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Cinque giorni dall'incidente

🌻

× "Ciao piccola." sorride quando entra nella stanza, prendendo un respiro profondo. "Riesci a capire cosa ti ho preso?"

La stanza viene invasa da un forte odore di rose, fiori che Paulo sistema nel vaso che aveva chiesto ad Agata e che poggia poi sul comodino vicino al letto. Sono rosse, il colore preferito di Cecilia, e più belle che mai. Passava per caso davanti al fioraio ed ha subito pensato a lei non appena le ha viste, così ha deciso di prenderle, per dare un tocco di colore alla stanza.
Si avvicina poi alla fidanzata e si abbassa per darle un dolce bacio sulle labbra, anche quelle di un rosso acceso.

'Paulo!' ricorda la sua voce che riecheggia per tutta la casa.

'Dimmi amore.' si affacciò dalla porta del bagno e la vide avvolta in un bellissimo vestito lungo. Sarebbero andati ad una cena evento alla quale lui era stato invitato.

'Quale metto?' mostra lui dei rossetti.

'Quello che si rovina di meno perché ho intenzione di baciarti tutta la sera.' risponde mentre si avvicina e le accarezza un fianco. 'Sei stupenda.'

Quella sera alla fine non sono andati a nessuna cena, ha disdetto dicendo di non sentirsi bene ed ha passato tutta la serata a fare l'amore con la sua fidanzata, a scambiarsi coccole e carezze sotto le coperte e mandando in fumo ore ed ore di preparazione. Ma lui non era triste o arrabbiata, anzi.

"Ciao Paulo." sorride Nancy non appena entra nella stanza.

"Ciao." risponde mentre si siede. "Sei venuta anche oggi?"

"Si, mi hanno chiesto di portare alcune cose che Cecilia lascia abitualmente a lavoro, magari possono servire per quando si riprenderà." tra questi c'è il suo PC e il suo tablet.

"Grazie per esserti disturbata." accenna un piccolo sorriso e poi poggia su un mobiletto le cose.

"Di nulla." risponde, poi si guarda intorno e si focalizza sulla figura della ragazza. "Dorme ancora, eh?"

"Già."

"Tu credi che si sveglierà?"

Quella domanda lo spiazza, insomma, non crede che siano cose da chiedere ad una persona che è così vicino a chi si trova in coma.

"Certo che si sveglierà." dice con tono sicuro e quasi pungente. "Perché tu no?"

"Diciamo, non ci sono percentuali alte ma nemmeno basse." scrolla le spalle.

"Non mi importa delle percentuali, conosco la mia fidanzata e so che può farcela."

"E se non dovesse farcela?" lo guarda negli occhi e Paulo inizia a covare un forte senso di rabbia.

"Sembra quasi che tu ci stia sperando."

"Assolutamente no." ribatte arrabbiata, incrociando le braccia al petto. "Bisogna essere realisti, potrebbe non accadere."

"Con che coraggio vieni qui a dire certe cose? E se ci fossero stati i suoi genitori?" si alza in piedi e lascia la mano di Cecilia.

"Credi che infondo al loro cuore non sappiano che potrebbe non svegliarsi? Sii realista."

"Non sono comunque affari tuoi."

"Vedere una persona illudersi è triste, soprattutto in contesti come questi." il tono di voce di Nancy, adesso, è più pacato e tranquillo. "Se un giorno ti dicessero che a tenerla viva è una macchina, staccheresti la spina o continueresti ad illuderti?"

Quella domanda lo spiazza. L'idea che la sua amata Cecilia possa morire lo distrugge sia fisicamente che psicologicamente. Lui ha sentito il suo cuore battere, sa che è viva, sa che può farcela. Non vuole pensare a spine, macchine, morte..

"Vattene via." la caccia.

"Ho colpito nel segno, non è così?" si avvicina prepotentemente a lui. "È inutile che ti crei mille congetture sul vostro matrimonio, su quanto sarà la vostra futura vita insieme. Si vive giorno dopo giorno, lo dico per te, puoi iniziare a rifarti una vita, nessuno ti obbliga a stare al fianco di una donna che potrebbe mor-." viene bloccata da lui.

"Anche lei vive giorno dopo giorno, non dare per scontato che lo stia facendo. Sta lottando per rimanere in vita, quindi fatti gli affari tuoi, sta' zitta e non ti permettere di dire certe cose in mia presenza o in presenza dei miei suoceri. Sei un'estranea, a malapena so chi sei e sei l'ultima persona che può dirmi di cosa fare della mia vita. Vattene via e non tornare mai più più o giuro che ti faccio buttare fiori a calci."

Nancy mima delle espressioni di stupore, poi sistema la maglietta che indosso con fare nervoso e lascia la stanza. Il ticchettio dei suoi tacchi la accompagna fino a quando non volta l'angolo nel corridoio e Paulo può prendere finalmente un respiro di sollievo. Passa una mano sul viso, non riesce ancora a credere che gli abbia detto delle cose così brutte e meschine, egoiste a tratti. Non ha chiesto lei nessun parere, eppure ha iniziato ad attaccare sia la sua figura che quella di Cecilia che non può nemmeno difendersi.

"Non darle ascolto, tu ce la farai." mormora. "Devi farcela." prende la sua mano e ne bacia il dorso. "Ci sono ancora tante cose che devi fare e non è da te lasciare le cose a metà, so che non te lo perdoneresti mai. Il tuo futuro è qui e non altrove."

Ad un certo punto si ferma, si domanda se sia lei quello che non se lo perdonerebbe mai e lui stesso. Se Cecilia non dovesse farcela, lui cosa farebbe? Sarebbe capace di continuare ad andare avanti o rimarrebbe fermo come se si trovasse davanti ad un semaforo perennemente rosso? Scuote la testa e prende un respiro profondo, getta fuori tutta l'aria che ha in corpo e si calma. Non deve pensare a cosa del genere, non deve lasciarsi influenzare dalle parole cattive di quella Nancy e dal suo brutto modo di vedere le cose. Deve crederci, deve continuare a sperare.

Accarezza la guancia della ragazza e il suo cuore si acquieta progressivamente.

"Sei così bella, non meriteresti alcun tipo di male." si avvicina di più a lei. "Però gli ostacoli capitano ai forti e tu lo sei, hai coraggio da vendere, quindi utilizzalo ancora un po' e vedrai che poi passerà tutto."

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"Buongiorno amore" / Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora