Capitolo XLIII

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When there's madness
When there's poison in your head
When the sadness
Laves you broken in your bed
I will hold you
In the depths of your despair
And it's all in the name of love
-Bebe Rexha


1 anno prima circa

Erano passati un paio di giorni da quando Emily era chiusa nell'infermeria. Talema le faceva visita ogni volta che ne aveva la possibilità, rinunciando al sua tempo libero per lei. Non le dava una colpa, ne si sentiva in obbligo, voleva solo starle accanto. Era la prima volta che si preoccupava veramente per qualcuno, era quasi un sentimento nuovo per lei. Ogni cosa che aveva fatto nella sua vita era perché gliel'avevano imposta, ma nessuno le aveva detto di rimanerle vicino, eppure lei l'aveva fatto, con spontaneità e cura. Era come un impulso, un istinto innato scaturito dall'affetto, un temine che lei non ha mai conosciuto, eppure si ritrovava a provarlo. Ma per quanto ora facesse parte di lei, Talema lo rifiutava, era convinta che l'avrebbe fatta sprofondare, aveva la paura che affezionarsi a qualcuno le avrebbe solo fatto male, perché finché era sola, avrebbe potuto fare ciò che voleva, ma se c'era qualcuno che amava, le conseguenze sarebbero ricadute anche su di loro. L'aveva visto fare tante volte, un padrone che sfruttava le relazioni tra i propri schiavi per trarne dei benefici. Non vuoi che qualcuno si ribelli? Allora ferisci la persona a cui tiene di più, così finalmente ubbidirà. Era una storia vecchia e conosciuta eppure la vedeva ripetuta ogni volta.

Quel giorno era andata a dormire più tardi del previsto per farle compagnia, anzi non dormì affatto per la preoccupazione. La mattina seguente non riusciva a tenere gli occhi aperti e arrivò a sera con un briciolo di forza in corpo, le sue prestazioni ne risentirono notevolmente e fu punita per quello. Ma era abituata al dolore fisico, e gli schiaffi di Madame Stock non le provocavano più così tanto male. Per quanto il suo corpo potesse subire danni, le ferite sarebbero eventualmente guarite, come la cicatrice sulla sua schiena, un marchio fatto inchiostro alchemico e magico per dimostrare il suo status sociale. Una prova che lei era una schiava e che lo sarebbe rimasta a vita. Si era sempre chiesta come sarebbe stato vivere da persona libera, o addirittura da puro sangue.

Aveva poca conoscenza della geografia, le nozioni principali le aveva imparate da piccola grazie agli anziani più saggi, ma quei ricordi erano scemati con il tempo. Sapeva che gli Incubi e le Succubi vivevano in piccole comunità, isolate dai villaggi o dalle grandi città, mentre le Infuocarie e gli Incendiari vivevano pressoché al nord, a Yoruba, o sparsi per il regno. Aveva a lungo sognato di visitare quei luoghi, e a volte se aveva fortuna, qualche suo cliente le raccontava di quei posti a lei così lontani. Era forse una o l'unica cosa che le piaceva di quel lavoro. Rimaneva ad ascoltare con il sorriso sul volto, finché il suo cliente non decideva che era abbastanza, e lei ritornava a fronteggiare la realtà che la confinava. Ma in certo senso, sentire quelle storie le faceva ancora più male, ma non poteva smettere, perché la sua curiosità era più grande del dolore che avrebbe provato dopo.

Si ripeteva, "...e poi questo è l'unico modo che posso conoscere il mondo..." e se ne convinceva.

Aveva a lungo denigrato Emily per le sue fantasie, quando lei non era poi così diversa. Me era normale desiderare la libertà, esiste nella natura di tutti.

Ma in quei giorni i suoi pensieri erano solamente concentrati su una persona e soltanto lei. E come se quella ragazza fosse un magnete, Talema si ritrovava sempre lì, anche quando Madame Stock la obbligava a rimanere in camera sua. Lei non poteva farci nulla, la paura di perde qualcuno era così forte che a volte non ragionava nemmeno.

𝕮𝖗𝖊𝖆𝖙𝖚𝖗𝖊 𝕯𝖊𝖑𝖑'𝕺𝖒𝖇𝖗𝖆 || GirlxGirl [Hiatus]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora