown
All of us are done for
-Coldplay

1 anno prima circa

Era mattina presto, il sole bollente entrava attraverso la finestra illuminando tutta la minuscola e misera stanza. Era dotata solamente di un letto, una sedia in legno rosicchiata dai topi e un piccolo tavolo circolare. In essa si muoveva una ragazza, con la carnagione olivastra e i capelli neri ed unti, legati in una bassa coda. Raccolse da terra il proprio vestito, se così poteva essere chiamato. Era fatto con un tessuto ruvido e giallastro che lasciava interamente scoperte le cosce. Le maniche corte erano così larghe che quasi mostravano cosa c'era sotto. C'era anche una corda come cinta da annodare intorno ai fianchi per mostrare sempre e comunque quanto quel corpo fosse slanciato e desiderabile all'occhio. Non aveva nulla sotto di esso, né una fascia per reggere il seno, né delle mutande per coprire la propria nudità. Lei era un oggetto del resto, per divertirsi e svagarsi, non era un essere vivente di cui bisognava preservare il pudore.

Uscì fuori da quella sudicia stanza, lasciandosi alle spalle quell'uomo atletico sdraiato sul letto, che la notte prima aveva fatto uso di lei. Quando attraversò il corridoio poté sentire da oltre la porta di una delle stanze, sentì qualcuno gridare di dolore, ma non poteva fare nulla. L'ultima volta che aveva tentato di aiutare una ragazza, l'avevano gettata in una stanza buia, lasciata senza cibo per tre giorni e a marcire nella puzza. Ancora si ricordava il fetore che portava addosso, dovette farsi la doccia per un giorno intero. Volevano punirla anche per quello, ma decisero che aveva patito abbastanza e la lasciarono andare. E poi c'era bisogno del suo servizio, non potevano permettersi di perdere altri soldi per una sgualdrina ribelle.

Era ormai un anno che l'avevano costretta a servire in un bordello, non che il suo precedente incarico fosse stato più pulito. Aveva passato la sua intera vita ad essere venduta da un signore all'altro. C'era chi l'aveva trattata con rispetto e chi la considerava un oggetto.

Odiava quel posto più di qualsiasi altra cosa al mondo e si dava pena per tutti i giovani che erano costretti a servire, giorno e notte, uomini e donne privi di ritegno, degli spudorati. Aveva cercato più volte di mantenere le distanze dagli altri schiavi, aveva paura che la sua benevolenza ed il suo affezionarsi troppo alle persone non avrebbe portato a nulla di buono. Ma eventualmente anche lei cedette, anche se di poco. In un mondo del genere dove le relazioni umane erano calpestate in nome di un piacere comprato, aveva anche lei bisogno di legarsi a qualcuno che non la vedeva come un misero oggetto ma come una persona.

"Sai, Talema," disse una ragazza mentre lavava i propri vestiti al lavabo, "mia madre mi raccontava sempre che le migliori storie cominciano con una fuga, tu ci credi?" 

𝕮𝖗𝖊𝖆𝖙𝖚𝖗𝖊 𝕯𝖊𝖑𝖑'𝕺𝖒𝖇𝖗𝖆 || GirlxGirl [Hiatus]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora