third person's pov
«jisung, tesoro, potresti andare un attimo di sopra? io e tuo padre dobbiamo parlare di... faccende da adulti» disse sua madre cercando di forzare un sorriso.
il piccolo jisung non se lo fece ripetere due volte e salì al piano di sopra nella sua cameretta azzurra.
sperava solo di non dover sentire di nuovo le urla delle sua mamma e del suo papà.
quando fu dentro la sua camera, chiuse la porta e si ricordò della foto scattata il giorno prima con jinyeong, suo fratello maggiore.
jinyeong all'epoca aveva sedici anni e jisung sette.
nonostante gli anni di differenza tra loro, jinyeong voleva un mondo di bene a jisung, e molto spesso, era come un terzo genitore per lui.
anche jisung, d'altro canto, voleva un sacco di bene a suo fratello, anche se a volte, a detta di jisung, era un guasta feste.
jisung prese la foto tra le mani e iniziò a cercare per il nastro adesivo, così da poter attaccare la foto al muro della sua stanzetta, ormai tappezzata di foto.
il suo scopo era quello di riempire l'intera stanza di foto di lui e suo fratello.
"ce la farò!" disse un giorno a sua madre, mentre lo stava aiutando ad attaccare una foto in alto, dove jisung non riusciva ad arrivare.mentre il piccolo jisung cercava un posto dove attaccare la foto, sentì suo padre urlare.
lasciò la foto e si tappò immediatamente le orecchie.si mise seduto a gambe incrociate nel mezzo della stanza e continuò a tenersi le orecchie tappate ripetendosi che fosse solo un brutto sogno.
era quello che faceva ogni volta che sentiva i suoi litigare. era un modo per calmarsi e non andare nel panico.
fin da piccolo ha sviluppato un senso di auto-protezione che gli permetteva di non scoppiare a piangere in queste situazioni.
è triste che un bambino di appena sette anni, dovesse gestire da solo i suoi attacchi di panico.
ma purtroppo, non c'era mai nessuno che potesse aiutarlo.poi, ad un tratto, sentì un rumore che riuscì a sovrastare la barriera che si era creato mettendosi le mani sulle orecchie e parlando ad alta voce.
un rumore di vetro rotto, poi dopo, silenzio.
da una parte era contento che le urla fossero finite, ma dall'altra, il silenzio dopo un forte rumore non promette mai nulla di buono.si alzò lentamente dal pavimento andando ad aprire la porta della camera. ancora silenzio.
allora decise di avvicinarsi alle scale per vedere se c'era qualcuno.
non c'era nessuno.
allora, scese le scale per andare in salotto.
anche lì nessuno.iniziò a preoccuparsi, ma una volta arrivato in cucina, la scena che vide, lo lasciò senza fiato.
suo padre steso sul pavimento, probabilmente privo di sensi, e sua madre seduta ad un sedia del tavolo che fumava una sigaretta.
vide un vaso rotto per terra, questo spiegò il rumore di vetro rotto.
ma appena vide un pezzo del vaso rotto con del sangue sopra, capì che la situazione era più seria del previsto.passò velocemente lo sguardo tra il pezzo di vaso insanguinato e suo padre, che nel mentre continuava a fumare come se non fosse successo nulla, senza mai guardare jisung.
«pulisci tutto» disse di scatto sua madre.
jisung era confuso, perché avrebbe dovuto pulire tutto questo se era stata lei a combinare tutto quel casino?
non era quello che gli aveva sempre insegnato? pulire dove si sporca.
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the one that got away (minsung)
Novela Juvenil"used to steal your parents' liquor and climb to the roof, talk about our future like we had a clue never planned that one day, I'd be losing you" dove minho, un ragazzo di 18 anni con problemi in famiglia e di droga, incontra uno strano ragazzo si...