Capitolo XXVIII

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Forget the horror here
Leave it all down here
It's future rust and it's future dust

(Spanish Sahara - Foals)

Ero sola, circondata dal nulla. Con il viso nascosto tra le gambe e rannicchiata su me stessa. Non sentivo niente, ne dolore ne frustrazione, ma neanche ciò che un tempo mi faceva stare bene. I ricordi erano sbiaditi. Chi sonno io? perché sono qui? Ho un nome?!

Era strano sentirsi così, con tutto questo vuoto che un tempo racchiudeva la vera me stessa. Le mie memorie erano ciò che facevano di me quella che ero. Ed ora? Se non ricordo... cosa sono? Un fantasma o sono io stessa un ricordo sbiadito di qualcuno? Sono almeno reale?!

"Sì, che lo sei..." disse dolcemente una voce.

Alzai la testa e mi guardai in torno, ma non c'era nessuno, solo io e l'oscurità. Mi rattristai nuovamente. C'è una cosa però che mi è famigliare... la solitudine. Ora capisco, mi ha fatto sempre paura. È questo il dolore? Però non sono stata sempre sola... qual era il suo nome?

"Mamma!" gridò felice una bambina.

Mi alzai immediatamente in piedi e vidi questa bambina corrermi davanti. Vedevo... gioia? Aveva un sorriso sulle sue piccole labbra e improvvisamente allargò le braccia. Dal nulla comparve una donna, che accolse nelle sua braccia la bambina. Sembravano così felici. Ma nonostante stessi sorridendo una lacrima mi rigò il viso. È questa la nostalgia? Una stretta al cuore che sembra non scomparire mai. È questo il rimpianto?!

"Non piangere cara..." disse di nuovo quella voce.

Le due figure scomparirono e quella visione piena di felicita si trasformò in quello che poi sarebbe stata la fine di tutta la fiaba.

Sentii una mano accarezzarmi il viso, era piena di calore e affetto.

"Inizio a ricordare..." le dissi.

"Mi dispiace per questo," rispose.

"Chi sei tu?"

"Presto lo scoprirai," disse con la sua voce che si dissolveva.

Nuovamente quella bambina apparve ma stavolta non correva per la felicità.

"Non sta correndo... scappa."

Dietro di lei comparve quella donna, che con aria minacciosa la inseguiva. D'istinto mi strinsi le braccia e un brivido mi percorse tutta la schiena, ero come paralizzata. È questa la paura?

Improvvisamente la bambina cadde. La donna la prese con violenza e gridò: "È tutta colpa tua!" Poi la scaraventò di nuovo a terra e lei rimase lì, rannicchiata su se stessa. Non piangeva, aveva uno sguardo vuoto, non provava nulla. Anche quando la donna prese la frusta e la colpì, lei restò immobile.

Io caddi a terra in ginocchio, ansimavo e poi cominciai a piangere. "È questa la disperazione?!" Sentivo che mi mancava il respiro, gemetti e mi strinsi il petto. "Voglio dimenticare!" gridai.

"Ne sei sicura?" Io annuii. "Guarda, alza il viso."

Con timore alzai lo guardo, solo per vedere quella donna gettare via il corpo inerme della bambina nelle profondità del bosco.

"Basta non voglio più vedere!"

"Ti prego, continua a guardare."

Feci come mi disse e guardai come tutto ebbe inizio. Una donna di estrema bellezza si avvicinò alla bambina. Aveva dei lunghi capelli neri, la carnagione chiarissima ed emanava una strana energia. Aveva un sorriso gentile e degli occhi neri come la pece, ma attraverso essi potevo vede la pietà che stava provando per la bambina. "Piccola..." disse accigliata. Poi dietro la donna sbucò una piccola bimba che si reggeva al suo vestito.

"Quella bambina... la conosco?" dissi rivolgendomi a quella voce. "Mi sembra familiare."

"La conosci più di quanto immagini," mi rispose. "È mia figlia," disse orgogliosa.

Poi la donna nella visione allungò la mano alla bambina ferita. Lei la afferrò e la donna la strinse a sé. Si guardò intorno e avverti delle strane minacce. Prese entrambe le bambine in braccio e si allontanò in un posto sicuro. "Come ti chiami?" disse alla bambina. "Thalia..." rispose affannosamente. "Da adesso in poi ti affiderò un compito speciale," sorrise accarezzandole la guancia. Poi una luce abbagliante le circondo e il legame fu creato.

"Infondo l'hai sempre saputo, ecco perché non hai mai voluto dirglielo."

"Io e Skye..." dissi cercando di fare mente locale. "Quello che avevamo noi non era l'imprinting, sei stata tu!"

"Esatto." La donna della visione si mostrò davanti a me in tutta la sua onnipotenza.

Ancora una volta allungò la mano per accarezzarmi il viso, ma indietreggiai.

"Puoi fidarti di me. Ti ho osservata per tutto questo tempo, sia te che Skye. Ti amo come una figlia, non a caso ho scelto te."

"Perché io? Non capisco."

"Ti ho dato una ragione per vivere..." disse tristemente. "Potevo sentire tutto, il tuo dolore e la tua sofferenza. Io avevo bisogno di qualcuno che proteggesse Skye quando me ne sarei andata e tu qualcuno per cui vivere."

È questo l'amore? No...

"Thalia..." disse abbracciandomi. Ero troppo sconvolta. "Tranquilla, quello che provi per lei è vero."

"Dici la verità?"

Lei mi strinse di più a sé, non avevo mai sentito un tale calore. "Sì."

Questo è amore.

"Adesso..." disse allontanandomi. "Dobbiamo parlare di questioni di famiglia!"

Io annuii. C'erano molte domande a cui volevo che mi rispondesse, ma adesso non erano la priorità. "Dimmi tutto."

* * *

Improvvisamente il suo corpo si smaterializzò. Quando riaprì gli occhi si accorse di trovarsi dentro una casa, in legno e molto arredata. Intorno a lei un gruppo di persone la guardavano, chi con sguardo interrogativo, chi invece contento. Fu subito spintonata via dall'uomo che l'aveva forzatamente portata lì. Tra le sua braccia c'era Annie incosciente.

"Prendetela!" Lasciò la ragazza nelle mani di un signore che confuso corrugò la fronte.

"Chi è costei?"

"E' posseduta da uno dei primi figli, Jago."

Il signore per poco non si strozzò con la propria saliva. "Cosa?! perché hai portato un mostro del genere qui!"

l'uomo con la maschera sbuffò, poi guardò nella direzione di Skye. "Dov'è Anaan? Deve occuparsi di lei."

"Cos'è tutto questo chiasso?!" gridò un'anziana signora. Si fece spazio tra i presenti e sussultò quando vide Annie. "Che diavolo è successo?"

Nonostante la minuta statura e l'età avanzata, i suoi occhi neri erano pieni di vita ed entusiasmo. La sua pelle era scura e coperta di talismani. Piacque subito a Skye.

"Anaan, io devo andare ad aiutare Aruel," poi indicando Skye, " lei é la chiave!"

Chiave?

L'anziana signora la scrutò poi si volse nuovamente verso l'uomo mascherato. "Mi avevate detto che era una cosa di pochi minuti. Che è successo, Dickens?"

"Te lo spiegherò più tardi, devo sbrigarmi!"

"Aspetta!" esclamò Skye afferrandogli il braccio. "Vengo anch'io."

"No, ragazzina tu resti qui," disse l'anziana.

"E' pericoloso, fai come detto!" aggiunse l'uomo.

Skye lasciò la stretta e fece finta di assecondarli.

"Io vado!" disse deciso.

Con uno scatto, Skye riuscì a sfiorargli la mano e con lui anche lei svanì.







𝕮𝖗𝖊𝖆𝖙𝖚𝖗𝖊 𝕯𝖊𝖑𝖑'𝕺𝖒𝖇𝖗𝖆 || GirlxGirl [Hiatus]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora