Ventotto giorni dall'incidente
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× È abbastanza sicuro che esisterà un film, un libro o addirittura anche una canzone che parli di una storia così. Di un ragazzo che, non sapendo cosa fare, si sistema nel giardino di casa nonostante fuori faccia un freddo cane per guardare il cielo e le stelle.
Era quello che faceva sempre Cecilia quando non riusciva a dormire. Fuori ci sarebbero potuti essere anche meno sette gradi sotto lo zero ma, nel caso in cui non avesse preso sonno e Paulo si sarebbe svegliato nel bel mezzo della notte senza trovarla nel letto, sapeva che sarebbe stata fuori. Così pa raggiungeva sempre, portava una coperta in più e se ne stava lì fuori con lei e guardare le stelle.
'Sono così belle da calmarmi.'
Sussurrava sempre, poi poggiava la testa contro il petto di Paulo e lo guardava negli occhi.
'Però sono più belle le stelle che hai tu negli occhi.'
E si addormentava sempre. Il ragazzo la prendeva in braccio e rientrava in casa insieme a lei. Si è sempre chiesto il perché prendesse sonno solo ed esclusivamente quando c'era anche lui, forse se avesse potuto guardare gli occhi del fidanzato in ogni momento non avrebbe avuto bisogno di uscire fuori a guardare le stelle. Era un qualcosa di così strano che proprio non capiva, adesso si rende conto che lo stesso vale per lui. Nessuno riesce a dormire sapendo che la persona amata non c'è, anche se questo non era il caso di Cecilia ma, proprio come a lui fa bene andarla a trovare, a lei faceva bene guardarlo negli occhi per calmarsi, rilassarsi e subito dopo addormentarsi.
È l'amore. L'amore è strano, per quanto bello possa essere, nessuno mai riuscirà a comprenderlo fino in fondo. È strano, strano fin nel midollo.
"Ma cosa fai qui?" chiede Dolores che ha visto la porta finestra aperta. "Fa un freddo terribile."
"Niente, stavo guardando le stelle." risponde lo zio. "Entra in casa."
Ma la minore scuote la testa e si siede accanto a lui, decisa a non lasciarlo da solo se si sente così triste. Poggia la testa contro il suo braccio e ne accarezza la pelle, facendo sorridere il maggiore che sistema le coperte anche su di lei.
"Non potevi guardare le stelle dalla finestra della tua stanza?"
Saranno circa le tre del mattino ed è davvero strano trovare una persona seduta fuori, sveglia come se fossero le tre del pomeriggio, parlare delle stelle.
"Non sarebbe la stessa cosa." la abbraccia.
"Ma sarai stanco, non puoi dormire in giardino."
"Sono stanco ma se non riesco a dormire nel mio letto, figurati se ci riesco in giardino." le fa notare e lei annuisce lentamente, ancora scossa dal sonno. "Entra dentro Dolo, non riesci a tenere gli occhi aperti."
"No.."
"Vuoi che ti porti io?"
"Solo se poi te ne vai nella tua stanza." si stringe prepotentemente al suo braccio, come se avesse paura che lui la scacci via, corrugando la fronte in quella solita espressione che ha sempre anche lui. "Non ti voglio lasciare tutto solo."
Dolores è sempre stata una testa dura, ha sempre difeso con forza le sue idee senza fregarsene degli altri che le criticavano. Per questo assomiglia un po' a Cecilia, per il resto sono completamente diverse. Fino a qualche anno fa gli stringeva il braccio per chiedergli di non lasciarla da sola quando faceva un brutto sogno la notte, adesso lo fa perché non vuole che sia lui a rimanere da solo nel buio, nonostante con lui ci sia la luce confortante delle stelle.
"Io lo so che le stelle che cerchi non sono in cielo." sussurra ancora Dolores. "E so che non le troverai fino a quando Cecilia non riaprirà gli occhi, ma puoi sempre immaginare di averle davanti." deve farsi forza per non piangere. "Lei sarà tanto felice di sapere che la stai aspettando così intensamente."
Paulo deglutisce e chiude per un attimo gli occhi, poi lascia un bacio sulla fronte di Dolores.
"Ma che succede qui? Fate il campeggio?" anche Lautaro esce ed osserva i due, dai loro occhi può capire che non stavano giocando. "Mi chiedo chi sia più folle se tu che ti siedi qui in giardino come se niente fosse nel bel mezzo della notte o tu che lo assecondi." si siede accanto alla sorella.
"E perché tu ci stai assecondando?" lo punzecchia allora lo zio.
"Ho troppo sonno per contestare." si sistema anche lui sotto le coperte, poggiando un braccio intorno alla vita della gemella. "Allora cosa state guardando?"
"Stiamo cercando le stelle." risponde la ragazza, ammirando ancora il cielo notturno e silenzioso, ricco della luce di quei bellissimi puntini bianchi.
"Che stelle state cercando?"
"Lui ancora non le ha trovate, io invece si." abbraccia tutti e due. "Siete voi le mie stelle, le più belle che ci siano."
Entrambi sorridono e ricambiano l'abbraccio dell'argentina, baciandole subito dopo entrambe le guance.
"Anche tu sei la mia stella, hermanita." afferma Lautaro. "Lui no, Paulo Exequiel Dybala è più una meteora."
"Sono pur sempre stelle anche quelle quindi quello che hai detto non ha alcun senso." ribatte la sorella.
"Sta' zitta, non fare la secchiona proprio adesso."
Paulo ridacchia e scuote la testa. È stato così fortunato ad avere due nipoti così, è cosciente di quanto debba loro molto in termini affettivi ma è sempre bello riscoprirli in modi come questi, quando si sente giù ed entrambi arrivano in suo soccorso per aiutarli.
Alicia, svegliata dalle risate e dalle chiacchiere non più molto silenziose, si affaccia alla finestra e li osserva. Sorride come solo una madre e una nonna potrebbe fare, dando ragione ad Agata quando ha parlato a Maddalena del suo piano per consolare almeno un po' l'animo triste e ferito di Paulo.
La famiglia è un dono, un qualcosa di sacro che va amato e rispettato in tutte le sue forme, una forma di amore che non è classificabile perché sarà sempre lì presente nella tua vita.
Per quanto folle possa essere, forse più un qualcosa dovuto al sonno, lì, in mezzo a loro, immagina che ci sia anche Cecilia.
. . .
Doppio capitolo perché quello di prima era un po' piatto ;)
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"Buongiorno amore" / Paulo Dybala
FanfictionCi saranno incomprensioni, litigi, ma nulla che non sia risolvibile con un sorriso. Lo abbiamo capito insieme a loro, no? A questi due basta anche solo una carezza. Così è, le sta accanto mentre dorme. Lo farà sempre, così sarà.