Capitolo XLIV

252 12 3
                                    

I could pull you from the fire
When you're standing in the shadows
I could open up the sky
And I could give you my devotion
Until the end of time
-Hurts

Guardava attraverso le fessure della persiana. Teneva la mani poggiate contro il davanzale mentre con lo sguardo fissava l'esterno. Il cielo era oscurato dalle nuvole e non c'erano segnali che il tempo volesse migliorare. Provava una strana irrequietudine di cui non capiva la causa, forse perché ce ne erano troppe. Si trovavano in un territorio dove la legge non era proprio amata e le strade erano affollate da mercenari e schiavisti, pronti a vendere la loro merce nella parte più diroccata della città, al mercato nero. Odiava quel posto, rappresentava tutto ciò che più detestava al mondo, e adesso era bloccata lì, con tre fuggitivi che lei aveva contribuito a catturare.

"Cinatit," disse la voce dietro di lei. "La città senza regole."

Talema si girò. Mug era disteso sul letto, finalmente con i vestiti asciutti, i lunghi capelli sciolti sparsi sul cuscino e le sue dita che giocherellavano con un pugnale.

"Ci sei mai stata prima d'ora?"

. "No."

Mug la guardò confuso. Lei capiva a cosa stava pensando. Cinatit è il posto perfetto per vendere schiavi, lui lo sapeva, lei ancora di più. Ma non voleva nutrire la sua curiosità, non voleva pensare al passato. Tutti del gruppo sapevano che era stata una schiava, ma non sapevano altro, non ce n'era motivo. Solo Ulrik, il loro informatore, ne era a conoscenza, era l'unico che meritava la sua totale e assoluta fiducia. L'aveva accolta senza volere nulla in cambio. Ma nonostante tutto nemmeno lui sa che è un ibrida, era un segreto troppo grande da condividere e un peso troppo forte per lui da sopportare, non glielo avrebbe mai permesso. 

"Io sì," disse sorvolando sulla questione di Talema,"non con il gruppo però."

Adesso Talema era completamente rivolta verso di lui. Seduta sul davanzale e la schiena contro la finestra. La sentiva tremare contro le sue scapole. Rivolse un ultimo sguardo tra le fessure delle tapparelle per poi chiuderle. Il vento si stava alzando ancor più del previsto.

"Dimmi di più," lo incitò per la noia.

"Perché invece non mi dici tu cosa ti turba?" disse alzando la schiena e mettendosi seduto. Talema sbuffò e fece cadere il suo sguardo a terra. "So che è stato Ulrik a convincerti."

Non sapeva come rispondergli e fece la cosa che ormai tutti i suoi compagni le vedevano fare quando non voleva rispondere a domande scomode. Alzò la manica e mostrò il tatuaggio con la letta. Mug annuì con fastidio e sconfitta. Nessuno di loro sapeva il significato di quel tatuaggio, lei non glielo aveva mai detto, neanche sotto esplicita richiesta, e loro non avevano infierito oltre. Avevano capito che il passato di Talema non poteva essere conosciuto da loro. Quel tatuaggio con il tempo però era quasi diventato una risposta, e tutti annuivano accondiscendenti alla sua vista. Solo Mug rimaneva irritato, ma non poteva di certo strapparle una vera risposta con le forze brute, ci aveva provato una volta, quando lei era appena arrivata, e aveva perso. Nessuno l'aveva mai preparato ad affrontare una Succube, anche se per metà. Sono una specie che vive isolata, in comunità proprie e lontane dalle grandi città, è raro che qualcuno riesca ad avere un contatto con loro, a meno che qualche folle non entri dentro un loro villaggio, cosa vietata.

"Tutti noi abbiamo avuto una vita di merda, perché nessuno con giudizio farebbe un lavoro come il nostro."

"Quindi? Non capisco perché devo essere un libro aperto, solo per te. Non voglio essere letta come una pagina. Sono una persona ed è per questo che alcune cose voglio tenerle per me. Cose preziose per me."

𝕮𝖗𝖊𝖆𝖙𝖚𝖗𝖊 𝕯𝖊𝖑𝖑'𝕺𝖒𝖇𝖗𝖆 || GirlxGirl [Hiatus]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora