28. ..you are the cause of my euphoria

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avete presente quel momento in cui siete felici, ma per nessuna ragione apparente?
semplicemente succede qualcosa, anche la più piccola ed insignificante.
eppure voi vi sentite felici, sereni e senza pensieri.

ecco, era così che mi sentivo quando stavo con jisung.
più lo guardavo e più pensavo che la mia vita facesse un po' meno schifo.
ero felice con lui, anche solo se lo guardavo.

sorridevo sempre da quando stavo con lui. lo avevano notato tutti, anche mio padre.
«minho, come mai questo sorriso?» mi chiese un giorno, mentre ero seduto in cucina a fumare una sigaretta.

lo guardai, senza effettivamente dare una risposta.
poi mi osservò, puntando lo sguardo sulla sigaretta che stavo fumando.
«quando penserai di smettere?» disse.

il mio sorriso raggiante svanì, facendo un tiro prima di spegnerla.
«e tu quando imparerai a farti i cazzi tuoi?»

lui abbassò lo sguardo.
«sto solo... cercando di prendermi cura di mio figlio»

spalancai gli occhi a quelle parole.
«tu vuoi prenderti cura di me?!» sbraitai.
«allora perché non lo hai fatto in questi anni?! perché devi farlo adesso che posso badare a me stesso da solo?!»

tirai fuori un lungo sospiro. erano parole che volevo urlargli da anni, ma che per paura non ho mai fatto.

«potevi prenderti cura di me quando ero un bambino, non adesso che sono anche fidanzato!» l'ultima parte mi sfuggì di bocca, e mi maledì mentalmente per quello.

lui mi guardò scioccato.
«tu sei... fidanzato? con chi?» mi chiese, e potei giurare che sembrasse davvero interessante.

«non sono affari tuoi» dissi soltanto.
andai verso la porta di casa, intento ad uscire per andare a casa di jisung, che quel giorno era rimasto a casa tutto il giorno.

«minho mi dispiace!» lo sentì urlare, ma ormai avevo chiuso la porta, facendo finta di nulla.
facendo finta che quella semplice frase non avesse fatto un male atroce.

^^

ero a casa di jisung. eravamo nel suo letto abbracciati, e ogni tanto lui si girava e mi lasciava dei baci a stampo sulle labbra. era ormai sera, e avevo passato tutto il pomeriggio con lui a fare delle semplici passeggiate.

stavamo insieme da tre mesi, e tutto quello successo prima lo avevamo quasi dimenticato.
mi aveva anche raccontato del suo passato.

fu davvero difficile da mandare giù, e vedere jisung piangere fu ancora peggio.
in quel momento fui assalito da un senso di rabbia nei confronti del padre di jisung, e avrei soltanto voluto prenderlo a pugni.

ma anche quello era passato, e nessuno dei due tirava più fuori l'argomento, per nessun motivo.
mi raccontò anche di suo fratello, e finalmente tutte le foto attaccate in camera sua iniziarono ad avere un senso.

«ti va di fare qualcosa oggi?» chiesi a jisung.
lui ci pensò un attimo, per poi scuotere la testa.
«no, voglio stere tutto il giorno a letto con te» sorrisi a quell'affermazione.

poi, ad un tratto, lo vidi pensieroso riguardo a qualcosa che forse non voleva dirmi.

lo lasciai stare, non volendomi impicciare ancora di più nella sua vita.

«minho...» mi chiamò flebilmente subito dopo, che a stento riuscii a sentire.
«dimmi»

lui fece una lunga pausa prima di rispondere. forse stava pensando se chiedermi quello che voleva chiedermi o meno.
«ecco... tu, per caso... fumi ancora?» mi chiese.

lo guardai con sguardo intenerito. non capii perché avesse paura di chiedermi una cosa tanto sciocca.
«beh si, e lo sai anche tu» gli risposi.

lui mi fissò negli occhi, prima di aggiungere altro.
«non sto parlando delle sigarette minho»
abbassati lo sguardo verso le mie mani, poi ci pensai su.

effettivamente non toccavo quella roba da un bel po'.
ero sorpreso anche io da quello. era passato molto tempo dall'ultima volta, ma forse era meglio così.
«no, non mi serve più. adesso ci sei tu a rendermi felice»

ed era vero.
c'era jisung a distogliere la mia mente da pensieri intrusivi e a volte anche distruttivi.

non sapevo nemmeno io come avevo fatto a smettere così facilmente.
so che è difficile per molte persone, ma io sono sempre stato un tipo che, se si dimenticava di qualcosa, non la faceva più, e a quanto pare valeva anche per quello.

jisung sorrise alla mia affermazione, abbracciandomi e stringendomi, come se sarei potuto scappare da un momento all'altro.

ma la verità era ben altra. io non volevo assolutamente scappare da lui, e infondo sapevo che era la stessa cosa per lui.

«andiamo sul tetto» disse ad un tratto. lo guardai un attimo.
«non eri tu quello che aveva paura delle altezze?» lo presi in giro.

«e allora? è quasi il tramonto e vorrei guardarlo con te» quella era la cosa più bella che qualcuno mi avesse mai detto.

annuii, alzandomi dal letto e prendendolo per mano.
«andiamo, ma se ti vengono le vertigini cazzi tuoi» ridemmo entrambi, consapevoli che sarebbe successo.

^^

e così ci trovammo sul tetto a guardare il tramonto.
«è stupendo» disse jisung senza distogliere lo sguardo dal cielo.

io lo osservai. in realtà non stavo minimamente guardando il cielo, ma solo jisung.
«mai quanto te» gli risposi.

gli presi il mento delicatamente, obbligandolo a guardarmi.
lui stava già sorridendo.
gli stampai un bacio sulle labbra, e subito dopo un altro e un altro ancora.

i baci di jisung erano i migliori. non erano paragonabili a tutti quelli ricevuti in passato.

in quel momento, mi accorsi di essere davvero felice. ero con la persona che amavo tra le braccia mentre guardavamo un tramonto bello la metà di quanto lo era lui.

ero felice, e in fondo lo sapevo.
ma si sa, anche le cose belle hanno una fine.
avrei voluto saperlo prima.

se solo avessi saputo prima quello a cui saremmo andati incontro.




hello people.

sappiate che tra qualche capitolo le cose degenereranno (vi voglio bene).

domanda quick quick: canzone preferita?
io ne ho troppe e dovrei fare un elenco.

un'ultima cosa: vi chiedo di portare particolare attenzione alle immagini a inzio capitolo.

ok, bye bye :)

the one that got away (minsung) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora